Da sabato 14 novembre, Notte dei Musei ora solo virtuale, il MANN presenterà su Facebook ed Instagram sette scatti di Luigi Spina
Una campagna fotografica preziosa, da cui sono state selezionate le immagini di capolavori poco noti, in prevalenza provenienti dai depositi
Il Museo conferma la propria attenzione alla dimensione social
Per settembre 2020, secondo il Politecnico di Milano, il MANN è stato l'istituto culturale italiano più attivo su Facebook in termini di post pubblicati
Sette statue per sette giorni: con sette post su Facebook ed Instagram, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli anticiperà un suggestivo tour virtuale della Sezione Campania Romana, che sarà nuovamente fruibile al pubblico da giugno 2021.
Il viaggio online inzierà su Facebook, simbolicamente il 14 novembre alle 20: per quella data e quello specifico orario era prevista la Notte dei Musei, con aperture straordinarie che, a causa dell'emergenza Covid, sono oggi trasformate in appuntamenti virtuali.
Da sabato prossimo, così, i fan e follower potranno trovare, nella rete, uno spazio per ammirare sculture quasi sconosciute: i capolavori scelti per questa preziosa e raffinata campagna digitale non saranno il Doriforo di Policileto, il Cavallo Mazzocchi o l'Afrodite di Capua, opere che pure figureranno nel riallestimento della Campania Romana, ma alcuni marmi che, provenienti per lo più dai depositi del MANN, arrichiranno le sale del piano terra nell'ala occidentale del Museo.
A guidare gli internauti in un itinerario di scoperta, da vivere per ora con like, commenti e condivisioni, saranno sette splendide immagini di Luigi Spina: il fotografo ha ripreso a studiare la staturia del nostro Istituto, con un impegno di ricerca pari a quello profuso per la Collezione Farnese.
Se l'illuminazione e l'inquadratura saranno i primi strumenti per "interpretare" l'opera, facendone emergere il valore simbolico, culturale e sociale, la vera scommessa della campagna di Spina sarà conciliare le esigenze scientifiche della documentazione con il forte senso estetico espresso da marmi e bronzi: un approccio allo stesso tempo divulgativo e rigoroso, che non soltanto "premierà" gli appassionati di archeologia, ma anche i cultori di una ricerca evocativa ed emozionale sull'immagine.
Primo post sabato prossimo, dunque,
con la statua maschile del cd. Germanico: proviene dal Macellum
di Pompei, risale ai primi decenni del I sec. d.C. ed è uno
dei tesori dischiusi dai nostri depositi.
Quasi sconosciuta anche la testa di
Apollo tipo Omphalos, che sarà postata la domenica: in ossequio alla
dimensione "multicentrica" che connoterà la Sezione della
Campania Romana, l'opera proviene da Cuma ed è copia romana (II sec.
d.C.) di un originale di età severa.
Per iniziare la settimana
online, enigma e magnetismo nell'immagine della protome di Giunone,
anch'essa svelata dai depositi: la testa, che per le sue dimensioni
particolari (sessanta centimetri circa) probabilmente è parte
di una statua di culto del Tempio di Giove a Pompei ed è databile al
I sec. d.C.
Ancora dai depositi, l'elegante figura femminile panneggiata (dal Foro di Ercolano, I sec. d.C.), così come non esposta da tempo la scultura di Olconio Rufo (I sec.d.C.), che proviene dal quadrivio di via Stabiana a Pompei. Completeranno l'anteprima social la statua femminile della Concordia Augusta (da Pompei, edificio di Eumachia, I sec. d.C.) ed il Busto di Plotina (dal settore cd. Mercurio del Palatium di Baia, 117-138 d.C., anch'esso custodito da molti anni nei depositi).
"Il lavoro sulla Campania Romana è da considerarsi una delle più significative ricerche fotografiche al Museo di Napoli degli ultimi dieci anni", commenta Luigi Spina, " Tutto questo si esplica in un'azione quotidiana di riprese che richiedono tempi precisi e giuste riflessioni per individuare l'unicità di ogni opera".
La campagna fotografica di Luigi Spina rientra nella prassi di valorizzazione del patrimonio museale, da divulgare e condividere in rete: nella recente rilevazione, realizzata dal Politecnico di Milano per la Direzione Generale Musei del Mibact, il MANN è risultato il Museo italiano più attivo su Facebook, in termini di numero di post pubbicati (122) nel settembre scorso.
Così, nella compagine più complessiva e variegata dei dati inerenti alla "propensione social" degli istituti culturali, con particolare riferimento alla specifica attività su Facebook, il MANN conferma la cura nell'applicazione delle opportunità comunicative offerte dalla piattaforma: in questi tempi difficili, una risorsa indispensabile per mantenere vivo il dialogo con il pubblico.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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