Roma, 11 nov. (Labitalia) – “Con l’elezione di Biden è emersa una sensibilità verso le politiche energetiche e i rischi per i cambiamenti climatici che crea i presupposti per pianificare un nostro investimento nei prossimi 18 mesi”.
Lo
dice, in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia, il consigliere
delegato di Epm Carmine Esposito.
Realtà leader da trent’anni
nel settore del facility ed energy management, Epm offre soluzioni
integrate anche in chiave energetica ed è stata tra le prime trenta
imprese ad entrate in Elite, il programma internazionale di Borsa
Italiana e Confindustria per agevolare le aziende nella realizzazione
dei loro progetti di crescita e nell’accesso ai capitali.
L’azienda
è certificata Emas (Eco-management and audit scheme), il sistema
comunitario di ecogestione e audit a cui possono aderire
volontariamente le imprese e le organizzazioni, sia pubbliche che
private, con sede nel territorio della Comunità europea o al di
fuori di esso, che desiderano impegnarsi nel valutare e migliorare la
propria efficienza ambientale.
“Con la nostra controllata Luma
Energia – spiega Esposito – stiamo realizzando in Europa progetti
di riqualificazione energetica sia per aziende che patrimoni
immobiliari urbani. Avevamo esplorato gli States negli ultimi anni ma
il mercato non era ancora pronto dopo l’annunciata avversione di
Trump alle politiche di sostenibilità. Adesso con Biden si aprirà
un mercato dalle grandi potenzialità supportato da un processo di
digitalizzazione sempre più veloce che permetterà ad aziende,
amministrazioni locali e patrimoni privati di far tesoro di tutta
l’innovazione e la cultura della gestione degli asset immobiliari
che abbiamo in Italia nel settore”.
“La nostra crescita –
sottolinea – è legata all’aver saputo comprendere l’evoluzione
in atto del settore del facility management integrando nel nostro
modello di crescita l’attenzione alla sostenibilità come fattore
distintivo. Un settore che è andato sempre più affermandosi come
macrofiliera della gestione dei patrimoni immobiliari”.
Epm “è
un’impresa familiare attiva nella filiera dei servizi ambientali da
oltre 30 anni cresciuta con continui investimenti che ci hanno
permesso di affrontare sia l’internazionalizzazione che l’ingresso
nel settore energetico, sia in termini di produzione (filiera
idroelettrica) che di risparmio diventando anche una esco (energy
service company). Forse l’avere per ora una proprietà familiare ci
ha permesso di fare investimenti a lungo termine per rendere ogni
nostro progetto innovativo e sostenibile che per public company
possono essere più impegnativi”.
“I processi di realizzazione
e gestione dei patrimoni immobiliari e urbani di edifici,
infrastrutture e reti esistenti o di nuova concezione – auspica
Carmine Esposito – dovranno anche negli Stati Uniti oggi sempre più
confrontarsi con le stringenti esigenze di sostenibilità ambientale
con gli elevati parametri di qualità richiesti da cittadini e
imprese e con la necessità da parte delle amministrazioni di
rispettare vincoli di bilancio inderogabili. E questo lo scenario
competitivo in cui noi ci muoviamo e che ben interpretato ci ha
aiutato a crescere”.
“Comporre, integrare e declinare tali aspetti – avverte – in un unico quadro che garantisca qualità, sostenibilità ed economicità è il compito che si prefigge il nostro team di facility energy management attraverso la gestione integrata della filiera di servizi rivolti ai patrimoni immobiliari e urbani”.
In questo ambito, dice, “specie negli ultimissimi
anni, in Italia e in Europa sono state avviate una serie di
esperienze sul campo che mirano a sviluppare programmi e progetti di
innovazione, integrazione e sperimentazione di servizi e tecnologie
smart city oriented con la finalità di supportare gli amministratori
pubblici nella rigenerazione di un ambiente urbano in grado di
favorire la produzione di capitale sociale e l’innalzamento dei
livelli di benessere e di qualità della vita”.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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