Con le attività di una associazione culturale e di una galleria in una sede di 800 mq interamente rinnovati, Atipografia proporrà una progettualità inedita dando vita a una nuova stagione d’arte nel cuore del Nord Est.
A inaugurare gli spazi espositivi il 21 maggio è
Arcangelo Sassolino con la mostra Il vuoto senza misura, promossa
dall’Associazione.
Arcangelo Sassolino
Il vuoto senza
misura
Mostra inaugurale degli spazi espositivi rinnovati di
Atipografia
Catalogo con un testo di Ilaria Bernardi
21
maggio – 24 luglio 2022
Atipografia, progetto per l’arte
contemporanea fondato da Elena Dal Molin ad Arzignano in provincia di
Vicenza, riapre le porte al pubblico sabato 21 maggio 2022 in spazi
interamente rinnovati con un importante lavoro di restauro e
ridisegno funzionale: protagonista è la mostra Il vuoto senza
misura, personale dell’artista Arcangelo Sassolino promossa
dall’Associazione culturale Atipografia che sarà aperta al
pubblico sino a domenica 24 luglio 2022. La mostra è accompagnata da
un catalogo edito da Silvana Editoriale con un testo di Ilaria
Bernardi.
Il progetto di Arcangelo Sassolino in mostra ad
Atipografia è uno straordinario spettacolo visivo, sensoriale e
filosofico, capace di coinvolgere il visitatore che finisce per
sentirsi protagonista oltre che spettatore. Come scrive Ilaria
Bernardi nel catalogo: «Le sue opere non sono separate dal mondo,
non costituiscono mondi altri, non sono immagini né finzioni, ma
veri e propri processi di realtà. L’artista, per Sassolino, è
soltanto un “maestro di scena”».
L’artista presenta
quattro opere: Il vuoto senza misura, Anche sì anche no, Marcus e
Newton dice che... Sono quattro lavori che, come ci ha abituato
l’artista, si fondano su una serie di macchine e materiali che
mettono alla prova le leggi fisiche e meccaniche, facendo trattenere
il fiato al visitatore e creando un’atmosfera di tensione e di
incanto. Le opere che Arcangelo Sassolino espone ad Atipografia sono
delle sculture performative che interrogano tutti noi sulla
possibilità di resistenza, sul tempo della vita, il tempo dei
frantumi e il tempo della scomparsa.
Il vuoto senza misura
(2022) è stata concepita appositamente per gli spazi esterni di
Atipografia. Un ventilatore che produce un vento di grado 12, la
forza di un uragano. Stare di fronte ad esso ci rende vulnerabili,
quasi a sfidare la forza di gravità. L’aria diventa una materia,
seppur invisibile, che dobbiamo fronteggiare.
Anche sì anche
no (2022) è una scultura che nasce site-specific per la mostra in
Atipografia ed è composta da un’incudine da 290 chili appoggiata
su una lastra di vetro sospesa, incurvata dal peso che la abbassa.
L’inquietudine che l'opera sprigiona ci fa pensare a quando la
lastra si spezzerà e al paesaggio di frantumi che produrrà: il
visitatore sembra bloccarsi sull’uscio di un destino
probabile.
Marcus (2017) presenta uno pneumatico gonfio
schiacciato da una struttura a ferro di cavallo. Le tensioni che si
producono tra i due oggetti creano uno stato di allarme, di
disorientamento, di precarietà emotiva.
Newton dice che...
(2021) si compone di un mosaico di lastre di vetro tagliate a
diamante tenute insieme da una serie di morsetti. Questi ultimi
sembrano svolgere un compito ambiguo: aiutano le lastre a non cadere
o le premono fino a frantumarle? E quanto possono resistere queste
lastre?
Il comune denominatore delle opere esposte ad
Arzignano da Sassolino è l’aria: il fortissimo getto del
ventilatore, l’aria pressata nello pneumatico, i freddi getti che
hanno dato la tempera al vetro. È l’aria, in quanto forza e
materia invisibile ma presente, l’oggetto di indagine di questa
mostra.
Con la mostra di Arcangelo Sassolino, Atipografia
conferma il proprio speciale legame con il territorio e la vocazione
a una proiezione internazionale. Le macchine immaginifiche di
Sassolino abitano gli spazi che per lungo tempo hanno ospitato la
storica tipografia avviata dal trisnonno di Elena Dal Molin,
fondatrice di Atipografia. Una storia dalle radici antiche
industriali e culturali.
ARCANGELO SASSOLINO
(1967) È nato
a Vicenza, dove vive e lavora. La sua formazione è eccentrica
rispetto a qualunque altro artista. Ventenne, ha ideato un gioco
tridimensionale ed è andato negli Stati Uniti per cercare un
compratore. A New York ha fatto uno stage alla Casio, dove è rimasto
cinque anni a progettare giocattoli. Poi ha incontrato l’arte.
Oggi
è uno degli artisti italiani più importanti a livello
internazionale. In questi mesi sta partecipando alla Biennale di
Venezia per il Padiglione di Malta. Tra le sue ultime esposizioni:
alla Galleria dello Scudo di Verona e a Villa Medici a Roma (2019),
alla Pearl Lam Galleries H Queen’s di Hong Kong (2018), alla
Galerie Anselmi di Berlino (2017). Tra le mostre collettive più
recenti citiamo: «Artistic Intelligence», alla Kunstverein,
Hannover, 2019; «Artistes & Robots», al Grand Palais di Parigi,
2019.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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