Oggi 25 maggio 2020 è la 54° Giornata
Mondiale delle Comunicazioni Sociali, l’unica “giornata”
istituita dal Concilio Vaticano II.
Si segnala che questa edizione è
incentrata sull’importanza della narrazione: oggi la comunicazione
ha bisogno di essere più umana. L’umanità ha bisogno di narrare
il mondo e gli eventi con tenerezza, rivelando l’essere parte di
una comunità, unita e intrecciata.
Invece purtroppo non spesso questo
avviene ed anzi, rendendosi forti dei nuovi mezzi di comunicazione si
diventa aggressivi nei confronti del prossimo che spesse volte è
visto come un concorrente, un nemico.
Il compito di ogni comunicatore è
quello di tessere storie. L’uomo è un essere narrante perché è
un essere in divenire, che si scopre e si arricchisce nelle trame dei
suoi giorni. Non tutte le storie però sono buone e belle, molte
storie ci “narcotizzano” convincendoci che per essere felici
abbiamo continuamente bisogno di avere, di possedere, di consumare.
Molte storia ci spingono a diventare avidi di chiacchiere e di
pettegolezzi, e spingono a consumare violenza e falsità.
Oggi, infatti, molta comunicazione è
fatta di racconti falsati, costruiti per danneggiare l’avversario,
di trabocchetti e di finte verità. In un’epoca in cui la
falsificazione si rivela sempre più sofisticata, raggiungendo
livelli esponenziali abbiamo bisogno di sapienza per accogliere e
creare racconti belli, veri e buoni.
Nessun commento:
Posta un commento