Mattia Bosco, Jannis Kounellis, Maria
Elisabetta Novello
CONCRETEZZA DELL’ESSENZIALITÀ
A cura di Lóránd Hegyi
Inaugurazione: mercoledì 16 febbraio 2022, dalle 17 alle
20
17 febbraio – 29 aprile 2022
La Galleria Fumagalli presenta il
quarto appuntamento del ciclo espositivo “MY30YEARS – Coherency
in Diversity” pensato come momento di celebrazione dei 30 anni
delle attività della galleria sotto la guida di Annamaria Maggi. Il
critico Lóránd Hegyi, incaricato della curatela di tutte le
esposizioni del percorso, per questo quarto episodio ha invitato gli
artisti Maria Elisabetta Novello (Vicenza, 1974) e Mattia Bosco
(Milano, 1976) a presentare un’opera nuova, specificatamente ideata
per la Galleria Fumagalli e in dialogo con una imponente
installazione del maestro Jannis Kounellis (Il Pireo, Grecia, 1936 –
Roma, 2017).
Lóránd Hegyi spiega così il tema di questa
mostra: «Uno degli elementi più significativi dell’opera d’arte
può essere il saper suggerire alcune esperienze essenziali. Questa
capacità evocativa consente di rivelare realtà fondamentali e
determinanti che si concretizzano e si articolano in ogni singola
opera. La concretezza del fenomeno singolare con le sue qualità
sensuali e l’organizzazione drammaturgica trasmette la visione
dell’artista sull’essenzialità. Nell’opera di Jannis Kounellis
il fondamento della concentrazione sul momento dei mutamenti
determinanti e sulla trasformazione dello stato delle cose è la
radicale intensificazione della concretezza materiale. Maria
Elisabetta Novello opera con una presenza materica ipersensibile,
estremamente morbida e fragile che rimanda a sottili connessioni tra
piano fisico e piano metafisico. Anziché descrizioni aneddotiche,
cerca realtà essenziali. Nell’opera di Mattia Bosco la concretezza
delle realtà materiali immediate implica un potenziale sistema
intelligibile che integra diversi livelli di percezione e offre un
immaginario libero. L'interpretazione della concretezza nasce da una
fine sintesi di razionalità ed emotività.»
L’essenzialità,
manifestata in primis dagli elementi che costituiscono le opere,
traspare dall’allestimento stesso: tre installazioni allestite su
tre pareti del salone della galleria. Pur non intendendo imporre
alcun legame tra gli artisti, tutte le opere restituiscono una forte
presenza del materiale, bilanciata però dal senso di leggerezza
conferito dal carattere frammentario e talvolta accumulativo degli
elementi che le compongono.
A un primo sguardo,
l’installazione di Jannis Kounellis si impone per la sua
monumentalità restituita da sessantatré bilancine in ferro sulle
quali pesano blocchi di vetro di Murano, tuttavia la struttura
metallica aperta e sottile conferisce una certa levità all’insieme
e, per analogia, una musicalità evocata dalla forma delle bilancine
stesse, simili al triangolo a percussione. La leggerezza è anche la
caratteristica principale dell’installazione di Maria Elisabetta
Novello, la quale utilizza la cenere, residuo concreto della
contingenza delle cose e simbolo ancestrale di morte e rinascita al
contempo. Come suggerisce il titolo dell’opera “Angolo di riposo”
(dal termine scientifico che descrive l’angolo massimo che una
certa quantità di materiale granulare può tenere per rimanere
stabile), la materia riposa apparentemente calma, essendo in realtà
instabile. L’opera di Mattia Bosco completa l’essenziale
costruzione della mostra. La pietra grezza, accuratamente selezionata
e lavorata dall’artista, viene presentata frammentata e dunque di
per sé instabile. Come fosse un antico reperto monumentale
disgregato dal tempo, l’opera pare attraversata da una latente
tensione alla ricostituzione dell’intero, seppur destinata a eterna
immobilità.
Il programma “MY30YEARS – Coherency in Diversity”
proseguirà fino al 2023 coinvolgendo 12 artisti seguiti o
rappresentati dalla Galleria Fumagalli. Per ognuna delle 8 mostre, le
opere di 3 artisti provenienti da differenti contesti artistici sono
poste in dialogo su temi specifici. Rifuggendo qualsiasi imposizione
concettuale, il programma espositivo intende evidenziare alcune
tendenze comuni dell’arte contemporanea e suggerire nuove possibili
interpretazioni.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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