In
diretta Facebook, dal MANN, per raccontare i tesori sommersi dal
Mediterraneo
L'esposizione visitabile sino al
prossimo 31 agosto
1° luglio. Cosa accomuna
un'impegnativa raccolta di saggi (trecento pagine e oltre
quattrocento illustrazioni) ed un suggestivo trailer di un
documentario?
Di certo il viaggio di scoperta della mostra "Thalassa, meraviglie sommerse dal Mediterraneo", in proroga al Museo Archeologico Nazionale di Napoli sino al prossimo 31 agosto: questa mattina, al MANN, Paolo Giulierini (Direttore del Museo), Salvatore Agizza e Luigi Fozzati (curatori dell'esposizione), Cherubino Gambardella e Simona Ottieri (responsabili dell'allestimento), Antonio Longo (direttore del documentario dedicato all'exhibit) hanno ripercorso, in diretta Facebook, le caratteristiche di un progetto scientifico che non si ferma al momento espositivo, ma scommette su diversi strumenti della comunicazione per narrare il Mare nostrum.
Agli esperti,
naturalmente, è destinata la silloge scientifica, edita da Electa a
completamento del ciclo di pubblicazioni già lanciate con la guida
breve; tante le tematiche affrontate nel corposo volume:
dall’archeologia subacquea alla geologia marina, dai musei del mare
alla storia della navigazione, dai commerci alla pirateria, dalla
vita di bordo all'esistenza ai margini del Mediterraneo, dalla storia
alla mitologia. E se la mostra ha scommesso sulle nuove generazioni
con l'originale racconto illustrato "Thalassa, tra mare e
stelle" (ideazione: Servizi Educativi del MANN), è il
documentario, di cui è stato presentato il trailer (
https://www.dropbox.com/s/zsat37ltot4p9kk/Thalassa%20trailer%20V04.mp4?dl=0
è il link per scaricare il video), un nuovo spazio di
approfondimento sulle avventure, storiche e moderne, dell'archeologia
subacquea.
Diretto da Antonio Longo e scritto
dallo stesso Longo a quattro mani con Salvatore Agizza, il
documentario "Thalassa, il racconto" (uscita prevista nel
2020) è un'occasione per ripercorrere le emozioni degli scavi
subacquei nel Mediterraneo, anche grazie alle nuove frontiere di
ricerca in acque profonde.
Se i filmati delle Teche Rai ricostruiscono l'esperienza dei pionieri novecenteschi dell'archeologia subacquea, è il ricordo di Sebastiano Tusa, promotore della mostra scomparso tragicamente nel marzo 2019, a narrare quanto la ricerca abbia bisogno di grandi maestri per segnare nuovi traguardi.
Se i filmati delle Teche Rai ricostruiscono l'esperienza dei pionieri novecenteschi dell'archeologia subacquea, è il ricordo di Sebastiano Tusa, promotore della mostra scomparso tragicamente nel marzo 2019, a narrare quanto la ricerca abbia bisogno di grandi maestri per segnare nuovi traguardi.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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