A Milano giovedì 24 novembre arrivano le “Emozioni private. Lucio Battisti una biografia psicologica” di Amalia Mancini, pubblicato da Arcana, il romanzo di Alfonso Bottone “Maria storie di ragionevole follia” e le “Storie dell’arcobaleno che vinse il mostro che non si vede” di Viviana Bottone, editi entrambi da Terra del Sole. Appuntamento al Garage Moulinski di via Antonio Pacinotti numero civico 4 alle ore 19.30. Con gli autori si intratterrà il giornalista e scrittore Paolo Sciortino.
“Emozioni private. Lucio Battisti una biografia psicologica” è un testo prezioso nella sterminata bibliografia battistiana. La vita e le opere del grande artista scomparso vent’anni fa sono oggetto di un’accuratissima ricerca di informazioni condotta attraverso i giudizi di chi lo ha frequentato più da vicino, a cominciare da Mogol, che in una lunga conversazione con l’autrice svela molti segreti della sua amicizia e della sua fertile collaborazione con Lucio. La ricerca effettuata da Amalia Mancini mette in luce una personalità che nei suoi tratti esteriori e nei suoi discreti comportamenti di uomo di spettacolo non manifestava a tutti la sua intima essenza, così bene trasmessa invece nella sua musica. Già nella prima parte del volume sono posti in rilievo quei temi che verranno poi ripercorsi nella seconda parte, che analizza le singole opere: il tema dell’amore, della malinconia, della libertà, della natura, dell’ecologia, della paura, dell’alienazione, della solitudine, del timore di una catastrofe naturale e umana. «Ascoltare significa qualcosa» dice Lucio, e riascoltare può essere un’operazione stimolante e coinvolgente. Questo libro, perciò, stimola e coinvolge trascinando a sua volta il lettore che viene sospinto a risentire parole e musica dell’opera di Lucio Battisti, immortale nel suono e nel ricordo.
Il romanzo di Alfonso Bottone “Maria storie di ragionevole follia” resta straordinariamente impresso nella memoria tattile e visiva, con la dolcezza di frasi cantabili e l'eco di una riaffiorante nostalgia della semplicità della vita che bisogna prendere per quella che è senza offenderla mai, con la consapevolezza e la libertà del “no, non ci sto!”. Il non ci sto al divieto di assaporare il gusto dolce della follia, quando a dirlo nel profondo spazio dell'anima sono i grandi uomini, anche se i più grandi uomini sono soli. I protagonisti del libro restituiscono perfettamente immoralità letteraria e poesia erotica dagli interni bukowskiani della scena di un film. Il libro si trasforma magicamente in cinema con performance affidate a Stefano, Maria, Martine, Luisa, che si ritrovano in cauti momenti erotici, in incontri non assidui ma di totale integrazione reciproca, in commedie giocose, tra le suggestioni di Spaccanapoli o in una galleria d’arte, e la suspence o le avvisaglie di quanto accadrà di lì a poco. Per non parlare dell'adrenalina del rischio di farsi colpire sulla testa finanche da un mattone, pur di non rimanere intrappolati da quei dogmi secondo cui una cosa è morale e un'altra no, appunto. Una vicenda che affonda le proprie radici nella “mediterraneità” del Sud. Lo scrittore, il protagonista del libro, e finanche la casa editrice, provengono dalla Costa d’Amalfi, emporio ricco di profumi e sapori diversi dal resto d'Italia. E' lecito all'autore tirare qualche somma mirata sulla necessità di essere affamati. Avere fame di vita. Aggredirla, divorarla, senza lasciarsi imbrigliare dal dovere del si potrebbe ma non si può. Le Emozioni della Vita e dell'Eros in un paesaggio, Napoli e la Costiera Amalfitana appunto, che travolge i sensi, i sentimenti e il sogno di un’esistenza vissuta liberamente in luoghi dove permangono bellezze da capogiro, seni, culi e scenari naturali, lodevolmente celebrati, perché è bello poter dire alla fine confesso che ho vissuto.
Sei le favole in tempo di pandemia di “Storie dell’arcobaleno che vinse il mostro che non si vede” che Viviana Bottone ha scritto e disegnate, “proprio come in un puzzle illuminato dalla luna”, per regalarle alla lettura dei più piccoli che sono cresciuti in un mondo in cui infuriava il “mostro invisibile” del Covid. E così, come per magìa, scrive nella prefazione al libro Paolo Sciortino, “i personaggi delle storie percorrono strade diverse, magari “distanti”, come impone la legge del Mostro che non si vede, ma il percorso è lo stesso, ed è quello di un comune destino felice. Il vecchio bottegaio non fa mancare provviste a nessuno e prende la mano della moglie per non perdere coraggio, la famiglia dei gatti trova una famiglia di umani, dopo avere perso l’amicizia di una anziana signora, che è nelle braccia dell’arcobaleno, e hanno trovato la comprensione e la fiducia di una giovane infermiera, che è la mamma di un bambino coraggioso, fino al punto di credere, semplicemente perché è vero, che la mamma e il gatto si sono parlati, e si sono anche capiti benissimo. Cose che il mostro non può capire”.
L’ultimo romanzo di Alfonso Bottone sarà poi sabato 26 novembre a Roma, al Teatro degli Scrittori presso la Federazione Unitaria Italiana Scrittori in via Lungotevere De’ Mellini al numero civico 33/A, alle ore 17.30. Dopo i saluti di Natale Rossi, presidente del FUIS, parlerà del libro con l’autore la poetessa e scrittrice Fausta Altavilla.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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