Sally
Gabori
16 febbraio - 14 maggio 2023
Triennale Milano
Pat and Sally’s Country, 2011, Sally Gabori, Amanda Gabori ed Elsie Gabori. Pittura polimerica sintetica su lino, 198 x 305 cm. Patricia Roberts, Melbourne, Australia. Foto © Simon Strong |
Dal 16 febbraio al 14 maggio 2023, Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain presentano un’importante mostra personale dell’artista aborigena Mirdidingkingathi Juwarnda Sally Gabori.
Ideata e curata da Fondation
Cartier e inaugurata a Parigi nel 2022, la mostra ha ottenuto un
eccezionale successo, dovuto alla straordinaria scoperta di una
pittura potente e alla storia forte di un’artista il cui lavoro è
profondamente radicato nelle tradizioni del suo popolo. Questa è la
quinta mostra presentata nell’ambito del partenariato della durata
di otto anni tra le due istituzioni, che conferma l’impegno nei
confronti di artisti e geografie raramente rappresentati nei musei e
nelle mostre occidentali.
Considerata una delle più grandi
artiste australiane contemporanee degli ultimi due decenni, Sally
Gabori ha iniziato a dipingere nel 2005, intorno agli ottant’anni
di età, raggiungendo rapidamente come artista una fama nazionale e
internazionale.
In pochi anni di rara intensità creativa, e
prima della sua morte avvenuta nel 2015, ha realizzato un corpus di
opere unico, vivace e colorato, senza apparenti legami con altre
correnti estetiche, né con la pittura aborigena
contemporanea.
Riunendo una trentina di dipinti monumentali,
questa mostra è organizzata in stretta collaborazione con la
famiglia dell’artista e la comunità Kaiadilt, inclusi i maggiori
specialisti dell’arte e della cultura Kaiadilt. Alcuni di loro
saranno presenti a Milano in occasione dell’apertura della mostra
per rendere omaggio all’artista, le cui opere continuano ad
affascinare per il loro carattere spontaneo, luminoso e profondamente
originale.
La mostra è stata resa possibile grazie alla
generosa partecipazione dei più importanti musei in Australia e in
Europa, e di numerosi collezionisti privati.
Kaiadilt, Una vita in
esilio
Mirdidingkingathi Juwarnda Sally Gabori è nata nel
1924 sull’isola Bentinck, nel Golfo di Carpentaria, al largo della
costa settentrionale del Queensland, in Australia. Era una donna
Kaiadilt che parlava la lingua Kayardilt. Il suo nome,
Mirdidingkingathi Juwarnda, deriva dalla tradizione Kaiadilt, che
stabilisce che ogni persona prenda il nome in base al luogo di
nascita e al proprio antenato totemico. Pertanto, Mirdidingkingathi
indica che Sally Gabori è nata a Mirdidingki, una piccola insenatura
situata a sud dell’isola Bentinck, e che il suo “animale totem”
è lo juwarnda, ossia il delfino.
Per gran parte isolati, con
una popolazione di 125 persone nel 1944, i Kaiadilt furono gli ultimi
aborigeni dell’Australia costiera ad entrare in contatto con i
coloni europei. Sally Gabori e la sua famiglia conducevano uno stile
di vita tradizionale, affidandosi quasi interamente alle risorse
naturali della loro isola. Come la maggior parte delle donne, Sally
si occupava della pesca, della manutenzione delle nasse in pietra che
punteggiavano le coste dell’isola e della tessitura di ceste
utilizzando fibre naturali.
Dall’inizio degli anni ‘40 in
poi, i missionari presbiteriani che nel 1914 si erano stabiliti
sull’isola Mornington, a nord dell’isola Bentinck, tentarono
senza successo di convincere i Kaiadilt a unirsi alla loro missione.
I loro tentativi furono vani. Tuttavia nel 1948, a seguito di un
ciclone e di un maremoto che inondarono gran parte della terra dei
Kaiadilt e che contaminarono le riserve di acqua dolce, gli ultimi 63
residenti Kaiadilt sopravvissuti, tra cui Sally Gabori e tutta la sua
famiglia, furono evacuati nella missione
presbiteriana sull’isola
Mornington. Il loro esilio, che credevano sarebbe stato solo
temporaneo, durerà diversi decenni. Quando arrivarono a Mornington,
i Kaiadilt furono alloggiati in campi lungo la spiaggia e i bambini
furono separati dai loro genitori e sistemati in dormitori
all’interno della missione. Fu loro proibito di parlare la loro
lingua madre, creando perciò una frattura profonda con la loro
cultura e le loro tradizioni.
Dagli anni ‘90 in poi, dopo molti
anni di lotte per il riconoscimento dei diritti territoriali degli
aborigeni, l’Australia ha varato una legislazione che ha finalmente
riconosciuto i diritti dei Kaiadilt sulla loro terra. Un
insediamento, che viene definito un outstation, fu stabilito a
Nyinyilki sull’isola Bentinck, permettendo a quei Kaiadilt che lo
desideravano, inclusa Sally Gabori, di tornare alla loro isola nativa
e rimanervi temporaneamente.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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