Il saggista Vittorio Campagna, notissimo ad Olevano sul Tusciano, per la polemica sorta tra studiosi sul Sacro Speco, in questa sua minuziosa opera riporta tutti i particolari, tratti da Diplomi imperiali e Bolle papali a suffragio delle proprie tesi.
Le testimonianze portate sono inequivocabili e il suo persistere nel confutare le tesi opposte è fermo e deciso, nel rispetto per le persone degli studiosi, ma in contrasto solo con le loro interpretazioni, a suo giudizio deficitarie.
La sua necessità di trasparenza e di stretta aderenza alla verità, lo ha indotto ad un gran lavoro di ricerca nel rispetto del vero e del lettore, e soprattutto della grande devozione a questi amati luoghi di appartenenza, che vantano un patrimonio tale da poter entrare tra quelli protetti dall’Unesco.
In buona fede sono state scritte delle cose da parte dei suoi due antagonisti, in disaccordo con le sue certezze ed egli in questo saggio riporta anche la traduzione dal latino dei documenti attinenti, per agevolare la comprensione dei lettori e stabilire la chiarezza del contendere.
Da studioso accanito e rigoroso si produce in un’interminabile arringa in difesa delle proprie tesi, degna del miglior giurista, apportando precisazioni degne del migliore esegeta, affinché il lettore abbia un quadro completo e circostanziato al massimo, per accedere facilmente alla realtà dei fatti.
Non si è lasciato scoraggiare da attacchi offensivi, che hanno cercato di sminuire la validità delle sue asserzioni, considerandolo fautore inadeguato a tanto ufficio, non avendo raggiunto le loro qualificazioni accademiche.
Se si nasce con uno spirito inadempiente a poco serve tutta la scienza, ma se si nasce con uno spirito combattivo e pronto a tutto, come un San Michele, in difesa dell’unica Verità degna di essere chiamata tale, allora ci si adopera con tutta l’anima a difenderla e ad esaltarla, infatti in questa missione ha già prodotto sei libri.
Questa sua ricerca è anche favorita da una tenacia inossidabile che solo un carattere temprato come il suo può vantare ed una conoscenza non presa a prestito, ma autenticata da prove inconfutabili.
Mi sembra di tornare indietro nel tempo, quando questi scontri accadevano più spesso e rendevano più fertile la partecipazione agli eventi culturali.
Oggi, affrancati dalla sottomissione alla verità e a tutto ciò che le concerne, tendiamo a seguire le varie correnti, senza lasciarci coinvolgere più di tanto e ad accettare quel che ci viene presentato senza indagare, senza accertarci di persona della veridicità di quanto ci viene offerto, perché non abbiamo veramente tempo ed interesse a farlo e lasciamo passare per buono anche quello che non lo è.
Siamo stati educati a guardare con gli occhi degli altri, la nostra cultura è stata sempre mediata da chi credeva di sapere e imponeva le sue verità e siamo avvezzi a seguire chiunque scelga per noi.
Il degrado della nostra cultura, dipende proprio da questo. Se fossero date a tutti le stesse opportunità la nostra vita non sarebbe in mano a chi capita, e non perché abbia capacità intellettive superiori.
Bisogna prendere atto delle condizioni in cui versa la società, per valutare il livello delle eminenze da cui siamo stati guidati e questo basterebbe a gettare discredito su tutti i poteri istituzionalizzati, che mostrano la via agli esseri umani con gli occhi velati dall’ignoranza, dalla cupidigia, dall’amore per il potere, e non importa loro se per conservarlo debbano calpestare gli altri.
Ma come si può, se non si ha coscienza della dignità umana a chiamarsi uomini e se non si ha coscienza dell’importanza della verità a chiamarsi dotti?
Tutti gli uomini di scienza dovrebbero sedersi allo stesso tavolo e disquisire per il sacrosanto dovere di promulgare solo ciò che insieme devono stabilire, per il progresso della giusta consapevolezza: quella che può aiutare tutti a progredire, non solo gli addetti ai lavori.
Ciò che consacra sapiente un uomo, non è la caterva di libri letti e l’innumerevole lista delle nozioni acquisite, ma la capacità di essere fedeli allo scopo ultimo di ogni idea e di ogni azione: il bene di tutti!
Gli uomini sentono il nuovo spirito dell’Era presente, spirito di unità profuso su tutta la terra e ci si avvicinano inconsapevolmente ed accade che, talvolta, più piccoli superino i più grandi, perché basta la conoscenza di un puro di cuore a rialzare le svilite membra dell’umanità e condurla, laddove il piano di Dio l’ha indirizzata: l’abbattimento di tutte le disuguaglianze e la fine della superbia luciferina, che ancora San Michele deve combattere.
Io spero che le attese di Vittorio Campagna siano soddisfatte e che il suo genuino e sacro impegno nel profondere la verità sia riconosciuto e possa ricevere il plauso adeguato a tanta dedizione.
Giorni e notti di studio approfondito hanno logorato i suoi occhi e la sua salute e la sua anima è stata contristata da offese gratuite. Anche se non ci fosse altro a carico della superbia di chi le ha proferite, sarebbe sufficiente questo atto di arroganza a gettare una grande ombra di sfiducia sulle loro asserzioni.
In qualsiasi opera non ci si attenga al rispetto del sacro principio e sacro fine, e ci si smarrisca per strada e si segua quella della gloria personale, ne conseguirà solo una fama illusoria, avendo disonorato i talenti ricevuti da Dio.
Auguro all’Autore di compiere le sue prossime opere nella tranquillità di spirito che merita la sua consacrazione totale alla pura verità, anche nei minimi particolari, infatti è scritto che “chi è fedele nel poco è fedele anche nel molto.
Angela Furcas
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