Mercoledì 29 maggio 2024 ore 17:00 - 20:30 a Movimento Aperto, via Duomo 290 /c Napoli si inaugura la personale di Antonio Ciraci SUD PORTRAITS
La mostra resterà aperta fino a martedì 22 giugno , i lunedì e i martedì dalle 17:00 alle 19:00 e i giovedì dalle 10:30 alle 12:30.
Successivamente la mostra sarà esposta tra ottobre e novembre 2024 a Toronto in Canada. In galleria sarà presente un breve scritto dello storico dell’arte Francesco Abbate che illustra gli ultimi sviluppi della produzione pittorica dell’artista napoletano. In mostra quarantacinque dipinti di piccolo formato, tutti molto recenti, olio su tela preparata con gesso, una tecnica che conferisce matericità vibrante ed una particolare forza all’immagine. Non solo. Antonio Ciraci pratica anche l’arte del togliere strati di colore , fino a riportare in evidenza, in taluni punti, il bianco del fondo.
“Mi venivano in mente queste osservazioni ripercorrendo quanto conosco del percorso artistico di Antonio Ciraci e della analisi sulla sua opera da parte della relativa bibliografia, o più propriamente il percorso del suo “materico”. A me pare però che ci siano alcuni elementi che sembrano correre paralleli, ma in realtà si intrecciano, e che uno predomini su tutto: l’essere innanzi tutto Antonio Ciraci un pittore; è questo elemento che alla fine si impone sugli altri, anche se da questi è ed è stato condizionato”, scrive Antonio Abbate.
In effetti quello di Ciraci è un modus operandi complesso, raffinato, dove è protagonista una spiccata sensibilità materica. Egli è stato allievo di Antonio Spinosa quando si è formato presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Successivamente ha insegnato materie pittoriche nei Licei Artistici. Al ritratto è pervenuto progressivamente negli ultimi dieci anni, abbandonando una pratica informale ed una più recente delibazione simbolista, perseguendo una figurazione sempre più “interiore”.
I suoi non sono “ritratti dal vivo” ma soggetti d’invenzione e talora esiti dell’elaborazione di spunti da ricordi o da immagini fotografiche. Non gli interessa la somiglianza ad un soggetto particolare ma l’espressività , l’interiorità del volto. In questa serie, SUD PORTRAITS, protagonista è il Sud, non solo Napoli, ma il Sud del mondo, con la sua carica di umanità dolente, così come nella precedente serie MITHO’S PORTRAITS, oggetto di fortunate mostre, figure del mito.
“Il materico, in questi ritratti che ti interrogano e si interrogano, ha conosciuto un evidente mutamento. Non senza una ragione, diciamo pure di “contenuto”; ma ogni contenuto, nell’ambito di un’arte figurativa, non può che essere espresso formalmente, con il tradurre “per figura” idee, sentimenti, concetti e tutto quello che si intende trasmettere.
Se i ritratti del mito avevano una loro imperturbabilità sotto il fitto reticolo di un materico posto quasi a proteggere la distanza della loro impassibilità, a svelare invece la loro sia pur silente, ma non per questo meno espressiva umanità di ritratti di sentimento, di sensazioni, di emozioni (ed è ora la sorpresa, ora la paura, la riflessione, lo sconcerto, il dubbio od anche l’inquietudine) a svelare tutto questo è un materico che si può definire fluido.
Un materico dove lo stesso far emergere l’imprimitura della tela porta ad esprimere la luce e dove filamenti, strisciate, graffi di colore, reticoli di tacche cromatiche, più spesso gialle, dai contorni imprecisi, ma che, aumentando di intensità, con tocchi più spessi o sovrapponendosi, e accostando toni di colori differenti, riescono comunque a dare corpo e potenza ai visi che, quasi per magia, da tutto questo accumularsi di materia rimangono “vivi”, non per impressioni ma per espressioni di sentimenti diversi.” Scrive così lo storico dell’arte Francesco Abbate.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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