Un viaggio a ritroso nel tempo per intraprendere il percorso di visita: la prima sezione della mostra rintraccia, nei riti funerari e nei combattimenti in onore dei defunti, gli elementi che costituiscono gli antecedenti delle esibizioni dei Gladiatori.
Tra i nove manufatti esposti in questo segmento iniziale dell’allestimento, si parte naturalmente dal Vaso di Patroclo (340-320 a.C.), appartenente alle collezioni del MANN: il cratere fu scoperto casualmente a Canosa nel 1851, all'interno di una monumentale sepoltura sotterranea destinata ad ospitare le spoglie di un cavaliere. Il vaso, alto oltre un metro e mezzo, presenta una ricca decorazione: la scena principale si sviluppa su tre registri e si ispira all'Iliade di Omero. Il centro della raffigurazione è occupato dalla pira che, identificata dalla scritta "Patroklou taphos" (tomba di Patroclo), era stata fatta preparare da Achille per il funerale dell'amico morto.
Al IV sec. a.C. risalgono le lastre provenienti dalla Necropoli del Gaudo di Paestum; si tratta della tomba 7, tra cui spiccano, in particolare, due raffigurazioni: la prima scena è una lotta tra guerrieri, accompagnati da una suonatrice di doppio flauto; la seconda è una caccia al cervo.
In questa sezione, si può ammirare anche il rilievo con scena di combattimento di Gladiatori (I sec. a.C.), rinvenuto a Roma sulla via Ostiense: il reperto, custodito al Museo Nazionale Romano e proveniente da un antico monumento funerario, è messo in dialogo con l’opera di Francesco Morelli, che riproduce la decorazione ormai perduta della tomba pompeiana detta di Umbricio Scauro.
L’olio su tela di Francesco Netti riflette la rilettura contemporanea del mito dei gladiatori: nel dipinto, in prestito dal Museo di Capodimonte, la raffigurazione degli eroi al triclinio dopo il combattimento all’arena.
http://www.rosarydelsudartnews.com/2021/03/gladiatori-sino-al-6-gennaio-2022-al.html
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
VI ASPETTO DOMANI POMERIGGIO SEMPRE CON I "Gladiatori" al MANN
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