“E’ necessario identificare i positivi in tempi celeri - spiega la Ciaramella - onde evitare che gli stessi diventino untori inconsapevoli e per poter monitorare la loro rete di contatti. A tal fine, serve un patto tra pubblico e laboratori accreditati sotto un’unica regia regionale per recuperare la collaborazione del resto già in passato attivata nella fase acuta con l'autorizzazione ai sierologici. Ora che abbiamo una fase addirittura di "ordinaria emergenza ed esigenza di tracciabilitá" la rete pubblica è la priorità ma non può farcela da sola. Abbiamo già le strutture accreditate che hanno superato le procedure di selezione sull’idoneità ad effettuare anche i tamponi e basterebbe recuperare la disposizione dell'unità di crisi regionele del 10 maggio 2020 per aver una situazione a regime efficiente ed efficace. Quest'ultima aveva già intravisto anche la necessità (pensiamo ai lavoratori o imprese) per tutti anche su base volontaria di potersi fare il tampone in modo veloce e sicuro. Urge una procedura facile, chiara e trasparente in tal senso che garantisca il prosieguo dell’attività di screening non appena il pubblico va in saturazione: a quel punto, si deve poter ricorrere ai laboratori accreditati, non solo per dare risposte veloci ai cittadini ma anche per monitorare l’evoluzione della pandemia nella popolazione. E’ mia intenzione portare questo tema anche al centro della discussione nell’ambito della Direzione Nazionale PD, a cui parteciperò il 7 settembre”.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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