La storia della nascita della Befana ha
radici nella tradizione culturale di matrice pagana, di superstizioni
e aneddoti magici.
La Befana è un personaggio che ha colto
suggestioni da diversissime leggende e trasposizioni culturali.
Inizialmente, nel periodo romano
politeista, la popolazione venerava Diana, la dea della caccia e
della fecondità che nelle notti che precedevano l’inizio della
nuova semina si diceva passasse, con un gruppo nutrito di donne,
sopra i campi, proprio per renderli fertili e fecondi al nuovo
raccolto ed il periodo natalizio si pone proprio in quel momento
dell’anno che storicamente era ricco di rituali e usanze legati
alla terra, all’inizio del nuovo raccolto e all’idea di
propiziarsi fortuna e prosperità nell’anno nuovo.
Già gli antichi Romani celebravano
l'inizio d'anno con feste in onore al dio Giano e alla dea Strenia
(da cui strenna natalizia). Queste feste erano chiamate le
Sigillaria: ci si scambiava auguri e doni in forma di statuette
d'argilla o di bronzo e perfino d'oro e d'argento. Queste statuette
erano dette "sigilla", dal latino "sigillum",
diminutivo di "signum", statua. Le Sigillaria erano attese
soprattutto dai bambini che ricevevano in dono i loro sigilla (di
solito di pasta dolce) in forma di bamboline e animaletti.
Col passare dei secoli (nel periodo del
medioevo) con il passaggio dalla cultura pagana alle interpretazioni
cristiane. Questo periodo (il medioevo), fatto di persecuzioni alle
streghe, avviene un primo incontro di culture e la bella Diana
diviene una brutta donna e i riti dei falò (si bruciava il vecchio
per dare spazio al nuovo) divengono dei veri e propri roghi della
vecchia, dove una simbolica attempata strega viene posta al di sopra
di questi roghi.
Le contaminazioni pagane e cristiane
generano quindi una figura di donna che è un misto di entrambe le
culture, da una parte vive la buona Diana e dall’altra la cattiva
strega che deve essere bruciata.
Questo rito propiziatorio, è stato poi
abbracciato dalla chiesa ed è qui che nasce la leggenda bella
Befana: si dice che i Re Magi in viaggio per Betlemme avessero
chiesto informazioni sulla strada ad una vecchia, e che avessero
insistito perché lei andasse con loro a portare i doni al salvatore.
La vecchia rifiutò, ma poco dopo, pentita, preparò un cestino di
dolci e si mise in cerca dei Magi e del bambino Gesù.Non
trovandoli bussò ad ogni porta e consegnò dolci ai bambini sperando
di potersi così far perdonare la mancanza. http://www.rosarydelsudartnews.com/2020/01/epifania-e-re-magi.html
Con la mediazione del cristianesimo la
Befana diviene quindi una specie di strega, vestita di stracci,
brutta e che vola sopra i tetti con una scopa, ed ha quindi un lato
perfido che la rende un personaggio estremamente affascinante. Se
infatti molti altri benefattori come Babbo Natale o San Nicola
portano doni a tutti, la Befana porta dei regali modesti e tanto
carbone a chi non è stato buono. Se San Nicola è un santo
protettore, e Babbo Natale http://www.rosarydelsudartnews.com/2019/12/la-storia-di-babbo-natale.html un paffuto rubicondo nonnino che
accontenta tutti i bambini, la Befana è invece la sostanza femminile
pagana di una lunga tradizione rituale contadina. la Befana
tradizionale porta arance, noci, piccoli dolci casalinghi e carbone,
ultimamente zuccherato ma comunque carbone, e ci ricorda che dopo le
feste si torna a lavorare a “sgobbare” per i frutti del terreno.
L’etimologia del nome Befana, è
strettamente legato al nome della festa, è una derivazione infatti
delle forme dialettali con cui il popolo esprimeva il termine
“Epifania”.
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