Marisa e Mario Merz
La punta della
matita può eseguire un sorpasso di coscienza
Mostra a cura di
Mariano Boggia
Seconda parte – dal 2 novembre 2021 al 9 gennaio
2022
Le opere di Richard Long, Giulio Paolini e Remo Salvadori si
aggiungono al percorso espositivo
Da martedì 2 novembre 2021 la mostra
Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso
di coscienza, in corso alla Fondazione Merz, si arricchisce e
presenta tre nuovi lavori degli artisti Richard Long, Giulio Paolini
e Remo Salvadori.
Marisa e Mario Merz è un progetto espositivo inedito, a cura di Mariano Boggia, che illustra il loro lavoro nella particolare luce del nostro tempo.
Per la prima volta negli spazi
della Fondazione l'opera di Marisa e quella di Mario Merz si
incontrano in un percorso unitario, per ricreare la dimensione
dialogica, lo scambio intenso e profondo sulle reciproche pratiche
che non ha mai annullato i punti di vista individuali.
Il titolo
della mostra è una esplicita citazione di una frase di Mario Merz
che riconduce al terreno comune della pratica artistica come punto di
inizio per la prefigurazione di mondi sconosciuti.
Le tre opere
che dal 2 novembre integrano il percorso danno origine a
triangolazioni di sguardi e di sensi e si inseriscono in maniera
discreta nel dialogo presente negli ambienti della mostra, occupando
spazi che erano stati lasciati liberi in previsione di questo
appuntamento.
Nella loro lunga attività Marisa e Mario hanno
incontrato e intrecciato rapporti con altri artisti, con alcuni si è
trattato di un dialogo a distanza, ripreso in occasione di nuove
esposizioni comuni, con altri dopo il primo incontro si è sviluppata
una consuetudine talvolta trasformata in amicizia.
Richard Long (Bristol 1945, vive e lavora a Bristol) ha avuto sempre contatti con la situazione artistica italiana, a partire dalla storica rassegna di Amalfi Arte Povera + azioni povere del 1968, esponendo sovente in Italia e in particolare a Torino, nelle stesse gallerie frequentate dagli artisti individuati da Germano Celant.
Il rapporto con
Mario, nato spontaneo, si è mantenuto nel tempo, forse anche per una
analoga apparente ruvidezza di carattere propria di chi si confronta
con le asperità del mondo naturale: sicuramente due magiciens de la
terre, per ricordare una mostra che li ha visti insieme nel 1989 a
Parigi. In Fondazione, il cerchio arabescato di porfido rosso Russian
Stones (1994) si trasforma in un altopiano sotto un cielo
attraversato dalle nuvole di Mario, trasformando l’angolo curvo
dell’edificio in un paesaggio naturale.
Di natura diversa la
partecipazione di Giulio Paolini (Genova 1940, vive e lavora a
Torino), che evidenzia il sottile legame che si è mantenuto nel
tempo tra gli artisti del gruppo dell’Arte Povera. Con il suo
lavoro dal titolo Pittore in Africa, (2021) mutuato da un’opera di
Mario Merz e realizzato per l’occasione, Paolini ha voluto
riprendere una conversazione interrotta superando il rammarico delle
parole non espresse a suo tempo. “In Africa? Certo, come affermava
Mario Merz, la Pittura non ha confini salvo quelli che si depositano
dove non possiamo sapere… magari scompare per poi riapparire nel
corso del Tempo” (Giulio Paolini). Nella sovrapposizione di
frammenti di immagini e di oggetti su una antica carta geografica
dell’Africa ritroviamo il modus operandi dell’autore, accresciuto
da una venatura di antico affetto.
Remo Salvadori (Cerreto Guidi
(FI) 1947, vive e lavora a Milano) presenta gli anelli di acciaio di
“Continuo infinito presente” (1984/2021) in una versione inedita
realizzata per questo appuntamento, sottolineando la natura del
lavoro artistico di Marisa, costante e continuo. Sono qui di fronte
due sensibilità che hanno in comune la capacità di suscitare
meraviglia, attraverso un lavoro sotterraneo che, come un rizoma,
riemerge generando forme che sono allo stesso tempo nuove e sempre
uguali: lo stupore di fronte all’enigma degli anelli di acciaio è
pari alla sorpresa destata dalla varietà dei modi di espressione dei
disegni che affollano la parete di Marisa.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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