Oggi è ormai quasi trascorso il 29
febbraio 2020, questo duemilaventi che in appena due mesi ha regalato
tanti eventi eccezionali dalla data del 02022020
(data palindroma http://www.rosarydelsudartnews.com/2020/02/02022020-2-febbraio-2020-torna-la-data.html )
non ha risparmiato nulla se si considera anche il
mese bisestile: questa “sporgenza del tempo” che riequilibra l'
anno sul piano astronomico, ma lo sbilancia su quello simbolico.
Questo caso eccezionale però nel tempo
si è guadagnato una cattiva fama che risale agli antichi romani e
dipenderebbe dalla reputazione magica del mese in cui quel giorno
supplementare viene fatto cadere: febbraio, infatti, non è soltanto
il mese più corto, ma è anche il mese più compromesso con le
“potenze delle tenebre”.
Sin dai tempi di Numa Pompilio (mitico
successore di Romolo) februarius era identificato come il momento
dell'anno dedicato ai morti ed agli dei inferi. Era l' ultimo mese
dell'anno, quello in cui la società romana celebrava i riti di
purificazione detti februa (da cui il nome febbraio). Tra questi
riti, due in particolare spiegano l' aura sinistramente sacrale che
circondava il mese:
- i Feralia (all'origine dell'aggettivo ferale) che il ventunesimo giorno del mese aprivano il varco al ritorno dei morti-
- il Regifugium che rievocava la cacciata dei re e la fondazione della res-pubblica, il giorno 24 (data detta anche “giorno sesto”perché precedeva di sei giorni le calende di marzo e segnava simbolicamente la fine dell'anno). I giorni successivi a quest'ultimo sarebbero quindi considerati per gli antichi romani “tempo morto”, un vuoto temuto e nefasto che dura fino al primo marzo.
Proprio alla fatidica data del
Regifugium Cesare, riformando l' antico calendario, aggiunse un
giorno ogni quattro anni facendo però i conti con la nota
predilezione delle potenze degli inferi per i numeri pari: i giorni
di febbraio devono, infatti, restare ventotto, il fondatore
dell'impero salvò allora la situazione raddoppiando il giorno sesto.
Nasce così il bisesto: ovvero il sesto bis.
Da questo antico groviglio di simboli,
credenze, calcoli e superstizioni deriva quella che nutriamo ancora
oggi nei confronti del febbraio con ventinove giorni.
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