venerdì 3 aprile 2020

Shane Guffogg


Due occhi molto acuti che ti guardano intensamente e sembrano penetrare nella tua anima. Questo è il primo impatto con Guffog; mai un incontro semplice e rilassante; sempre un impegno nelle discussioni su filosofia, etica, arte, colori e musica.

Un artista "totale" coinvolto nella pittura, nella scultura, nella scrittura, nella musica e nella composizione, il cui interesse principale è l'indagine sulla pittura in sé, sulla luce e sullo spazio.

La tela diventa facilmente per lui un campo di battaglia in cui a volte si impegna in una danza, a volte in una lotta con lo spazio. Lo spazio e la luce sono stati "dominati" da lui o, meglio, "sottomessi" come materiale vivo. In ogni caso vernice, tela e luce hanno per lui un'anima.

Il suo vero segno distintivo è quello di un nastro piegato, attorcigliato, girato, curvato, piegato su se stesso, invaso dalla luce che si insinua tra le pieghe, interagendo con il colore in un modo che esalta il dramma della scena. A volte il nastro diventa solo una linea sottile, una punta a sfera estremamente piccola che sembra tessere la tela e va dal centro ai bordi o viceversa, ma cattura la vista convergendola verso l'interno; una sorta di forza centripeta che attira verso il centro come un buco nero che assorbe e contiene tutto.

Si è misurato con i grandi maestri come Rembrandt e Leonardo da Vinci creando un intero corpo di opere che rappresentavano la sua personale "danza" con un dipinto di Leonardo.


Ma Guffog sfida se stesso ogni giorno perché dipingere per lui è una relazione senza fine con un essere vivente: la tela, la pittura, la luce, lo spazio: tutti gli elementi che formano un corpo reale, un essere fisico che lui deve sottomettere, con cui deve interagire e che finalmente ha bisogno di amare.

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

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