lunedì 8 maggio 2023

Il mito di Asclepio e la diffusione del culto nella Periegesi di Pausania di Benedetto Giacobbe

 



Questo lavoro parte da lontano, esattamente dalla biblioteca del Centre Jean Bérard a Napoli. In un pomeriggio di curiosità e buone congiunture incontrai il culto di Asclepio. non c’era nessun motivo, ero uno studente alle prime armi che approfondiva le sue curiosità.

La curiosità con gli anni è diventata ricerca, continuata sui testi e verificata sui luoghi. Un viaggio nel Peloponneso si rivelò poi uno spartiacque decisivo per portare a compimento un lungo e articolato studio, di cui questo testo rappresenta solo una parte e, come vedremo, un potenziale sviluppo. Arrivare ad Epidauro, entrare nel santuario di Asclepio, scalare le gradinate del teatro e sedersi all’ultima fila è un’azione che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita. Non parlo del panorama o della bellezza estetica di quel capolavoro dell’architettura greca, intagliato totalmente nella roccia, dall’acustica perfetta. Parlo della percezione dell’antico, di una grandezza che forse solo l’Acropoli di Atene può pareggiare. Sentirsi parte del passato, ma in un meccanismo attivo. È difficile anche realizzare che un luogo di culto potesse avere un teatro così grande, ma questo dà la cifra e dell’importanza del santuario antico e di quante persone potessero frequentare in contemporanea un luogo come quello.

Poche divinità hanno inciso nella vita dei fedeli/pellegrini come l’Asclepio greco e l’Esculapio romano, che sono la stessa entità, ma con differenti profonde connotazioni. Asclepio era il dio che salvava e curava, veniva percepito come necessario ed immediata doveva essere la sua utilità, quindi era invocato molto spesso, era sentito vicino.

Questo lavoro prova ad essere uno strumento di riordino del materiale copiosamente offerto dal viaggiatore Pausania che ha realizzato una ‘Guida della Grecia’ nel pieno II secolo d.C. e che manifestava il suo aperto favore verso il culto di Asclepio. Questo libro prova a presentare la figura di Asclepio per un pubblico anche non specialistico, attraverso il racconto del mito genealogico e della pratica del culto. L’ultima sezione riguarda invece i santuari del dio, gli asklepieia, cioè santuari di Asclepio dove ‘santuario’ è uno spazio di culto spesso recintato all’interno del quale ci possono essere diversi edifici, tra cui templi, altari, portici e alloggi.

Il presente libro inaugura anche l’esordio di una collana che abbiamo voluto chiamare ‘Biblioteca di arti e antichità’ perché anche essa si ponga come strumento per chi vuole approcciarsi al mondo delle antichità e delle arti di ogni periodo, le abbiamo dato un titolo semplice ‘Kepos’, che in greco antico significa ‘giardino’, esso traduce la volontà dello scrivente di offrire uno spazio libero e aperto a chi voglia raccontare agli altri le proprie ricerche, libere, ma rigorose nel metodo.

Insieme all’editore Barra e al dott. Scarpa, speriamo di essere uno spazio utile ai ricercatori e ai curiosi della bellezza, così che chiunque possa fermarsi e cogliere un libro da questo kepos.


Benedetto Giacobbe

 


 

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