L’8 gennaio 2021, dalle ore 16.30 presso Movimento Aperto, via Duomo 290/c, a Napoli, si inaugura la personale delle fotografe Monica Benassi e Silvia Tampucci ciascuna con un progetto: “Quel che resta di noi” e “Percorsi Interrotti”.
La mostra resterà aperta fino al 27 gennaio 2022 (il lunedì e il martedì ore 17-19, il giovedì ore 10.30-12.30 e su appuntamento chiamando i numeri 3332229274 - 3356440700).
È il secondo appuntamento che “Movimento Aperto” di Ilia Tufano dedica alla fotografia. Anche questa volta la mostra, curata da Giovanni Ruggiero, segue le suggestioni della fotografia concettuale.
Con “Quel che resta di noi”, lo sguardo ecologista di Monica Benassi è allarmante tanto da chiedersi quale possa essere il nostro futuro: «La terra – spiega la fotografa – si riscalda sempre di più, i fiumi sono in secca, ai pesci manca l’ossigeno e a volte anche a noi. Qualcosa rimarrà anche dopo. Immagini scaldate dal sole, macchiate dalle piogge ma ancora leggibili per chi le coglierà e in qualche modo potrà ripartire, perché la vita, alla fine vincerà sempre.» Ma la salvezza è possibile, è oltre la disperazione: un’immagine ci salverà o salverà quel che resta di noi. Si ripartirà da questa memoria per far respirare i pesci, le piante l’uomo ed il pianeta. «Per Monica Benassi – scrive Isabella Tholozan – la fotografia è materia, sostanza che diventa duttile e plasmabile a suo personale uso, necessaria essenza con la quale è possibile dare forma alle immagini. La realtà viene così non solo rappresentata ma manipolata dall’autrice in una attività esperienziale che coinvolge la chimica, le tecniche di stampa financo il supporto cartaceo, scelto per ogni occasione con grande attenzione.» Monica Benassi è un’attenta osservatrice del mondo contemporaneo che guarda con visioni concettuali. Nel progetto presentato a Napoli, aggiunge Tholozan – «le immagini, colorate attraverso una complicata tecnica di bagni chimici ed esposizioni alla luce estrema del sole, ci raccontano di un futuro apocalittico, dove l’infanzia paga le conseguenze delle scellerate scelte dell’uomo, volte al solo sfruttamento. Il tema ambientale è affrontato con disincanto, l’esito raccontato è quello finale, al di là di ogni tentativo di recupero.»
Con “Percorsi interrotti”, invece, Silvia Tampucci, presenta una metafora della vita, il suo scorrere, le sue piccole fermate e gli intoppi. Anche Silvia Tampucci è una fotografa aperta alla sperimentazione. Prova ne è questo lavoro che nasce nel 2016. Rompe i tabù e lascia a casa la reflex per mettere mano allo smartphone. La visione è ampia, distesa, come lo scorrere della vita. Sulle visioni orizzontali applica poi immagini tratte da internet, libere da vincoli, che rappresentano l’elemento verticale, quell’imprevisto, appunto, o quegli intoppi che interrompono il fluire dell’esistenza. «La striscia orizzontale – spiega Silvia Tampucci – corrisponde alla vita di ciascuno di noi, che viene interrotta da un evento inaspettato (striscia verticale) che destabilizza (doppia immagine sovrapposta e spostata per enfatizzare la destabilizzazione) e porta ad un cambiamento (modifica cromatica della solita striscia orizzontale per indicare la modifica della vita).»
Per lei la fotografia è una specie di danza con la differenza che invece di mettersi a nudo sul palco, impiega la macchina fotografica per esprimere ciò che sente: «La sensazione di reazione e liberazione – spiega – è molto simile. Utilizzo la fotografia per rendere libere e raccontare sensazioni e stati d’animo che si presentano in alcuni momenti della mia vita, una sorta di “terapia” che mi aiuta a metabolizzare pensieri ed eventi.»
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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