Fino al 7 giugno 2020, al piano zero
del CAMeC saranno esposte le oltre mille opere contenute nei sedici
numeri della rivista sperimentale "BAU", tra le più
originali e significative pubblicazioni d'artista attive oggi in
Italia.
Al vernissage erano presenti: Giulia
Giorgi (assessore alle Politiche Giovanili del Comune della Spezia),
Cinzia Compalati (conservatore del CAMeC), Mara Borzone (curatrice),
Antonino Bove, Luca Brocchini, Vittore Baroni ("BAU").
Con sede a Viareggio (LU), la redazione
"BAU" - composta attualmente da Antonino Bove, Luca
Brocchini, Giuseppe Calandriello, Gabriele Menconi, Guido Peruz e
Tommaso Vassalle - realizza ogni anno un contenitore, in edizione
limitata (generalmente 150 copie), con lo scopo di relazionare tra
loro le più varie esperienze creative, promuovendole liberamente e
autonomamente, senza nessuna finalità di lucro e in completo
autofinanziamento.
Il nome "BAU", quasi verso
canino di presenza e richiesta di attenzione, ma anche termine
antiretorico e di gusto dadaista, è nella lingua tedesca radice del
verbo "costruire" ed evoca la prestigiosa Bauhaus.
"BAU" non è una rivista nel
senso tradizionale del termine, ma un "Contenitore di cultura
contemporanea", un cofanetto a tiratura limitata che trova
precedenti internazionali fra le riviste "ad assemblaggio".
È una scatola che contiene 60, 70, anche 100 contributi "sciolti"
di altrettanti autori storici e di rilevanza mondiale: non solo poeti
e artisti visivi, ma anche operatori attivi in ogni genere di altra
disciplina, in un'ottica di inclusività.
Hanno preso parte al progetto, tra i
tanti, Vincenzo Agnetti, Alain Arias-Misson, Enrico Baj, Nanni
Balestrini, Irma Blank, Ugo Carrega, Luciano Caruso, Giuseppe Chiari,
Philip Corner, Claudio Costa, Corrado Costa, Vanni Cuoghi, Gillo
Dorfles, Geoffrey Hendricks, Maurice Henry, Emilio Isgrò, Richard
Kostelanetz, Arrigo Lora-Totino, Gualtiero Marchesi, Giò Marconi,
Maria Mulas, Ben Patterson, Lamberto Pignotti, Sarenco, Arturo
Schwarz, Paolo Scirpa, Gianni Emilio Simonetti, Adriano Spatola, Aldo
Spoldi, Grazia Varisco, Ben Vautier, Sandro Veronesi, Emilio Villa,
William Xerra.
Come spiega, infatti, la curatrice, «La
rivista - progettata inizialmente da Carlo Battisti, quindi da
Gumdesign (Gabriele Pardi e Laura Fiaschi) e da Gabriele Menconi - ha
contatti nazionali e internazionali che spaziano fra le correnti
sperimentali dell'arte contemporanea, da Fluxus alla Poesia Visiva,
dalla Patafisica alla Mail Art fino alle ricerche sulle percezioni
allargate, ai rapporti fra arte, musica, informatica, moda, cucina e
molto altro».
«Se in quel mese di novembre del 2003,
nel cominciare a spedire gli inviti agli autori scelti per
partecipare al numero 0 del Contenitore di Cultura Contemporanea
"BAU" ci avessero detto che saremmo giunti al numero 16 -
dichiarano i responsabili della redazione - non ci avremmo creduto.
Invece, eccoci a tracciare una storia di oltre tre lustri di intensa
attività, di idee, progetti, incontri, conoscenze di persone sparse
nei diversi angoli del mondo, tra le più varie esperienze e culture.
Questi contatti ci permettono di assaporare le possibilità infinite
e imprevedibili della comunicazione, del desiderio di parlarsi,
confrontarsi e scambiare informazioni».
Il percorso espositivo, che conta oltre
mille lavori tra disegni, collage, micro sculture, fotografie,
racconti, video, composizioni sonore, oggetti simbolici ed evocativi,
realizzati da altrettanti autori provenienti da trentacinque nazioni,
rivela che la contemporaneità è un mosaico di esperienze e
invenzioni ibride, un caleidoscopio in continuo roteare.
In occasione della mostra viene
presentato al CAMeC "BAU 16" (2019), "Snapshot",
nella sua scatola nero mat. «L'ultimo nato - scrive Mara Borzone -
costituisce un'istantanea, coglie l'attimo, testimonia la ricerca
artistica attuale, è un confronto inevitabile fra culture mondiali
che non possono e non devono stare separate, un'ibridazione dell'arte
nei social, un nuovo stadio evolutivo della modernità, che deve
registrarne la disgregazione, l'inconsistenza, il venir meno del
coordinamento di senso. "BAU" predilige dunque i grandi
numeri e non si lascia intimorire dalle sfide: esporre tutti i
Contenitori e i loro contenuti alla Spezia, al CAMeC, è una di
queste».
L'esposizione è visitabile fino al 7 giugno 2020, da martedì a domenica dalle 11.00 alle 18.00, chiuso il lunedì (eccetto Lunedì di Pasqua). In seguito a disposizioni della Regione Liguria (ord. 1/2020), il CAMeC resterà chiuso al pubblico dal 24 febbraio al 1° marzo 2020. Ingresso intero euro 5, ridotto euro 4, ridotto speciale euro 3,50. Per informazioni: tel. +39 0187 727530, camec@comune.sp.it, http://camec.museilaspezia.it.
L'esposizione è visitabile fino al 7 giugno 2020, da martedì a domenica dalle 11.00 alle 18.00, chiuso il lunedì (eccetto Lunedì di Pasqua). In seguito a disposizioni della Regione Liguria (ord. 1/2020), il CAMeC resterà chiuso al pubblico dal 24 febbraio al 1° marzo 2020. Ingresso intero euro 5, ridotto euro 4, ridotto speciale euro 3,50. Per informazioni: tel. +39 0187 727530, camec@comune.sp.it, http://camec.museilaspezia.it.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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