OGNUNO HA LA SUA CELLA MENTALE
Ho rifatto il letto della mia cella
messo a posto i libri.
Ho pestato i pensieri nel
mortaio di marmo.
Mi sono guardato allo specchio,
avevo vent'anni ero io.
non ho visto rughe , come
quelle comparse adesso,
ne ho contato 69, ne conterò
fino dove mi faranno contare.
Poi i vermi mi vorranno mangiare,
non lo permetterò, ho scritto: crematevi.
perchè i vermi non sono perle .
Esco ed entro dalla cella, ambito
mentale di ogni umano.
Esco e vivo su di me tutto quello che vorrei,
e non ho mai avuto.
Accarezzare il tuo volto donna
che mi attrae senza limiti.
Parlare nelle notti incandescenti,
sai quelle con milioni di stelle.
La porta della cella è senza serratura,
si apre sul mondo, tu entra quando vuoi.
Vedo che non solo le mie rughe avanzano,
anche le tue non scherzano, il tempo
è implacabile, non lo possiamo tenere,
racchiuso nelle nostre mani.
Via , il tempo, e noi segnati nei minuti,
nelle ore, nei giorni, e poi si accumulano
negli anni, e tutto scivola via.
Nessuno dovrebbe vivere di tempo perduto,
nessuno dovrebbe vivere solo.
Solitudine, si insinua sempre in noi, come
uno spazio inospitale e desertico, senza affetti.
No , no, nella mia cella non c'è spazio per la solitudine,
per amori falsi solo per fruttare il mio amore incondizionato, ti consumano l'anima .
Pasquale Esposito.
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