In quest'epoca l'isola iniziò a mutare radicalmente la sua composizione demografica, divenendo luogo di rifugio per le popolazioni in fuga dalle devastazioni dovute all'invasione longobarda e dalle scorrerie dei pirati saraceni.
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, infatti, l'isola subì devastazioni da parte dei Vandali e dei Goti ma non si piegò mai ai longobardi rimanendo sempre sotto la giurisdizione del duca bizantino di Napoli, nel territorio della Contea di Miseno.
In particolare, sembra che l'isola abbia accolto le ultime popolazioni in fuga dal porto di Miseno, distrutto dai Saraceni nell'850 e mutò d'aspetto passando dal tipico insediamento "diffuso" di epoca romana a borgo fortificato tipico dell'età medievale: la popolazione si rifugiò sul promontorio della Terra, naturalmente difeso da pareti a picco sul mare e in seguito più volte fortificato, mutando così il nome prima in Terra Casata e poi in quello odierno di Terra Murata.
Con la conquista normanna del meridione d'Italia, Procida sperimentò anche il dominio feudale: l'isola (con annessa una parte di terraferma il Monte di Miseno, poi detto Monte di Procida) venne assoggettata alla famiglia di origine salernitana dei Da Procida che dall'isola presero il nome. Di questa famiglia ricordiamo che l'esponente di maggior spicco fu Giovanni Da Procida III consigliere di Federico II di Svevia.
http://www.rosarydelsudartnews.com/2021/02/procida-cenni-storici-gli-antichi-romani.html
INVITO A SEGUIRE IL PROSSIMO APPUNTAMENTO DEL 27 FEBBRAIO.
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