Soirées Nomades
Carte blanche a Olivier Saillard
2 e 3 febbraio 2024
Triennale Milano e Fondation Cartier pour l'art contemporain danno carte blanche allo storico della moda Olivier Saillard che curerà la terza Soirée Nomade organizzata in Triennale.
In occasione della grande mostra di Ron Mueck, visibile sino al 10 marzo in Triennale Milano, per due serate, venerdì 2 e sabato 3 febbraio 2024, Olivier Saillard presenterà tre azioni performative, tra cui una nuova creazione pensata appositamente per gli spazi di Triennale. Moda Povera VI: les vêtements des autres – Milan è il titolo dell'azione inedita che esplora la dimensione intima degli indumenti.
Dopo Boris Charmatz nel 2021 con 20 danzatori per il XX secolo e oltre, Alexis Paul e Alessandro Sciarroni insieme a dieci cori folkloristici da tutto il mondo nel 2022 per Voci dal Mondo Reale, è ora il turno di Olivier Saillard, ex direttore del Museo della Moda – Palais Galliera di Parigi, attualmente alla guida della Fondazione Azzedine Alaïa e direttore artistico del brand J.M. Weston, che è stato invitato a immaginare una nuova edizione del format Soirées Nomades nell’ambito del partenariato culturale tra Triennale Milano e Fondation Cartier, avviato nel 2020.
Una Soirée Nomade in due atti
Venerdì 2 febbraio, Olivier Saillard presenterà a Milano la prima mondiale di Moda Povera VI: Les vêtements des autres – Milan un nuovo capitolo della sua ricerca ispirato all’Arte Povera, movimento d’avanguardia italiano nato negli anni Sessanta che predilige l’utilizzo di materiali semplici, spesso naturali o di recupero.
Concepita appositamente per gli spazi di Triennale Milano nell’ambito delle Soirées Nomades, Moda Povera VI: les vêtements des autres – Milan è una performance inedita che segue un protocollo tanto semplice quanto fragile. Ogni visitatore viene invitato a offrire in prestito un indumento a cui tiene, ma solo per la durata della performance: una camicia cara, la giacca della persona amata, un vestito, un pantalone ricordo di un parente, il cappotto di un’amica preziosa. Lo scopo è di consegnare un indumento scelto per il ricordo e l’affetto che rappresenta agli occhi di chi lo presta. Dieci modelle (scelte perché rappresentano la storia della moda e il suo patrimonio culturale) avranno il compito di indossare questi abiti, reliquie di momenti comuni o eccezionali del passato. Portare piuttosto che indossare, presentare invece di infilare, animare anziché vestire. Questa è la sfida: restituire l’intimità e il valore affettivo che si nascondono dietro a ciascun indumento. Il messaggio viene veicolato dalle modelle-performer attraverso l’insieme di gesti e movimenti che caratterizzano l’arte dello sfilare.
Indumenti usati o da lavoro, della vita quotidiana, rovinati, banali o normali, indumenti da cerimonia, d’eccezione o antiquati, tutti questi “vestiti degli altri” sfilano senza distinzioni dopo che Olivier Saillard li ha rielaborati con il suo tocco.
Il giorno successivo, sabato 3 febbraio, il pubblico potrà scoprire altre due opere fondamentali dal repertorio di Olivier Saillard: Salon de Couture, la prima sfilata della storia della moda a non contemplare i vestiti, è la prima creazione di Olivier Saillard. Ideata nel 2006, e mai più riproposta da allora, porta in scena Violeta Sanchez, musa e modella di Yves Saint Laurent e Helmut Newton, nell’esercizio di una sfilata fantasma. Se il protocollo di scena dell’alta moda è rispettato (sedie per gli spettatori, passerella, fiori), dei vestiti non restano che le descrizioni che Violeta, nel ruolo di direttrice dello show, pronuncia con cura, come era abitudine fare nelle maison di moda fino agli anni Cinquanta. I ricordi dei tessuti, delle forme e dei materiali dei vestiti, sciolti come neve al sole, vengono ricuciti insieme nella memoria e sfilano al suono della sua voce.
La seconda opera che viene presentata il 3 febbraio è Moda Povera V: les vêtements de Renée, che ha debuttato lo scorso giugno alla Fondation Cartier. Questa performance, la più recente del repertorio di Olivier Saillard, si svolge presso il teatro di Triennale Milano. Saillard utilizza le tecniche dell’alta moda per scucire e trasformare i vestiti appartenuti alla madre, venuta a mancare due anni fa. Semplici camicie diventano vestiti d’eccezione attraverso le conoscenze della storia della moda e del suo savoir faire. Gli indumenti conservano tuttavia la vulnerabilità di colei che li ha fatti vivere. La modella Axelle Doué, attraverso un sottile e raffinato esercizio dove svestirsi diventa una coreografia dell’intimità, rappresenta con grazia questo guardaroba infinitamente personale.
Questa terza edizione milanese delle Soirées Nomades permette di approfondire la ricerca di Olivier Saillard e amplifica il progetto artistico e pedagogico della serie Moda Povera, portando a Milano un artista che si è distinto per mostre, installazioni e performance che indagano la moda da un punto di vista poetico, come l'azione recentemente presentata a Palazzo Pitti di Firenze.
Olivier Saillard sostiene “alle fashion-week che si susseguono con frenesia, ho preferito contrapporre due giornate. Qualche ora di performance dove verrà celebrato l’indumento – e non la moda – emancipato da qualsiasi carattere commerciale e consumista, libero da ogni prospettiva economica. Le tre azioni che andranno in scena a Milano sono da osservare solo da un punto di vista poetico e performativo.”
Olivier Saillard
Olivier Saillard, diplomato in storia dell’arte ed ex direttore del Palais Galliera Museo della Moda della città di Parigi, è attualmente direttore della Fondazione Alaïa e direttore artistico, di immagine e cultura della marca J.M. Weston. In parallelo al suo lavoro di storico, svolge una riflessione poetica presentata sottoforma di performance. I suoi progetti più famosi, Impossible Wardrobe con Tilda Swinton, hanno inaugurato un ciclo di lavoro di dieci anni di collaborazione. Allo stesso modo Models Never talk, progetto realizzato con uno studio di modelle famose, ha dato vita ad una nuova forma in risposta alle sfilate di moda convenzionali. Nel 2018 ha fondato Moda Povera, un progetto di elaborazione di capi d’abbigliamento poetico, performativo e pedagogico che si basa sulla trasformazione di vestiti semplici e modesti, esaltati dalla maestria e dalle tecniche dell’alta moda.
Le Soirées Nomades
Nel 1994, la Fondation Cartier crea le Soirées Nomades, degli appuntamenti regolari con le arti sceniche che invitano gli artisti ad appropriarsi per una serata degli spazi espositivi della Fondation Cartier.
La mostra Ron Mueck
Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain presentano, sino al 10 marzo 2024, la prima esposizione italiana dell’artista australiano Ron Mueck. Un importante insieme di sculture, esposto per la prima volta in Italia, e del quale fa parte l’installazione monumentale Mass (2017). La mostra a Milano è un’evoluzione di quella presentata a Parigi nell’estate 2023, realizzata dalla Fondation Cartier in stretta collaborazione con l’artista. La mostra porta avanti un dialogo di lungo corso con Ron Mueck, le cui opere sono tanto rare quanto attese.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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