ALBERTO BIASI
La visibilità dell'invisibile
A cura di Alberto Salvadori
M77
via Mecenate 77, Milano
Dopo il grande successo di pubblico M77 annuncia che la mostra La visibilità dell'invisibile, dedicata all'artista Alberto Biasi (Padova, 1937) e a cura di Alberto Salvadori, è prorogata sino a venerdì 25 settembre 2021.
Alberto Biasi è tra i maggiori protagonisti dell'arte italiana del dopoguerra: pioniere dell'Arte Programmata e co-fondatore dello storico Gruppo N, Biasi ha incentrato la propria ricerca artistica sulla ricerca ottico-cinetica estesa alla realizzazione di installazioni, ambienti e, più recentemente, di sculture.
Con questa mostra, M77 e il curatore Alberto Salvadori hanno inteso tornare alle origini della lunghissima carriera dell'artista padovano, valorizzandone soprattutto gli aspetti gestaltici ed esperienziali e il ruolo rivoluzionario svolto per introdurre nel nostro paese il concetto stesso di ambiente/opera d'arte.
I quattro ambienti e l'installazione esposti da M77 non giocano solo con lo spazio e la luce, ma anche e soprattutto con chi si trova a percorre i mondi che l'artista ha preparato per lui: il visitatore, con le sue reazioni e risposte alle stranianti proposte dell'artista, è il vero protagonista dell'opera.
"Ho scelto La visibilità dell'invisibile come titolo dell'esposizione", spiega Salvadori, "perché nel lavoro di Biasi tengo a sottolineare la centralità della dimensione di partecipazione co-creativa del fruitore attraverso lo strutturarsi fenomenologico delle esperienze proposte dall'artista in un percorso autenticamente personale, piuttosto che la pur importante ricerca sulla percezione visiva in senso stretto. Nello studiare il primo Biasi non è possibile sopravvalutare il gusto quasi dadaistico e il piacere ludico con cui vengono concepite e proposte le sue installazioni-ambiente; lo stesso dicasi per l'influsso di Opera Aperta di Eco, davvero decisivo".
All'ingresso dell'edificio di M77 in via Mecenate il visitatore è accolto da La mostra del pane, installazione del 1961 di chiara ascendenza duchampiana in cui sono esposti i panini realizzati da un fornaio di fantasia, chiamato Giovanni Zorzon a ricordare Giorgione, quasi-conterraneo di Biasi.
Quelle che furono senza dubbio le prime opere di arte cinetica programmata di Biasi, gli ambienti Proiezione di luce e ombra (1961) e Light Prism (1962) sono invece lavori accomunati dal cinetismo reale, cioè dall'intervento di piccoli motori elettrici che introducono un moto programmato nello spazio che il visitatore è chiamato ad attraversare e nella sua illuminazione.
Con Eco, del 1974, il ruolo dell'azione dello spettatore come parte determinante dell’operazione artistica è ancora più evidente: si tratta di un environment che ruba l’ombra del fruitore generando un’impronta\ombra di chi si mette in rapporto con una parete fotosensibile. Si crea così un’opera effimera, evanescente, destinata a scomparire dopo pochi attimi dalla sua creazione.
Il quarto ambiente in mostra, Io sono, tu sei, egli è (1973) è profondamente concettuale: suddivide lo spazio in una sorta di trittico in cui si manifestano le riflessioni maturate dall’artista sulla propria identità e sulla propria corporeità dotata di sensi. La pittura è lo egli è, il tu sei è l’happening, io sono rappresenta la tautologia.
La mostra è accompagnata da un catalogo costruito intorno a un testo in cui il curatore Alberto Salvadori sviluppa e riprende le fila di un approfondito dialogo con l’artista. Il volume è corredato da materiali d'archivio sulle opere esposte, da un'accurata biografia di Biasi e da una bibliografia. L'apparato iconografico è costituito dalle installation views realizzate in mostra.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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