Dalle 11:00 alle 18:00, presso
l’abitazione milanese dell’artista – indaga temi come la
viralità digitale e la disinformazione durante la pandemia del
COVID-19, definita dall’OMS anche come infodemia.
Il titolo
Drowning by Numbers (letteralmente “essere sommersi dai numeri”),
tratto dall’omonimo film di Peter Greenaway del 1988, pone enfasi
sul senso di smarrimento causato dall’eccesso di fake news,
informazioni inaffidabili e, soprattutto, numeri non obiettivi:
questi ultimi sono spesso comunicati in maniera parziale e fuori
contesto, invece che attraverso analisi statistiche e rigore
scientifico.
Durante le sette ore della performance online,
l’artista declama a voce alta i numeri delle visualizzazioni della
performance: in questo modo crea un legame con il pubblico, in quanto
i numeri sono in relazione al momento in cui ciascuno si collega
durante la diretta streaming.
Poiché l'R0 – il numero di riproduzione di base che gioca anche con il cognome della performer R0aR0 – è un importante concetto nell’epidemiologia e ha un ruolo cruciale nella pianificazione sanitaria, l’artista ha deciso di comunicare la modalità di fruizione della performance attraverso una catena di Sant’Antonio, principale veicolo di fake news: alle ore 11 del giorno 3 maggio 2020 invia un messaggio tramite WhatsApp a dieci suoi contatti, nel quale li invita a inoltrarlo ad almeno altre dieci persone. L’evento è diffuso come se fosse una teoria cospirazionista, con pathos ed emoji, e non in maniera istituzionale con un linguaggio neutro e trasparente. In questo modo il progetto evidenzia una criticità dell’arte contemporanea, interrogandosi se i suoi argomenti possano realmente diventare “virali”, e non solo come forma, o se siano destinati ad essere una nicchia auto-referenziale.
Poiché l'R0 – il numero di riproduzione di base che gioca anche con il cognome della performer R0aR0 – è un importante concetto nell’epidemiologia e ha un ruolo cruciale nella pianificazione sanitaria, l’artista ha deciso di comunicare la modalità di fruizione della performance attraverso una catena di Sant’Antonio, principale veicolo di fake news: alle ore 11 del giorno 3 maggio 2020 invia un messaggio tramite WhatsApp a dieci suoi contatti, nel quale li invita a inoltrarlo ad almeno altre dieci persone. L’evento è diffuso come se fosse una teoria cospirazionista, con pathos ed emoji, e non in maniera istituzionale con un linguaggio neutro e trasparente. In questo modo il progetto evidenzia una criticità dell’arte contemporanea, interrogandosi se i suoi argomenti possano realmente diventare “virali”, e non solo come forma, o se siano destinati ad essere una nicchia auto-referenziale.
Per chi non dovesse ricevere il
messaggio WhatsApp per mezzo della catena – unica modalità ideata
dall’artista per partecipare al live streaming – il CAMeC renderà
disponibile sulla sua pagina facebook dalle ore 18.01 un link che
consentirà di visionare la performance in differita.
Eleonora Roaro (Varese, 1989) è
artista visiva e ricercatrice, vive e lavora a Milano. Ha studiato
Fotografia (BA – IED, Milano), Arti Visive e Studi Curatoriali (MA
– NABA, Milano) e Contemporary Art Practice (MA – Plymouth
University, UK). La sua ricerca si focalizza sull’archeologia del
cinema, sulla video-arte e sulla relazione tra spettatori,
architettura e spazio urbano in riferimento al cinema. Attualmente è
in residenza presso Casa degli Artisti di Milano e ha appena
terminato il progetto “Realtà aumentata e realtà virtuale per la
valorizzazione del patrimonio artistico e culturale” presso
l’Università degli Studi di Udine dove era assegnista di ricerca.
Tra alcune esposizioni recenti: le mostre personali “Loops”
(Luisa Catucci Gallery, Berlino, 2017) e “Instabilità, equilibro
ed infinito” (Studio Dieci,Vercelli, 2014); i video-screening
“Video del giorno” (MACRO asilo, Roma, 2019), Generazione Critica
#6 (Fondazione Modena Arti Visive, Modena, 2019), VIDEOFORMES 2019
Festival International d’Arts Numériques (Maison de la Culture,
Clermont-Ferrand); le mostre collettive “32th Festival Les Instants
Vidéo” (Marsiglia, 2019), “Celeste Prize 2017” (OXO Tower
Wharf Londra 2017); “La Luna è una lampadina“ (Triennale,
Milano, 2017), “Stoner. Landing Pages” (Spazio Alviani, Pescara,
2016), “Mediterranea17” (Fabbrica del Vapore, Milano, 2015),
“28th Festival Les Instant Video” (Friche La Belle de Mai,
Marsiglia, 2015). Ha partecipato a diversi festival come “The
Gifer” (Galleria Sabauda, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Museo
Nazionale del Cinema, Torino, 2017), “Miami New Media Festival2
(Whynwood, Miami, 2015). È contributor per Alfabeta2, D'ARS,
Doppiozero ed Espoarte dove scrive prevalentemente di arte
contemporanea e cinema.
Il suo sito è
http://www.eleonoraroaro.com.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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