GALLERIA FUMAGALLI
Anne & Patrick Poirier, Marco Tirelli, Giuseppe Uncini
ARCHITETTURA – SPAZIALITÀ – ARTEFATTO
A cura di Lóránd Hegyi
Inaugurazione: mercoledì 26 maggio 2021, dalle 13 alle 19
26
maggio – 30 luglio 2021
La Galleria Fumagalli presenta la prima
mostra del ciclo “MY30YEARS – Coherency in Diversity”, un
programma ideato e curato dal critico ungherese di fama
internazionale Lóránd Hegyi che intende celebrare i 30 anni di
carriera di Annamaria Maggi, alla guida della galleria dal 1991.
Il
progetto nasce dalla volontà di offrire uno spaccato
sull’orientamento estetico e curatoriale perseguito dalla Galleria
Fumagalli nel corso degli ultimi tre decenni, esaltandone la
coerenza, ma anche con l’intento di stimolare nuove prospettive
sull’interpretazione dell’opera di grandi maestri in dialogo con
artisti più giovani. Ognuna delle otto mostre del ciclo “MY30YEARS
– Coherency in Diversity” prevede, infatti, l’esposizione
congiunta dell’opera di tre artisti seguiti e rappresentati dalla
Galleria, appartenenti a diverse generazioni e gruppi, provenienti da
città e paesi differenti, che rappresentano posizioni e strategie
metodologiche diverse, eppure riconducibili ad alcune idee estetiche
di base convergenti. Come specificato dal curatore Lóránd Hegyi nel
testo critico che accompagna l’esposizione, «è intenzione di
questa serie di mostre presentare le opere selezionate nel contesto
di una reinterpretazione costante, imparziale, rigenerante, come
effettivamente accade nel processo storico-culturale reale di
rivalutazione e reinterpretazione radicale delle opere d'arte. Si
tratta di un processo – storicamente legittimo, inevitabile o
addirittura necessario – in cui le giovani generazioni di artisti
proiettano la propria comprensione dell'arte sulla situazione
storico-culturale e recepiscono queste condizioni attraverso un
legittimo arbitrio storico, selezionando per se stesse [e
perseguendo] una radicale revisione e rivalutazione di sistemi dati,
ereditati, convenzionali, e dall'altra – nonostante l'apparente
discontinuità e critica – una continuità e permanenza di certe
idee di base, o la durabilità di varie componenti dei loro sistemi
di valori, che possono sopravvivere molto dopo la loro creazione,
molto dopo lo scioglimento dei loro contesti concettuali originari e
che possono essere inclusi nelle nuove realtà mentali.»
La
prima mostra “Architettura - Spazialità – Artefatto” presenta
congiuntamente le opere di Anne & Patrick Poirier, Marco Tirelli,
Giuseppe Uncini consentendo una lettura plausibile e poeticamente
efficace di certi loro orientamenti tematici senza voler suggerire
alcuna forzata uniformità. I termini architettura, spazialità,
artefatto, infatti, si concretizzano nelle loro opere in modi
diversi, coniugando però connotazioni architettoniche, ricerca della
presenza spaziale e significato metaforico dell’artefatto.
Mentre
l’opera di Anne & Patrick Poirier combina forme architettoniche
archetipiche a significati ed esperienze umane attuali, restituendo
una continua reinterpretazione metaforica e un aggiornamento
dell’eredità storico-culturale, collettiva e convenzionale, la
ricerca plastica di Giuseppe Uncini si traduce in opere che si
dispiegano immediatamente nello spazio come concrete, tangibili,
eppure fondamentalmente mai mimetiche bensì astratte, che
trasmettono una situazione spaziale stimolante, dinamica e un senso
di nobile semplicità. A chiudere la triade, nell’opera di Marco
Tirelli si palesano forme architettoniche volutamente enigmatiche,
recanti poetiche allusioni a ricordi personali, spunti immaginari e
associazioni mentali avulsi da qualsiasi contesto comprensibile, di
fronte a cui lo spettatore diventa partecipe di un evento indefinito
e spirituale che si svolge in uno spazio metaforico.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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