Ercolano continua a sorprenderci ancora
a quattro secoli dall’inizio degli scavi sistematici.
In Via Mare, a pochi passi dal teatro
antico e dagli scavi, il Comune, il Parco e la Fondazione Packard per
i Beni Culturali stanno portando a termine un innovativo progetto a
cavallo tra città antica e città moderna “Via Mare-Via Cortili”.
Questi lavori di riqualificazione servono a riconnettere le due città
attraverso una ricucitura caratterizzata da giardini, spazi verdi e
percorsi panoramici.
Qui procedendo alla rimozione di
materiali di risulta e nel livellare le quote per l’installazione
dell’area giochi per i bambini è stato rinvenuto un nuovo tunnel
borbonico. La scoperta moderna intercetta il fascino dei
pionieristici scavi del 1700 che presero le mosse proprio in questa
zona dopo il ritrovamento dei muri del fronte scena del teatro sul
fondo di un pozzo per l’irrigazione degli orti nel 1709. Le prime
sistematiche ricerche faticarono moltissimo ad assegnare il giusto
peso alla documentazione delle scoperte e degli avanzamenti. Ma
ciononostante attraverso i diari di scavo e le piante dei monumenti
che via via si andavano scoprendo abbiamo oggi un’idea
sufficientemente chiara di cosa fu scavato e dove. Sin dopo pochi
anni dall’inizio delle esplorazioni sotterranee tutta l’area a
ridosso del tratto centrale dell’attuale Corso Resina era piena di
pozzi attraverso i quali si scendeva ad una profondità variabile tra
i 10 e i 25 metri dal piano di campagna per inoltrarsi attraverso
tunnel tra strade, edifici pubblici e case di Ercolano antica.
Il tunnel appena posto in evidenza
faceva parte di questo reticolo per le esplorazioni ufficiali cui si
affiancavano anche pozzi “abusivi”.
“Un lavoro pubblico programmato come
questo di Via Mare-via Cortili – dichiara il direttore Francesco
Sirano- ci riserva sempre affascinanti conferme. Sotto la superficie
moderna, dove vediamo ancora il pavimento di una delle case del
quartiere abbattuto da Amedeo Maiuri per fare posto al grande scavo,
la storia plurisecolare delle ricerche si impone alla nostra
attenzione. In questo caso ci richiama alla mente i tunnel che
andavano verso l’Augusteum, ai tempi identificato come “Basilica”.
Al vedere questa galleria ho immediatamente pensato che da qui
potrebbero essere passati i meravigliosi affreschi con Achille e
Chirone, con Teseo e il Minotauro e le grandi statue degli imperatori
della discendenza di Augusto che oggi ammiriamo al Museo Archeologico
Nazionale di Napoli. Di questo specifico tunnel borbonico non vi era
prima traccia e grazie a queste scoperte si chiarisce ulteriormente
la stratificazione della città moderna sulla città antica passando
per il 700. Dopo la messa in sicurezza del materiale da costruzione
si potrà esplorare il tunnel e approfondire le indagini”.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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