Durante la dominazione di Carlo V° a Napoli l'isola di Procida fu confiscata all'ultimo Cossa e concessa in feudo alla famiglia dei d'Avalos d'Aquino d'Aragona (nel 1529), fedele alla casa d'Asburgo.
Il primo feudatario fu dunque Alfonso d'Avalos (marchese del Vasto e generale di Carlo V, cugino di Fernando Francesco d'Avalos).
Anche in quest'epoca protagonisti furono ancora i pirati saraceni ed anche lotta tra gli Ottomani e l'impero spagnolo: in particolare ben documentata fu l'incursione nel 1534 ad opera del pirata Khayr al-Din, detto il Barbarossa, conclusa con devastazioni e con un gran numero di procidani deportati come schiavi.
L'isola poi venne nuovamente devastata nel 1548, nel 1552, nel 1558 e nel 1562.
Si segnala che le testimonianze di questo periodo storico sono le torri di avvistamento sul mare, diventate in seguito il simbolo dell'isola, una seconda cinta muraria attorno al borgo della Terra Murata e l'inizio della costruzione del Castello D'Avalos (1563), ad opera degli architetti Giovan Battista Cavagna e Benvenuto Tortelli.
Un miglioramento delle condizioni di vita nell'isola di Procida si ebbero tuttavia solo dopo la battaglia di Lepanto che ridusse le attività della marina ottomana nel Mediterraneo occidentale, permettendo la nascita nell'isola di un'economia legata alla marineria.
http://www.rosarydelsudartnews.com/2021/02/procida-e-il-medioevo.html
INVITO A SEGUIRE IL PROSSIMO APPUNTAMENTO DEL 6 MARZO.
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