FONDAZIONE MORRA GRECO
presenta
JOHN STEZAKER
26 novembre 2021 - 28 febbraio 2022
opening: 26 novembre 2021, ore 18.00
John Stezaker, Double Shadow, 2021 - © John Stezaker
La Fondazione Morra Greco è lieta di
annunciare la grande mostra personale dell’artista britannico John
Stezaker. Concepita prima della pandemia e risultato anche di una
ricerca svoltasi nei mesi del lockdown, periodo di intensa creatività
per l’artista, la mostra raccoglie più di ottanta opere realizzate
dalla fine degli anni 70’ a oggi.
Da più di
quarant’anni Stezaker utilizza fotografie d'epoca, fotogrammi di
film, cartoline, riviste, libri e altro materiale stampato per creare
una serie di opere tra cui collage, frammenti di immagini, film,
opere librarie e serigrafie su tela. Gli oggetti e le immagini che
trova non rientrano nella pratica dell’appropriazione, come accade
nell'approccio duchampiano/pop dell'arte degli anni '80, piuttosto
appartengono agli “oggetti trovati” di matrice surrealista
intesi in senso psicoanalitico. In particolare, le opere in mostra si
ispirano e fanno riferimento al lavoro di Joseph Cornell e alle
metanarrazioni di Italo Calvino.
Gran parte della pratica del
collage di Stezaker combina immagini di diverse epoche storiche:
cartoline di fine secolo, fotogrammi di film del 1940, mani di
manichini degli anni ‘30 e ‘40, ecc., e tanti sono i riferimenti
ad altri periodi dell'arte e della cultura. Nelle serie dei libri
Metamorphosis and Observatory, l'architettura barocca è usata per
raccontare le visioni di un osservatorio contemporaneo (in omaggio a
Palomar di Calvino). Nel suo lavoro il senso del tempo relazionato
allo spazio, come nel Palazzo Caracciolo di Avellino, diviene uno
strumento per far emergere pienamente le stratificazioni
storiche.
Il percorso espositivo si apre nel basement con
un'opera di natura cinematica, Train, uno dei primi film-loop
concepiti da Stezaker, realizzato poco dopo il suo primo loop, Horse,
e completato solo di recente appositamente per la mostra. Il film
Horse, chiaro riferimento alle origini del cinema e alle fotografie
dei cavalli in azione di Muybridge, consiste in una serie di immagini
dal formato identico di diverse migliaia di cavalli da corsa. Il
rimando alle origini del cinema è presente anche in Train, che
ricorda la prima proiezione pubblica dei film dei Fratelli Lumière.
Il film è composto, infatti, da una moltitudine di immagini di treni
diversi ed è proiettato nel basement su di uno schermo posto sotto
l’arco che nasconde le antiche fondamenta greco-romane del Palazzo
Caracciolo di Avellino, un mondo sotterraneo fatto di argilla, molte
volte causa dell’arresto dello sviluppo urbano contemporaneo della
città di Napoli. Train rappresenta il fantasma di un progetto
abbandonato e diventa per Stezaker metafora della sua stessa pratica
artistica (intesa come arte dell’interruzione) e fonte
d’ispirazione per le stratificazioni spazio-temporali che emergono
nella mostra, nel suo lavoro e nel palazzo che accoglie il
progetto.
Posti tra l’universo sotterraneo del basement e i
blu dei cieli dei mondi dei collage dell'ultimo piano, i due piani
centrali di serigrafie su tela e opere librarie rappresentano due
diversi regni intermedi e le opere tratte dalle serie Observatory e
World suggeriscono visioni remote del passaggio da un regno
all'altro. Le serigrafie, al contrario, imponendo visivamente il
primo piano, creano uno spettrale senso della presenza.
Mentre
i primi tre piani sono dedicati a frammenti di immagini, opere
librarie, film, ecc., l'ultimo piano ospita il lavoro più conosciuto
di Stezaker, i suoi collage. Due nuove serie sono presenti in mostra:
Star e Dis-Astro del 2017-18 e Double Shadow del 2019-21, entrambe
afferenti, se pur diversamente, all’universo celestiale. Le prime
serie si servono dell'ambiguità tra l'idea della stella
cinematografica e la sua controparte metaforica, la figura della
divinità. Le Double Shadows sono adattamenti (raddoppiamenti)
recenti di precedenti serie di collage, le Dark Stars e, in
particolare, dei Father Sky degli anni ‘70 e ‘80, di cui sono
esposti alcuni esemplari. Combinando duplici sfondi colorati
ritagliati da ritratti di star del cinema degli anni ‘50 e ‘60, i
Double Shadow usano il potere della silhouette per evocare
l'inquietante e l'ultraterreno, oltre a fare riferimento alle origini
mitiche della pittura e della rappresentazione delle ombre. Sono
infatti costituiti da accostamenti ibridi delle ombre dei personaggi
del cinema, che creano, attraverso l’uso dei contorni dei ritratti
delle star, figure verosimilmente appartenenti ai mondi del mito e
della fiaba. Influenzati dai primi film delle storia del cinema (per
esempio Lo studente di Praga) e da altre rappresentazioni che
riguardano l'aspetto inquietante e orribile del doppelgänger e delle
mitologie delle ombre, i collage dei Double Shadow trattano lo spazio
tra le immagini come un limbo in qualche modo fuori dal tempo in cui
“non resta altro che guardare, un'ossessione in cui il tempo reale
è sospeso mentre, come a volte sentiamo nei sogni, i morti, i vivi e
i non ancora nati si incontrano sulla stessa dimensione” *.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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