Alla 76esima Edizione del Festival Nazionale d’Arte Drammatica di Pesaro la compagnia campana porta a casa 4 Nomination e 3 Premi
La compagnia Avalon Teatro, riscuote anche quest’anno straordinari successi. Nella 76esima Edizione del Festival Nazionale d’Arte Drammatica – GAD di Pesaro, tenutasi dal 16 al 29 ottobre al Teatro Rossini, Avalon Teatro è stata l’unica compagnia del sud ad essere scelta su centoventi lavori presentati. La kermesse ha avuto un’affluenza senza precedenti con 125 abbonati per 4.545 spettatori presenti ai 19 eventi in programma. Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello, messa in scena dalla compagnia campana, conquista il pubblico e ottiene una standing ovation con ben sette minuti di applausi.
“Gerry Petrosino porta in scena l’eleganza e la disincantata ironia dell’alter ego pirandelliano con una caratterizzazione che richiama con intelligenza il protagonista de La grande bellezza di Sorrentino. È una presenza assenza di grande spessore che con discrezione commenta, ironizza e semina dubbi nella curiosità morbosa della borghesia. È il più protagonista dei non protagonisti, si nasconde sornione, accoccolato sul divano, celato dal cappello, di spalle, osserva e guida la vicenda con divertita consapevolezza”. Questa la motivazione della giuria, per uno dei premi attribuiti allo spettacolo ed è proprio dentro questa motivazione che è possibile rintracciare il coraggio di un allestimento ambizioso e suggestivo e che però ha restituito con esattezza ogni singolo riferimento ad epoche e circostanze.
Tra le otto compagnie finaliste, la Compagnia Avalon Teatro di Battipaglia (SA) ha chiuso chiude il concorso il 29 ottobre con l’opera pirandelliana Così è (se vi pare). Avalon Teatro porta lustro a tutto il sud Italia e con orgoglio riceve ben quattro nomination e tre premi. Nomination per Miglior Interprete Giovane a Mattia Bacco, Migliore scenografia (realizzata da Carmine Ciccone su bozzetti di Gerry Petrosino), Miglior Commento Musicale a Gerry Petrosino, Miglior spettacolo assegnato dalla giuria giovani. Premi come Miglior Interprete Non Protagonista a Gerry Petrosino, Migliori Costumi a Gerardina Tesauro e Miglior Trailer realizzato da Salvatore Illeggittimo su video dello spettacolo girato e montato dal Maestro Vincenzo Campitello. Avalon Teatro riscuote un successo senza precedenti: un teatro sold out e ottocento spettatori distribuiti tra palchi e platea tributano la meritata standing ovation.
Così è (se vi pare), un classico del teatro pirandelliano, è stato portato in scena dalla Compagnia Avalon Teatro con freschezza, effervescenza, dinamicità, grande modernità e suggestioni futuriste, risultando agli occhi degli spettatori e della giuria particolarmente entusiasmante e coinvolgente.
Cos’ha colpito di questa messa in scena: l’allestimento proposto rimane fedele non solo al testo ma anche all’atmosfera nella quale viveva l’autore siciliano quando scrisse la commedia: epoca fascista, che certo non amava le verità ambigue, ma vissuta nel momento dell’entusiasmo futurista generato dal suo fondatore Filippo Tommaso Marinetti e che viveva di suggestioni e provava a trasformare la realtà convenzionale.
In ogni scelta fatta: dalle scenografie ai costumi, alle musiche, vi è un richiamo al movimento futurista o, comunque sia, ai movimenti artistici che anche prima della stesura del testo poterono influenzare Luigi Pirandello.
Esso, dunque, è il fil rouge che accompagna lo spettatore dall’inizio alla fine dello spettacolo, ma in effetti, andando più a fondo è l’ARTE in tutte le sue espressioni che trova spazio in questa rappresentazione, nella quale quasi ogni personaggio richiama, in modo più o meno evidente, il dipinto di un artista del ‘900: da Klimt a Tamara De Lempicka, da Schiele a Gino Severini. I personaggi diventano, a tratti, essi stessi dei dipinti, rimanendo immobili in pose plastiche che li trasportano fuori dal corso degli eventi per poi trascinarli di nuovo dentro la vicenda in un susseguirsi di azioni e “fermo immagine” che contribuisce a rendere questa messa in scena quanto mai psichedelica.
Ma c’è anche Picasso in questo allestimento teatrale: “La Signora Ponza”, non poteva che essere il soggetto dell’illustrazione ideata da Salvatore Illeggittimo; il cubismo che scompone in più pezzi la figura umana e ne distorce i contorni e le forme, è la sintesi visiva perfetta che chiude il cerchio stilistico di questa visione registica.
L’accompagnamento musicale non è un accessorio, è parte integrante dello spettacolo così come i movimenti coreografici. Nell’accompagnamento musicale, troviamo di nuovo la filosofia di tutta la commedia di Pirandello e così i brani sono capaci di creare un’atmosfera straniante e sospesa tra ciò che è reale e ciò che non lo è.
In questo spettacolo c’è anche il cinema, citato rendendo omaggio a un grande autore, Paolo Sorrentino, che della musica ne fa sapiente utilizzo per raccontare le sue storie. L’apertura caleidoscopica dello spettacolo è un’immersione nel mondo magico e pieno di colori, emblematica di una scena di culto di uno dei suoi migliori film: “This must be the place”: ciò che vediamo non è ciò che sembra o perlomeno può sembrare ciò che ognuno vuole.
Non manca, naturalmente, un richiamo alle influenze politiche di quel periodo che affascinarono – seppur solo in una prima fase – Luigi Pirandello. Ma anche qui, il riferimento passa attraverso una forma d’arte aderente alla corrente futurista: la riproduzione della scultura “profilo continuo” di Renato Bertelli ha, in questo caso, il duplice obiettivo di rappresentare l’influenza dell’ideologia fascista (che senza dubbio quel simbolo rappresenta), ma anche l’ambiguità di un oggetto che inganna l’occhio dell’osservatore, restando uguale a se stesso da qualunque angolazione lo si guardi.
La verità: cos’è? Esiste davvero? O meglio: ne esiste una sola? L’eterno ed affascinante interrogativo Pirandelliano continua ad essere ora più che mai, attualissimo.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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