lunedì 12 agosto 2024

PARTENOPE MAIA di CIRO DE NOVELLIS

 


In questo libro dal titolo Partenope Maia la Partoriente, abbiamo rispettato la narrazione storica dell’antichità che si è costruita sulla civiltà Partenope, come ci è sempre stata tramandata, ma ad ogni elemento abbiamo inserito ulteriori dati a sostegno di quella verità, rispetto a quelle fonti che fino ai giorni nostri ci parlavano di un territorio alquanto povero di reperti archeologici o di altre piccole prove di quel passato oramai pure dimenticato. 

Le fonti più accreditate infatti documentavano quei pochi soliti vasi o anfore, mai di questo territorio, ma sempre per lo più corinzi o di altre località del peloponnese, qualche strumento di lavoro trovato nelle provincie prossime, e la famosa amigdala che scavarono sull’isola d’Ischia, da cui si narravano i primi approdi dal mondo greco. Poi tutte le storielle legate ai contatti Falero-pelasgici, alla Sirena, a Persefone, eccetera. 

È appena un decennio, che si sta dando valore e conoscenza alla esuberante quantità di monumenti archeologici costipati nei musei napoletani che prima non venivano proprio menzionati e che oggi, guarda caso, si comprende che è la più grande del mondo. Spiegheremo non solo il perché si sia poi negata questa antichità attraverso il taglio, la censura, la segregazione dei testi storici e degli scavi archeologici, ma pure il motivo per cui finalmente incominciano ad essere più protagonisti di questa libera conoscenza rispetto a quando di ogni ritrovamento di scavo, come si ricorderà, se ne attribuiva la provenienza a ovunque fuorché a Napoli.
Tutte queste dinamiche storiche, archeologiche, linguistiche, che inseriremo nei vari capitoli di questo libro quasi con delicata supposition, potranno diventare storia comprovata in una futura narrazione di esse. 

Per il momento ci interessa far comprendere che i primi Romani provenienti dalla Dacia con a capo Alessandro Magno 19° Re di Macedonia dacica, l’attuale Romania, conquistarono tutto il medio oriente e si stabilirono a Partenope cui avevano trovato tante affinità oltre ad un sistema sociale che rispettarono e quindi l'abitarono. 

L’unico territorio del grande impero che non fu mai invaso ma abitato dai romani. Questo succedeva quando di Roma, quella che poi diventerà Roma, l’oltre Tevere, si sapeva solo che era una terra barbara, misera, estranea (Etruria), fuori dall’oriente. Tutta la romanità del Primo Impero si è svolto proprio sul suolo di Partenope fino a Diocleziano.

Da Costantino in poi è iniziato il Secondo Impero e tutte le storie, religiose, linguistiche e politiche, nello spazio di più di mille anni, sono state nel Lazio, l’altro latere. Partenope, ricostruzione risibile e infantile, diventò la mitica sirena o ninfa al servizio di Demetra. Il termine “lingua latina” che i Daci portarono dalla Romania, significa “lingua della terra a Latere”, Latina, cioè lateralmente alla Campania, oltre il mare Adriatico. 

Una mitologia assurda ci parla di personaggi come Lavinia, Romolo, Remo, e tantissime altre figure mitiche che sono tutte invenzioni di quei cristiani, bellicosi ma di ingegno, che furono i “Romani del Secondo Impero”, loro stessi responsabili, subito dopo, del crollo di quella grande sovranità che aveva governato il mondo. 

Il paradosso è che il dominio non lo hanno mai perso e sia pure frammentato in tanti oscuri poteri, governano ancora il mondo attraverso l’informazione dottrinale e il segno del comando.

 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

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