Non semplici strumenti per lo scontro con gli avversari, ma simbolo della provenienza etnica e delle classi dei Gladiatori: in mostra, è possibile ammirare i circa cinquanta esemplari della celebre collezione di armi, provenienti soprattutto da Pompei ed appartenenti al patrimonio del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
I reperti (tra questi, elmi, scudi, schinieri, spallacci, cuspidi di lancia, pugnali, spade), soltanto sporadicamente esposti all’Archeologico nella loro completezza, entreranno a far parte del nuovo ed ampliato allestimento pompeiano del MANN: nella sua varietà e ricchezza, fu proprio questa raccolta ad essere fonte d’ispirazione per il celebre film sui Gladiatori di Ridley Scott e con Russel Crowe.
La collezione rappresenta la più celebre raccolta di armi di epoca romana giuntaci dall’antichità: nel Settecento, fu ritrovata Pompei nel Quadriportico dei Teatri, adibito a Caserma dei Gladiatori dopo il terremoto del 62 d. C.
Sottoposta, dall’epoca borbonica in poi, a successive campagne di restauro, la raccolta è stata anche ammirata in occasione di importanti esposizioni internazionali, organizzate in Europa e negli Stati Uniti: tramite i reperti, spesso riccamente decorati, è possibile cogliere le differenze tra le diverse classi dei Gladiatori.
Tra le tipologie più note, vi è il Mirmillone: indossava un elmo pesante, che copriva l’intero volto, attaccava con una lunga spada e si difendeva con un largo scutum ricurvo, mentre le gambe erano protette con un solo schiniere (ocrea), spesso adornato con motivi mitologici.
Nell’allestimento, così, si ritrovano veri e propri capolavori, che testimoniano quanto le armi dei gladiatori siano quasi creazioni artistiche, caratterizzate da un articolato sistema decorativo: a questo proposito, gli studiosi hanno osservato che la collezione pompeiana includesse esemplari da parata, non necessariamente indossati durante gli scontri.
Risaltano gli elmi, come quello con gorgoneion (sulla crista del reperto, Marte, grifi ed eroti), con Muse (sulla crista, giovane con siringa e pedum, strumenti musicali), con gladiatori tra amorini armati (sulla crista, erma di Ercole e scene di baccanali), con scene della caduta di Troia, con personificazione di Roma, barbari e prigionieri, trofei e vittorie.
Spaziando tra questi reperti, in mostra è possibile quasi cimentarsi a ricostruire l’armatura di un Mirmillone: come caso esemplificativo, assumiamo lo splendido Elmo con Muse e l’ocrea, entrambi componenti realizzati con un ricco apparato decorativo. Sulla calotta dell’elmo, vi è un altorilievo, in cui sono raffigurate, da un lato, Clio (Musa della Storia) e Polimnia (Musa dell’Arte), mentre sono di fronte Urania (Musa dell’Astronomia) ed Euterpe (Musa della Poesia Lirica). Sull’ocrea, invece, ci sono due schiere di amorini: il primo gruppo di tre eroti trasporta un fulmine, un elmo, un’asta ed un caduceo; il secondo terzetto, invece, realizzato in bassorilievo di dimensioni più piccole, caccia un cinghiale con l’aiuto dei cani.
Avversario immancabile del Mirmillone era il Trace, il cui nome conserva ancora la connotazione etnica di una delle popolazioni nemiche di Roma: questo combattente aveva un elmo che, prescindendo dalla maggiore o minore raffinatezza di esecuzione, era caratterizzato da un cimiero con la riproduzione di grifone; nell’esemplare della collezione del MANN, spiccano anche la tesa dritta e l’apertura per gli occhi con piccole grate.
Diversa la dotazione di armi che accompagnava il Secutor: si opponeva al Retiarius, indossando elmo tondeggiante (due gli esemplari in esposizione) e scudo liscio per non consentire appigli alla rete dell’avversario. Simile a quella del Secutor è l’armatura del cosiddetto Provocator: portava un elmo liscio con paranuca posteriore, impugnava armi da taglio e si sfidava quasi esclusivamente con la stessa categoria di combattenti; da non perdere, nell’esposizione, due elmi con aquila, busto di Ercole, maschera e con gladiatore tra elmo e spada.
Il Reziario, infine, combatteva sollevando una rete munita di pesi per avvolgere gli sfidanti: tra le armature specifiche di questa tipologia di gladiatore, figura il galerus (placca protettiva su spalla sinistra, estesa a proteggere la gola), che in mostra ritroviamo con interessanti esemplari (galerus con busto di Eracle ed amorini e con delfino, tridente, ancora, timone e granchio).
Nella sezione, vi sono anche diversi reperti legati ai momenti musicali che accompagnavano le gare dei Gladiatori: tra questi, sempre da Pompei, alcuni cornua del I sec. d.C. ed una copia moderna di una doppia tibia da un originale del I sec. d.C. (il prestito è dal Museo della Civiltà Romana).
In dialogo con la splendida collezione di armi da Pompei, vi sono alcuni rilievi: risale alla fine del I sec. a.C. la scena di combattimento fra Gladiatori, in prestito dal Parco Archeologico del Colosseo; dai Musei Capitolini proviene la raffigurazione dello scontro tra Retiarius e Secutor.
Dislocato in Atrio, per accogliere i visitatori, il grande rilievo (età neroniana-flavia) con scene di spettacoli gladiatori: il reperto (dalla necropoli marittima di Pompei) fa parte delle collezioni del MANN. Qui la rappresentazione segue le tre fasi dei giochi: nel registro superiore, vi è la parata, durante la quale sfilavano i partecipanti alla giornata di giochi; nel registro centrale, che ha dimensioni maggiori, si svolge il combattimento tra i Gladiatori; nella parte inferiore, la caccia di animali feroci.
Caratterizza la sezione, infine, un’imperdibile incursione nell’arte contemporanea: al genio di Giorgio De Chirico è affidata la suggestiva rappresentazione pittorica “Gladiatori e arbitro III” (1931, Udine, Casa Cavazzini).
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
VI ASPETTO DOMANI POMERIGGIO SEMPRE CON I "Gladiatori" al MANN
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