Mostra a cura di
Mariano Boggia
Dal 27 aprile 2021
A partire dalle riflessioni suscitate da questo anno di pandemia, la Fondazione Merz presenta un nuovo progetto espositivo incentrato sulle figure di Mario e Marisa Merz, per costruire una prima possibile risposta alla domanda sul ruolo, oggi, di una istituzione culturale quale la nostra. Costruire presenza e rafforzare un’identità per immaginare una necessaria evoluzione coerente e infondere progettualità, sono queste alcune delle linee guida che hanno condotto la Fondazione Merz alla decisione di costruire un progetto espositivo che avesse un cuore intimo, familiare, domestico, ma al contempo la forza e la vitalità di una esplorazione inedita.
“Marisa e Mario Merz. La punta della
matita può eseguire un sorpasso di coscienza” è un progetto
espositivo inedito, a cura di Mariano Boggia, che presenta, nella
particolare luce di questo tempo, il lavoro di Marisa e Mario
Merz.
Per la prima volta negli spazi della Fondazione il
lavoro di Marisa e Mario si incontra in un percorso unitario, quasi a
ricreare la dimensione dialogica, lo scambio intenso e profondo sulle
reciproche pratiche che sempre esercitarono, mantenendo punti di
vista individuali.
Il titolo della mostra è una esplicita
citazione di una frase di Mario Merz che riconduce al terreno comune
della pratica artistica come punto di inizio per la prefigurazione di
mondi sconosciuti.
“Presentare insieme le opere di
Marisa e Mario Merz significa avere l’opportunità di cogliere due
modalità espressive differenti, ma intimamente collegate e
interagenti. Marisa e Mario vivono e si mostrano sempre insieme, è
impossibile separarli. Insieme lavorano negli spazi domestici della
casa; insieme si muovono nel mondo esercitando ciascuno sull’altro,
stimoli, incoraggiamento e protezione” – dice Mariano Boggia,
curatore della mostra.
Il progetto espositivo vuole
sottolineare come la qualità e l’energia impressa nelle opere dei
due artisti sia la stessa, seppure di valenza diversa, e propone al
visitatore l’opportunità di una riflessione anche sulla loro
considerazione del tempo e dello spazio. Marisa e Mario si affiancano
in una continuità di creazione artistica che modifica la natura
stessa del tempo, un “tempo presente infinito” che li lega nella
vita, nella condivisione, nella discussione e nella costruzione
critica, lasciando però libera e unica la produzione artistica.
È
il “tempo presente infinito” la dimensione in cui ogni giorno
Marisa si dedica allo studio della struttura dei volti femminili con
il disegno, la pittura, la scultura. Talvolta queste opere sono
inserite in ambienti attraversati da trame di filo di rame, in un
ponte temporale che unisce, attualizzandoli, esiti artistici di
momenti lontani.
Ed è sempre il “tempo presente infinito” ad
avvolgere anche l’attività di Mario che a ogni occasione ha
reinventato il suo igloo attraverso l’uso di materiali sempre
diversi, disegnando di volta in volta un paesaggio abitato da nuove
specie di animali e vegetali, immagini di una natura reinventata e
riclassificata.
Come il tempo anche lo spazio viene
reinventato: la dimensione domestica non è diversa da quella
museale: come nella loro casa-studio, nella Fondazione l’ambiente
presenta una fitta trama di disegni, sculture, oggetti ed è segnato
dal neon dei numeri di Fibonacci, in una vertigine che ripropone la
domanda di Mario se lo spazio sia curvo o diritto.
Il
visitatore sarà immerso in un dialogo continuo, alla scoperta di
lavori anche inediti, nella prosecuzione del tempo presente infinito
abitato da Marisa e Mario Merz.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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