A cura di Alberto Salvadori
M77
M77 presenta La visibilità dell'invisibile, progetto espositivo dedicato all'artista Alberto Biasi (Padova, 1937), a cura di Alberto Salvadori e appositamente concepito per gli spazi della galleria.
L’esposizione,
compatibilmente con eventuali restrizioni dovute all'evolversi della
pandemia, sarà aperta al pubblico da lunedì 17 maggio a domenica 19
settembre 2021.
Alberto Biasi è tra i maggiori protagonisti
dell'arte italiana del dopoguerra: pioniere dell'Arte Programmata e
co-fondatore dello storico Gruppo N, Biasi ha incentrato la propria
ricerca artistica sulla ricerca ottico-cinetica estesa alla
realizzazione di installazioni, ambienti e, più recentemente, di
sculture.
Con questa mostra, M77 e il curatore Alberto
Salvadori hanno inteso tornare alle origini della lunghissima
carriera dell'artista padovano, valorizzandone soprattutto gli
aspetti gestaltici ed esperienziali e il ruolo rivoluzionario svolto
per introdurre nel nostro paese il concetto stesso di ambiente/opera
d'arte.
I quattro ambienti e l'installazione esposti da M77
non giocano solo con lo spazio e la luce, ma anche e soprattutto con
chi si trova a percorre i mondi che l'artista ha preparato per lui:
il visitatore, con le sue reazioni e risposte alle stranianti
proposte dell'artista, è il vero protagonista dell'opera.
"Ho
scelto La visibilità dell'invisibile come titolo dell'esposizione",
spiega Salvadori, "perché nel lavoro di Biasi tengo a
sottolineare la centralità della dimensione di partecipazione
co-creativa del fruitore attraverso lo strutturarsi fenomenologico
delle esperienze proposte dall'artista in un percorso autenticamente
personale, piuttosto che la pur importante ricerca sulla percezione
visiva in senso stretto. Nello studiare il primo Biasi non è
possibile sopravvalutare il gusto quasi dadaistico e il piacere
ludico con cui vengono concepite e proposte le sue
installazioni-ambiente; lo stesso dicasi per l'influsso di Opera
Aperta di Eco, davvero decisivo".
All'ingresso
dell'edificio di M77 in via Mecenate il visitatore verrà accolto da
La mostra del pane, installazione del 1961 di chiara ascendenza
duchampiana in cui vengono esposti i panini realizzati da un fornaio
di fantasia, chiamato Giovanni Zorzon a ricordare Giorgione,
quasi-conterraneo di Biasi.
Quelle che furono senza dubbio le
prime opere di arte cinetica programmata di Biasi, gli ambienti
Proiezioni di luce e ombra (1961) e Light Prism (1962) sono invece
lavori accomunati dal cinetismo reale, cioè dall'intervento di
piccoli motori elettrici che introducono un moto programmato nello
spazio che il visitatore è chiamato ad attraversare e nella sua
illuminazione.
Con Eco, del 1974, il ruolo dell'azione dello
spettatore come parte determinante dell’operazione artistica è
ancora più evidente: si tratta di un environment che ruba l’ombra
del fruitore generando un’impronta\ombra di chi si mette in
rapporto con una parete fotosensibile. Si crea così un’opera
effimera, evanescente, destinata a scomparire dopo pochi attimi dalla
sua creazione.
Il quarto ambiente in mostra, Io sono, tu sei,
egli è (1973) è profondamente concettuale: suddivide lo spazio in
una sorta di trittico in cui si manifestano le riflessioni maturate
dall’artista sulla propria identità e sulla propria corporeità
dotata di sensi. La pittura è lo egli è, il tu sei è l’happening,
io sono rappresenta la tautologia.
La mostra è accompagnata
da un catalogo costruito intorno a un testo in cui il curatore
Alberto Salvadori sviluppa e riprende le fila di un approfondito
dialogo con l’artista. Il volume è corredato da materiali
d'archivio sulle opere esposte, da un'accurata biografia di Biasi e
da una bibliografia. L'apparato iconografico è costituito dalle
installation views realizzate in mostra.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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