Le street artist anonime Lediesis
raccontano le superwoman della cultura
Il fotografo Luigi Spina viaggia, con
il suo obiettivo, nei depositi del Museo
Davide Cantoni presenta 25 disegni
bruciati per far dialogare cronaca e mito
Gaetano Di Riso immagina una “versione
pittorica” della scultura di Adone di Capua
Dalla street art alla fotografia
d'autore, dalla sperimentazione creativa alla pittura: il MANN
presenta quattro interessanti mostre di arte contemporanea, in
programma al Museo a partire dai prossimi mesi di marzo ed aprile.
L'istituto diretto da Paolo Giulierini
conferma, così, la propria vocazione ad essere centro culturale a
tutto tondo: parallelamente ai prestigiosi ed attesissimi
appuntamenti espositivi di matrice prettamente archeologica (la
riapertura della collezione “Preistoria e Protostoria” dal 28
febbraio, così come le mostre“Gli Etruschi e il MANN”, in
calendario dal 16 marzo, ed “I Gladiatori”, dall'8 aprile), anche
gli appassionati di arte contemporanea troveranno al Museo nuove ed
interessanti suggestioni.
Lasceranno il proprio inconfondibile
marchio anche nelle sale del MANN: da venerdì 6 marzo, dopo le
incursioni in otto città italiane (Venezia, Milano, Bologna,
Firenze, L'Aquila, Roma, Bari e Napoli), le due street artists
anonime “Lediesis” esporranno al Museo i ritratti di otto famose
artiste di tutti i tempi.
La simbologia, legata al numero otto ed
a marzo mese della donna, sarà accompagnata da un attento studio
creativo sulle forme e sui materiali del racconto: i lavori della
coppia “Lediesis” saranno tutti contrassegnati dalla “S” di
“Superwoman” e saranno realizzati su carta velina, attaccata alle
finestre cieche nei punti più visibili dei centri storici cittadini.
Dopo la fortunata esposizione “L'arte
sa nuotare”, firmata dal celebre (e rigorosamente anonimo) street
artist Blub, al Museo sarà in programma un nuovo e metaforico
momento di approfondimento sulla rigenerazione urbana: l'arte
contemporanea incontrerà le metropoli italiane, per poi trovare
un'occasione di sintesi nell'esposizione dell'Archeologico, dove
saranno raccolti otto dei lavori “disseminati” da Lediesis.
Dai colori della street art al racconto
in bianco e nero della fotografia: dal 26 marzo, nella collezione
Villa dei Papiri, Luigi Spina sarà nuovamente al MANN con la
personale “Sing Sing. Il corpo di Pompei”.
Il fotografo, che da anni lavora allo
studio ed alla narrazione dei capolavori dell'Archeologico,
presenterà al pubblico i risultati del viaggio di ricerca compiuto
nelle “celle” di Sing Sing, depositi del Museo: in cinquanta
scatti pubblicati in un prezioso volume (5 Continents edizioni) ed
esposti al MANN, Spina coglierà la magia dei capolavori che non sono
(ancora) noti al pubblico. Sculture in bronzo, candelabri, lucerne,
vasellame, oggetti di uso personale, arredi di antiche domus faranno
parte, così, di un suggestivo percorso di “anastilosi”: con
questo termine, in archeologia, si intende la ricostruzione di una
struttura antica tramite la ricomposizione dei pezzi originali.
Alla fotografia, tra cronaca, studio e
testimonianza di una ricerca iniziata da Spina nel 2009, spetterà il
ruolo di ricomporre il puzzle, restituendo la verità ed i segni del
tempo: inventariati e custoditi in deposito, molti dei reperti
“immortalati” da Spina saranno presentati in una veste “inedita”,
prima del restauro e dell'esposizione al pubblico.
Dalla fotografia come arte alle
suggestioni del procedimento di realizzazione di un'immagine
fotografica: tra i colossali capolavori scultorei della Collezione
Farnese, a partire dal prossimo 9 aprile, Davide Cantoni presenterà
al pubblico l'esposizione “Uomini e giganti. I sogni della storia”.
Al MANN, Cantoni esporrà venticinque
originalissimi “disegni bruciati”, realizzati con un iter
creativo tutto da scoprire: imitando, come una sorta di miniatore
postmoderno, le immagini di cronaca del “New York Times”, Cantoni
disegna con la matita e con particolari vernici riflettenti; le opere
sono realizzate concentrando i raggi del sole attraverso una lente di
ingrandimento che, simulando il processo fotografico di esposizione
di carta sensibilizzata alla luce, arriva a bruciare i tratti
disegnati sulla superficie.
L'artista, nato a Milano ed ormai
radicato a New York dopo un periodo di studio e formazione londinese,
stabilirà, così, un delicato e suggestivo cortocircuito tra le sue
creazioni e le sculture Farnese: la possanza del marmo sarà
accompagnata dalla leggerezza del disegno, in un dialogo simbolico
tra l'eternità della tradizione antica e la volatile velocità della
cronaca del presente.
Ancora una statua marmorea, capolavoro
del MANN, sarà il fulcro del viaggio creativo di Gaetano Di Riso,
noto artista partenopeo che, dall'inizio della sua carriera, lavora
sul tema del mito come chiave di volta per comprendere l'essenza
dell'uomo e della natura.
Dal 22 aprile, sarà in programma al
Museo la personale “...e Adone non lo sa”: tredici tele ed una
scultura lignea stabiliranno un dialogo simbolico ed iconografico con
la statua di Adone di Capua (databile alla prima metà del II sec.
d.C.), conservata al MANN e proveniente dall'Anfiteatro campano di
Santa Maria Capua Vetere.
Il capolavoro, che, con ogni
probabilità, ritrae Adone al momento della partenza per la caccia al
cinghiale, sarà riproposto da Gaetano Di Riso in un'affascinante ed
evocativa versione pittorica: Adone sarà immagine protettiva che, in
morbidi paesaggi blu di marine e scenari urbani, accompagnerà il
visitatore in un graduale percorso di scoperta.
Nelle tele di Gaetano Di Riso, Adone
sarà presentato sia con alcuni dettagli (volto, trono, profilo), che
a figura intera; la scultura lignea, che completerà l'allestimento,
alluderà alla filosofia platonica, intesa come ideale astratto e
geometrico di bellezza, perché l'arte contemporanea non può che
comunicare con la classicità.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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