mercoledì 12 maggio 2021

TEATRINO DI PALAZZO GRASSI

Riapre il Teatrino di Palazzo Grassi

Palazzo Grassi invita Lo schermo dell'arte Festival di cinema e arte contemporanea  

27 - 30 maggio 2021
San Marco 3260, Venezia / Accanto a Palazzo Grassi 
Giovedì 27 maggio - domenica 30 maggio 2021

 




4 serate e 15 titoli: un’esclusiva selezione di film tratta dalla tredicesima edizione della rassegna fiorentina dedicata al rapporto tra cinema e arte contemporanea.
 
Proiezioni in lingua originale, con sottotitoli in italiano.
Ingresso soggetto a contingentazione su prenotazione obbligatoria tramite il sito www.palazzograssi.it
 
 
Il Teatrino di Palazzo Grassi riapre le porte, pronto ad accogliere nuovamente il suo pubblico in piena sicurezza, con una programmazione culturale di grande qualità.
A segnare la ripresa delle attività, un appuntamento molto speciale, parte della proposta del Teatrino di Palazzo Grassi sin dal 2014, che segna una storica collaborazione: Palazzo Grassi rinnova l’invito a Lo schermo dell’arte Festival di cinema e arte contemporanea, progetto unico dedicato alle molteplici interazioni tra cinema e arte contemporanea, diretto da Silvia Lucchesi.
 
La rassegna fiorentina porta a Venezia un programma di 15 titoli, firmati da importanti video-artisti e filmmaker internazionali, selezionati insieme a Palazzo Grassi come ormai da tradizione. Da giovedì 27 a domenica 30 maggio, il Teatrino di Palazzo Grassi presenta un calendario di proiezioni pensato ad hoc per il proprio pubblico e per essere fruito in totale sicurezza.
In ogni giornata, infatti, saranno a disposizione quattro sessioni di proiezioni, accessibili su prenotazione che permetteranno di assistere ai film in programma nel corso della mattinata oppure nel pomeriggio.
Giovedì 27 maggio in cartellone 4 titoli. Si parte con “Szeemann and Lenin Crossing the Alps” di Rudolf Herz (Germania, 2019, 18’ 46’’), un ritratto inedito e intenso del celebre curatore e critico d’arte svizzero Harald Szeemann (1945 – 1980), scomparso nel 2005.
A seguire, il film dell’artista palestinese Emily Jacir, “Letter to a friend” (Palestina, 2019, 43’), lancia un appello al gruppo di ricerca inglese Forensic Architecture affinché conduca delle indagini sulla strada di Betlemme in cui la famiglia dell’artista vive da anni, prima che venga requisita dalle autorità israeliane.
“Recoding Art” (Brasile, 2019, 15’) di Bruno Moreschi e Gabriel Pereira è il titolo successivo. Il film mette in scena un singolare esperimento, invitando sette diverse tipologie di intelligenze artificiali a reinterpretare alcune opere del Van Abbemuseum di Eindhoven.
La giornata si conclude con “Spit Earth: Who Is Jordan Wolfson?” (Stati Uniti, 2020, 55’) di James Crump. Grazie all’uso di differenti tecnologie, le opere di Wolfson riescono a sollevare una serie di questioni che riguardano la società contemporanea: omofobia, misoginia, razzismo, nazionalismo, antisemitismo e violenza.
 
Venerdì 28 maggio riprendono le proiezioni con “De Oylem iz a Goylem” di Omer Fast (Austria, Germania, 2019, 24’) in cui una sciatrice incontra sulla seggiovia il fantasma di un ebreo ortodosso dando il via a una serie di riflessioni sul nostro sistema di credenze.
Sarà poi il momento di “The Sculpture” dell’artista taiwanese Musquiqui Chihying (Taiwan, 2020, 28’) che racconta la vicenda Xie Yanshen, collezionista e filantropo cinese, nonché direttore del Museo internazionale privato di arte africana a Lomé, Togo, recentemente protagonista di una cospicua donazione di manufatti d’arte africana al Museo nazionale cinese di Pechino.
L’ultimo film del programma giornaliero è “Aalto” di Virpi Suutari (Finlandia, 2020, 103’): un omaggio al grande architetto scandinavo condotto attraverso l’intenso scambio epistolare tenuto con la prima moglie, Aino.
 
Sabato 29 maggio la rassegna prosegue con altri cinque titoli, il primo è “BUSTROFEDICO” di Anna Franceschini (Italia, 2019, 14’ 47’’), realizzato per il finissage del Padiglione Italia alla Biennale d’Arte 2019, che reinterpreta il labirinto in cui erano collocate le opere di Enrico David, Chiara Fumai e Liliana Moro.
Si prosegue con “History of a Tree” di Flatform (Italia, 2020, 24’), la storia della quercia vallonea più antica d’Europa sita a Tricase, in provincia di Lecce, sotto la cui chioma in quasi un millennio di vita hanno trovato riparo donne e uomini di passaggio, raccogliendo idealmente le loro vicende.
Successivamente, lo schermo del Teatrino presenta “Becoming Alluvium” di Thao Nguyen Phan (Spagna, Vietnam, 2019, 16’40’’), che pone al centro della narrazione il fiume Mekong, attraverso i cui cambiamenti l’artista ritrova il passato e si interroga sul futuro del Vietnam e delle sue risorse naturali.
A seguire “Three Works for Piano” di Dani Gal (Germania, 2020, 34’) in cui musica d’avanguardia e testimonianze di violenze riportate da un soldato israeliano si alternano.
L’ultimo film della giornata è “#JR” di Serge July e Daniel Ablin (Francia, 2018, 52’), il documentario dedicato all’artista francese che con le sue fotografie di dimensioni colossali coinvolge diverse popolazioni incontrate un po’ in tutto il mondo, nella convinzione che l’arte possa offrire un contributo fondamentale per cambiare le cose.
 
Domenica 30 maggio, ultimo appuntamento con Lo schermo dell’arte al Teatrino di Palazzo Grassi!
Apre le proiezioni “Haunting” di John Menick (Stati Uniti, 2020, 32’) che conduce il pubblico nel cuore della storia del cinema horror: un lavoro di found footage proietta in sincrono su due schermi diversi una selezione di spezzoni tratti dai principali titoli internazionali che hanno segnato l’evoluzione di questo genere.
Si continua con “Kala Azar” (Paesi Bassi, Grecia, 2020, 91’), il primo lungometraggio dell’artista greca Janis Rafa, che racconta la vicenda di una coppia che lavora in un crematorio per animali recuperando carcasse trovate per strada, restituendo cura e affetto a questi corpi in un tentativo di riaccendere una luce su un paesaggio devastato dalla crisi economica e sociale.
Infine, l’ultimo titolo di questa edizione: “Keith Haring: Street Art Boy” di Ben Anthony (Regno Unito, 2020, 53’), un salto nella scena culturale newyorkese degli anni Ottanta, tra new wave, rap e graffiti.

 

Tutti gli appuntamenti del Teatrino sono comunicati e costantemente aggiornati sul sito di Palazzo Grassi alla voce “Eventi”. www.palazzograssi.it


IL PROGRAMMA
 
Giovedì 27

12.00
17.30
Szeemann and Lenin Crossing the Alps di Rudolf Herz
Germania, 2019, 18’46’’
vo: tedesco; st: italiano
L’artista Rudolf Herz, invitato da Harald Szeemann nel 2003 a partecipare ad una sua mostra, decide di coinvolgere il curatore svizzero nel suo progetto “Lenin on Tour”, proponendogli un viaggio a bordo di un tir che trasporta un gigantesco mezzo busto di Lenin. Il film è una lunga intervista e ci offre, ad anni di distanza dalla morte di Szeemann avvenuta nel 2005, un ritratto intenso del poliedrico e coltissimo curatore.
 
12.30
18.00
Letter to a friend di Emily Jacir
Palestina, 2019, 43’
vo: inglese; st: italiano
L’artista Emily Jacir vive in una delle zone più critiche di Betlemme, in Palestina, area in cui l’intervento edilizio e militare dello stato di Israele ha sconvolto completamente la geografia e la vita dei suoi abitanti. In questo film lancia un appello al gruppo di ricerca londinese Forensic Architecture, chiedendo loro di condurre un’indagine per ricostruire la storia della strada in cui si trova la casa che da oltre un secolo appartiene alla sua famiglia, prima che i soldati israeliani possano requisirla.
 
14.00
19.15
Recoding Art di Bruno Moreschi & Gabriel Pereira
Brasile, 2019, 15’
vo: inglese; st: italiano
L’artista brasiliano Bruno Moreschi e il ricercatore in media digitali Gabriel Pereira hanno chiesto a sette sistemi di intelligenza artificiale, solitamente utilizzati per il riconoscimento di immagini commerciali, di reinterpretare le opere della collezione del Van Abbemuseum di Eindhoven. Tra i risultati ottenuti gli autori hanno poi cercato glitch, errori e letture inaspettate da parte delle IA per capire se queste possano essere un nuovo modo di vedere l’arte.
 
14.20
19.50
Spit Earth: Who Is Jordan Wolfson? di James Crump
Stati Uniti, 2020, 55’
vo: inglese; st: italiano
Jordan Wolfson è un artista controverso le cui opere, inquietanti e provocatorie, sono famose per suscitare reazioni estreme sia da parte di coloro che lo criticano che dei suoi sostenitori. Grazie all’uso di differenti tecnologie quali la realtà virtuale e l’animazione e di modelli robotici, le opere di Wolfson riescono a sollevare una serie di questioni che riguardano la nostra società contemporanea: omofobia, misoginia, razzismo, nazionalismo, antisemitismo e violenza.
 
 
Venerdì 28

12.00
17.20
De Oylem iz a Goylem di Omer Fast
Austria, Germania, 2019, 24’
vo: yiddish, tedesco; st: italiano
In una località di montagna, una sciatrice solitaria incontra il fantasma di un ebreo ortodosso che le appare seduto accanto nella seggiovia e le racconta un’antica fiaba ebraica. Il film è una rappresentazione della relazione tra l’umano e il sovrannaturale nel quale lo spettatore si trova a riflettere sulla propria sfera di credenze e a chiedersi se, come recita il titolo, il mondo sia un Golem.
 
12.30
18.35
The Sculpture di Musquiqui Chihying
Taiwan, 2020, 28’
vo: mandarino; st: italiano
In questo film l’artista taiwanese Musquiqui Chihying indaga le relazioni geopolitiche tra Asia, Africa ed Europa. In un susseguirsi di immagini in bianco e nero, il film racconta la figura di Xie Yanshen, collezionista e filantropo cinese, nonché direttore del Museo internazionale privato di arte africana a Lomé, Togo, che recentemente ha donato parte della sua collezione di più di 5000 artefatti africani al Museo nazionale della Cina di Pechino.
 
14.00
19.30
Aalto di Virpi Suutari
Finlandia, 2020, 103’
 vo: inglese, finlandese, francese, tedesco, russo, italiano, svedese; st: italiano
Il film racconta, con materiali d’archivio inediti, la vita e l’attività di uno dei grandi protagonisti dell’architettura e del design, Alvar Aalto, e della sua prima moglie Aino, una coppia che con le sue iconiche creazioni ha definito il segno del design scandinavo. La narrazione segue uno scambio epistolare dei due architetti finlandesi alternato con immagini di alcune creazioni firmate da Aalto accomunate dall’importanza della luce e da una stretta relazione con la natura: un’architettura a misura d’uomo.
 
 
Sabato 29

12.00
17.30
BUSTROFEDICO di Anna Franceschini
Italia, 2019, 14’47’’
vo: inglese; st: italiano
Realizzato come evento speciale per la chiusura del Padiglione Italia della 58esima Biennale di Venezia del 2019, nel film la macchina da presa attraversa, in maniera circolare e frenetica, gli spazi della mostra parzialmente riadattati per le riprese, così come sono state liberamente interpretate le sculture e le installazioni dei tre artisti Enrico David, Chiara Fumai e Liliana Moro.
 
12.20
17.50
History of a Tree di Flatform
Italia, 2020, 24’
vo: arbaresh, romanès, griku, greco bizantino, albanese, yiddish, turco, spagnolo, francese e salentino; st: italiano
History of a Tree è la storia di una quercia nata circa 900 anni fa che si trova nel comune di Tricase, in provincia di Lecce. Questo territorio è stato attraversato da numerosi flussi migratori e l’albero, come un testimone silenzioso, ha nei secoli offerto riparo a viaggiatori e pellegrini raccogliendo idealmente le loro storie.
 
12.50
18.20
Becoming Alluvium di Thao Nguyen Phan
Spagna, Vietnam, 2019, 16’40’’
vo: francese; st: italiano
Il fiume Mekong, che attraversa sei nazioni e rifornisce di acqua numerosissimi allevamenti di pesci e risaie in Asia, è il soggetto principale di questo cortometraggio. L’artista osserva i cambiamenti del fiume per ripercorrere il passato del Vietnam e allo stesso tempo interrogarsi sull’incerto futuro del Mekong, alterato nei suoi cicli dal cambiamento climatico e dai numerosi interventi dell’uomo. Il film è prodotto dalla Han Nefkens Foundation.
 
13.45
19.00
Three Works for Piano di Dani Gal
Germania, 2020, 34’
vo: inglese; st: italiano
Il film rimette in scena tre celebri episodi della storia della musica d’avanguardia, alternandoli con le parole di un soldato israeliano sulla violenza messa in atto nei confronti dei manifestanti palestinesi per creare una riflessione sulla relazione tra testimonianza, silenzio e ascolto.
 
14.30
19.40
#JR di Serge July, Daniel Ablin
Francia, 2018, 52’
vo: francese ; st: italiano
Il noto artista francese JR prende voce attraverso questo documentario che ripercorre la sua carriera artistica: da New York a Shangai, dalla Palestina alla frontiera tra Stati Uniti e Messico, dove JR è intervenuto con le sue gigantesche fotografie coinvolgendo artisti e abitanti nella convinzione che l’arte può aiutare a cambiare il mondo.
 
 
Domenica 30

12.00
17.30
Haunting di John Menick
Stati Uniti, 2020, 32’
vo: inglese, giapponese, italiano; st: italiano
Haunting è un lavoro di found footage che ricostruisce la narrativa tipica di un film dell’orrore montando su due schermi affiancanti spezzoni di cinquanta horror internazionali provenienti da oltre settant’anni di storia del cinema. Realizzato durante il lockdown, il film è una risposta al momento nel quale, durante la pandemia, lo spazio domestico si è trasformato per molti in un luogo inquietante.
 
12.40
18.10
Keith Haring: Street Art Boy di Ben Anthony
Regno Unito, 2020, 53′
vo: inglese; st: italiano
Il documentario mostra alcuni filmati inediti provenienti dagli archivi della Haring Foundation, accompagnati da interviste a familiari e amici artisti e curatori. Il film è un’immersione nella scena underground della New York degli anni Ottanta nella quale il mondo del rap e dei graffiti si fonde con l’estetica new wave e dove Haring si fa promotore di un’arte accessibile a tutti, composta da un vocabolario figurativo che è diventato ed è tutt’oggi un’icona globale.
 
14.30
19.30
Kala Azar di Janis Rafa
Paesi Bassi, Grecia, 2020, 91’
vo: greco; st: italiano
Primo lungometraggio dell’artista greca Janis Rafa, Kala Azar è incentrato sulla vita di una giovane coppia che lavora in un crematorio per animali recuperando le carcasse trovate lungo la strada. I loro sinceri gesti di a‑etto riescono ad accendere una luce in quella che altrimenti apparirebbe come un’esistenza buia che trascorre nella desolazione di un Paese che, nell’abbandono del paesaggio, reca evidenti i segni della devastante recente crisi economica e sociale.

 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

Nessun commento:

Posta un commento