In epoca di pandemia da nuovo coronavirus (o meglio covid 19) si è sentito molto parlare del vaccino come unica soluzione al problema.
Quanti di noi sanno cosa è veramente un vaccino e perchè è importante farlo?
Negli ultimi giorni in tv si parla tanto delle sperimentazioni di possibili vaccini potenzialmente pronti, ma cosa accadrà se veramente sarà pronto un vaccino contro il coronavirus? Ci sarà la corsa al vaccino?
Approfondiamo insieme la parola vaccino per capirne di più: il termine "vaccino" deriva dal latino "vacca" termine che identifica la mucca e dal relativo aggettivo "vaccinus". Venne coniato dal medico britannico Edward Jenner, che nel 1796 che lo usò la prima volta per indicare il materiale ottenuto dalle pustole di bovini ammalati di vaiolo bovino. Da ciò deriva anche il termine vaccinazione, che descrive il processo di inoculazione del vaccino di Jenner in soggetti umani al fine di prevenire il vaiolo umano, simile a quello bovino ma mortale per l'uomo.
Un vaccino è una preparazione artificiale costituita da agenti patogeni opportunamente trattati (e parti di essi) somministrata nel corpo di un soggetto allo scopo di fornire un'immunità acquisita. Questa pratica (denominata vaccinazione o vaccinoprofilassi) è in grado di sfruttare attivamente la memoria immunologica del sistema immunitario, consentendo al corpo di sviluppare un sistema di difesa contro un batterio, un virus o altro microrganismo ancor prima di venire a contatto con esso.
Le vaccinazioni sono dunque un presidio preventivo per la salute, la cui introduzione ha permesso di ridurre in pochi decenni l'incidenza di malattie gravi e potenzialmente letali. Uno dei traguardi più importanti conseguiti grazie alla vaccinazione è stato raggiunto nel 1980 quando l'Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarò scomparso il vaiolo umano.
Attualmente sono disponibili diversi tipi di vaccini contro numerose malattie, la cui applicazione è regolata dalle legislazioni sanitarie delle diverse nazioni del mondo.
Oggi esistono vaccini costituiti da:
organismi attenuati, come i vaccini per la poliomielite di Sabin (OPV), febbre gialla, morbillo, parotite, rosolia, varicella, rotavirus e vaiolo.
organismi inattivati o uccisi, come i vaccini per la rabbia, l'antipoliomielite di Salk (IPV), antinfluenzali, pertosse, colera, epatite A, febbre tifoide e peste;
antigeni purificati (o vaccini a subunità), come i vaccini (costituiti da anatossine) contro il tetano o la difterite;
antigeni ricombinanti e peptidi sintetici, come il vaccino contro l'epatite B;
vaccini a DNA;
miscele adiuvanti e carriers proteici coniugati agli antigeni che consentono una maggiore risposta immunitaria e vengono spesso utilizzate nei vaccini contenenti antigeni polisaccaridici (più difficili da riconoscere per i linfociti) quali quelli contro meningococchi, pneumococchi ed Haemophilus influenzae di tipo B. Gli adiuvanti sono spesso inseriti anche nei vaccini antinfluenzali.
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