Celebrata già dall’imperatore
Giustiniano, fu adottata a Roma fin dal Settimo secolo, con una
processione penitenziale istituita da papa Sergio I (687-701) la
Candelora è un giorno che si trova a metà strada tra il solstizio
d’inverno e l’equinozio di primavera e dopo il Natale e
l’Epifania si inizia a intravedere all’orizzonte la fine
dell’inverno per tale motivo il giorno della Candelora è simbolico
ed è consuetudine pronosticare il meteo delle settimane successive:
la tradizione popolare ci ha infatti tramandato una serie di detti e
proverbi tra cui il più noto è “Per la santa Candelora se nevica
o se plora dell’inverno siamo fora“, un antico proverbio popolare
riferito al rituale della Candelora, introdotto dal patriarca di Roma
Gelasio intorno all’anno 474 d.C., in sostituzione della cerimonia
pagana dei Lupercali, dalla quale ha assunto qualche ispirazione
procedurale. Il proverbio è legato anche al clima e allo scorrere
delle stagioni.
Nella ruota dell’anno, la Candelora è una sorta di porta tra l’inverno, oramai al suo declino, e l’imminente primavera. È il periodo adatto ai riti propiziatori per attirare fecondità e fertilità, riti che saranno determinanti per l’annata agricola che sta per cominciare.
Questo passaggio contrassegna
simbolicamente il transito dal “periodo oscuro” del calendario
indoeuropeo contrassegnato dal freddo, dal buio e dalla morte
dell’inverno verso il rinnovamento del cosmo che magnificamente si
esprime con la primavera.
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