Più precisamente “i massacri delle foibe” sono stati degli eccidi ai danni di italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia.
Il 10 febbraio di ogni anno, dal 2005, si celebra il Giorno del Ricordo dei massacri delle foibe, che iniziarono dopo l'8 marzo 1943 con lo sfaldamento delle forze armate italiane seguito al crollo del regime fascista, quando nei territori dell'Istria il potere venne assunto dal movimento di liberazione jugoslavo.
Il nome di tali eccidi deriva dai grandi inghiottitoi carsici (chiamati in Venezia Giulia "foibe") dove furono gettati molti dei corpi delle vittime.
Secondo, tuttavia, gli storici Pupo e Spazzali, l'uso simbolico di del termine FOIBE «può divenire fonte di equivoci qualora si affronti il nodo della quantificazione delle vittime», in quanto la differenza tra il numero relativamente ridotto dei corpi materialmente gettati in dette foibe e quello più alto degli uccisi nei campi di prigionia, dovrebbe portare a parlare di "deportati" e "uccisi" per indicare tutte le vittime della repressione.
Per estensione i termini "foibe" ed "infoibare" sono diventati sinonimi di uccisioni che in realtà furono perpetrate in vario modo: in particolare la maggior parte delle vittime morì nei campi di prigionia jugoslavi oppure durante la deportazione verso di essi.
Nessun commento:
Posta un commento