La storia di Napoli e della Magna Grecia, la logica matematica, il senso e il pensiero: tutto da rivalutare o va bene così?
Questo libro narra della storia del teatro cadenzata così come la conosciamo o crediamo di conoscerla, di Pulcinella, delle maschere, di ciò che rappresenta oggi il teatro, di come sia nato e come si raffigura. Parla di personaggi famosi o sconosciuti, studiosi o appassionati di teatro. Ma tutto ciò è necessario per dare un quadro generale in senso storico, geografico, linguistico, filosofico per come si sia sviluppato nel tempo e soprattutto per come si sia modificato il senso stesso dell’azione naturale teatrale già dal Medioevo.
Tutti i procedimenti filosofici, letterali, filologici, quelli argomentati o quelli nascosti, quelli capiti o quelli non capiti, ognuno ne farà commento per sua ragione.
Adesso occorre innanzitutto avvertire il lettore che in questo libro spesso ci saranno necessarie premesse storiche per, tentare almeno, di contestualizzare e di chiarire appunto quei cambiamenti di cui sopra e pure di indicarne la genesi, la nascita: il senso naturale del teatro antropologico, la libera religiosità che esprimeva, il re-ligere, leggere e ripetere, ossia quella Persuasione che più non ci persuade.
Non si vuole qui anticipare il vero significato del carnevale, ma solo preparare il lettore alla sorpresa allorquando si renderà conto di trovarsi in un altro mondo, in un’altra dimensione rispetto a quella dei nostri antenati che vivevano la verità diacronica.
Noi siamo cresciuti nella menzogna della damnatio memoriae.
È vero che la storia la scrivono i vincitori ma è pure vero che la leggono gli stolti che non vogliono l’approccio al senso critico, non vogliono perseguire l’antropologia cognitiva, e si accontentano della solita narrazione esegetica che si difende con le dovute supposition dal razionale sviluppo e dalla Verità.
Sarà un divertimento annotare tutte le parole e i termini con i nuovi significati che si potranno riscoprire e rivalutare.
COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA
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