Atipografia
presenta
Luminous Terrain
Yulia Iosilzon,
Grace Mattingly, Guendalina Cerruti
27 maggio - 27 luglio
2023
Atipografia
Piazza Campo Marzio, 26
Arzignano,
Vicenza
Ph. Luca Peruzzi |
Atipografia giunge alla sua sesta
esposizione e presenta Luminous Terrain, mostra collettiva delle
giovani artiste Yulia Iosilzon (Israele, 1992), Grace Mattingly
(Chicago, USA, 1991) e Guendalina Cerruti (Milano, 1992). Da sabato
27 maggio a giovedì 27 luglio 2023, negli spazi della galleria ad
Arzignano (Vicenza), la mostra affianca le opere delle tre artiste,
trovando un minimo comune denominatore, sia estetico che concettuale,
nel mondo fiabesco e fantastico, presente nelle poetiche di Iosilzon,
Mattingly e Cerruti.
Le opere presentate dialogano tra loro
nello spazio della galleria, attraverso alcune tematiche trattate che
le artiste condividono e che affrontano ciascuna con il proprio
linguaggio: immagini legate al mondo delle fiabe, il fantastico,
l'incanto, l'infanzia, l'invenzione di storie e quindi la
finzione.
Allo stesso momento, la mostra vuole allargare lo
sguardo dell’osservatore portando la narrazione oltre l’aspetto
puramente fiabesco rappresentato nelle opere, conferendo alle singole
ricerche individuali delle artiste un respiro interpretativo e
visionario più ampio. Il grado immaginativo presente nelle opere
riesce a ricondurre il visitatore a esperienze vissute nella
“realtà”?
I lavori che costituiscono la mostra
Luminous Terrain mostrano situazioni inattese, evocano sospensioni
emotive, suscitano nell’osservatore interrogativi. Rifacendosi alla
tradizione animista, in cui tutto – vivente o non – prende vita
come un organismo, Cerruti, Mattingly e Iosilzon sintetizzano nelle
loro ricerche termini solitamente concepiti in opposizione, spingendo
ciascuna semantica oltre i propri confini: sogno e realtà, archivio
visivo individuale e memoria collettiva, leggibilità e mistero.
In
un momento storico fatto di turbolenze e ridefinizioni, attraverso
tre diverse prospettive le opere parlano del rapporto tra essere
umano e realtà esterna, sondando quei legami energetici che possono
esistere ma che, per tacito accordo, i dogmi della società odierna
preferiscono non pronunciare, rendendoli invisibili.
Le
installazioni di Guendalina Cerruti rappresentano monologhi
interiori, microuniversi carichi di sentimento e sarcasmo, situati
tra realtà, rappresentazione e immaginazione. La soggettività
dell’artista e la cultura popolare si fondono, restituendo una
narrazione profondamente personale, espressa attraverso un'estetica
enigmatica, in cui i soggetti esprimono un malessere esistenziale e
sociale, prodotto della società contemporanea legata al consumismo e
a stili di vita glamour. I dipinti di Grace Mattingly sono luminosi e
giocosi, popolati da figure femminili e di genere neutro che si
mescolano ad animali e creature in un universo fantastico. Le opere
emanano calore e intimità attraverso una palette luminosa, che
attira l'attenzione, in scala naturale. L’artista riflette sui temi
del genere e della sessualità, del gioco e dell'improvvisazione,
della fantasia e dell'inconscio. Yulia Iosilzon si ispira alle
illustrazioni per bambini, alla moda e al teatro per proporre
narrazioni frammentarie in opere di grandi dimensioni. La leggibilità
iniziale del suo lavoro è messa in discussione dall'uso persistente
di tecniche che interrompono l'immagine, rompendo le precedenti
impressioni che si hanno dell’opera nella sua pienezza visiva.
L'artista, per la creazione dei suoi scenari, utilizza scene di vita
quotidiana per poi ricorrere al burlesco, al grottesco, all'ironia e
all'umorismo.
Attraversando le sale della galleria,
nelle opere di Cerruti, Mattingly e Iosilzon si incontrano dettagli
esplosi da una strana commistione di vissuto e immaginario. Al
confine tra mondo interiore e mondo esterno, emozioni e ricordi si
fondono con le dimensioni simboliche della cultura popolare, della
mitologia e della psicanalisi infantile. Con un pizzico di nostalgia
e leggerezza, le artiste elaborano scenari che, grazie
all’immediatezza emotiva, sprigionano il senso più profondo
dell’esistente. Questa familiarità coinvolge lo spettatore e
diviene un espediente per uscire dal mondo conosciuto, raggiungere il
proprio bozzolo per poi tornare di nuovo sulla Terra, più
consapevoli. Attraverso le loro opere, tra spirituale e carnale le
tre artiste provano a generare un punto di contatto: è Luminous
Terrain.
La mostra è accompagnata da un catalogo e da un
testo curatoriale di Irene Sofia Comi.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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