In occasione di Artissima 2021, Tornabuoni Arte è lieta di presentare un progetto espositivo basato su tre grandi artisti italiani del XX secolo - Alighiero Boetti, Piero Dorazio ed Emilio Isgrò - incentrato su come il concetto di segno abbia influenzato la loro ricerca.
La manualità è per
Boetti un elemento fondamentale evidenziato in molte delle sue opere,
come nella serie Biro in cui la colorazione della carta attraverso
l'uso della penna crea una composizione di segni, ognuno diverso
dall'altro.
D'altra parte, nelle carte quadrettate di Boetti,
il segno e il disegno sono esposti in un intervento preciso e
metodico che lo porta a colorare alcuni quadrati per creare una
sequenza che corrisponde a una stringente logica matematica.
Se
dunque in Boetti il segno ha un aspetto quasi scientifico, in Piero
Dorazio diventa sperimentazione del colore. Nelle sue opere, infatti,
l'artista esplora i contrasti tra i vari colori attraverso pennellate
che vengono ripetute una accanto all'altra o sovrapposte per creare i
Reticoli. La luce diventa protagonista dell'opera modulando la
superficie pittorica e la percezione dell'opera stessa.
Per
Emilio Isgrò il segno diventa cancellatura, chiave di volta di tutto
il suo lavoro a partire dagli anni '60, quando inizia ad applicare
questa tecnica alle enciclopedie. Togliendo alcune parole,
semplicemente coprendole con una densa pennellata di colore, Isgrò
vuole focalizzare l'attenzione dello spettatore su altri elementi che
diventano essi stessi il senso dell'opera.
Tornabuoni Arte
cerca di mettere a confronto questi tre artisti per mostrare come il
segno possa essere declinato e trasformato secondo linguaggi
artistici diversi, eppure accomunati dallo stesso elemento che
definisce il lavoro di un artista fin dai tempi antichi.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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