mercoledì 20 novembre 2024

NATURA MORTA - Storie senza capo né cuore... forse la coda

NATURA MORTA

- Storie senza capo né cuore... forse la coda -

Giovanni Tabacchiera

("TABA")




Martedì 26 novembre alle 17:30 in via Filippo Corridoni 7 La Spezia, presso il circolo anziani di piazza Brin (quartiere umbertino), inizierà la performance di questo artista spezzino molto poliedrico.

E' infatti scrittore di racconti e romanzi, poeta, scultore di arte povera, videomaker di video graffianti, ironici di satira di costume, è un pacifista antimilitarista e ha spiccate doti teatrrali che si esprimeranno in monologhi a sorpresa assolutamente inediti e scritti e preparati sin dall'estate scorsa appositamente per questa azione scenica unica e irripetibile.

Nessuna anticipazione esplicita sui temi trattati, ma uno sguardo attento del collage della natura morta della locandina dello spettacolo può fornire marcati esempi utili a scoprirli. Sono anticipazioni promettenti.

Generalmente i suoi racconti trattano il tema della guerra, della non violenza, della libertà, dell'ecologia, dell'uguaglianza di genere, della resistenza ai totalitarismi, e lo fanno con ironia, come lui ha fatto qui nell'ultima stagione nel suo spettacolo "Racconti di Distrazioni di massa". 

 

Paolo Luporini


 


Anticipo gli eventi del prossimo martedì e di tutto il mese di dicembre:

Il 3 dicembre saremo coinvolti nella Biblioteca vivente, come libri umani o come lettori/ascoltatori, per ricreare la conversazione in piccoli gruppi, come nello scompartimento del treno. Saranno otto i titoli offerti nel prestito della Libreria umana. Teniamo in vita la nostra Biblioteca umana con la nostra partecipazione!

Ancora due altri incontri di lettura, per dicembre, prima della pausa natalizia:
Il 10 con Giorgio Pagano che tratterà l'argomento della Strage di Piazza Fontana, nell'approssimarsi del 55esimo anniversario.

Il 17, Gian Luigi Ago terrà una lezione musicale sul Teatro-canzone di Giorgio Gaber e Sandro Luporini.

Con l'anno 2025, il 7 gennaio, un altro Luporini, Paolo, sarà affiancato dalla poetessa Silvia Arfaioli e da Giovanni Tabacchiera per farci ascoltare i suoi calembours, epigrammi ed aforismi ironici delle due raccolte "La gora del grande fetore" e "La bara non è la moglie del baro".

 

https://incontridilettura.blogspot.com

La mail: scambiamoilibri@gmail.com
La pagina fb: Scambiamo i libri

https://www.facebook.com/profile.php?id=100083196677211

sia per eventuali comunicazioni che per richiedere libri.

Paolo Luporini

 (i link non hanno accesso diretto ma sono da copiare e incollare sul web)

 

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Il Museo Morandi di Bologna a Parigi nella mostra Giacometti/Morandi. Moments immobiles allestita all'Institut Giacometti

Giacometti/Morandi. Moments immobiles
A cura di Françoise Cohen

 

Giorgio Morandi, Natura morta, 1944. Olio su tela, 30,5 x 53 cm. Centro Pompidou Mnam/Cci Bertrand Prevot Dist. RMN CP Adagp Parigi, 2024.
Gruppo di quattro sculture in gesso, 1946 circa. Foto: Marc Vaux. Archivio della Fondazione Giacometti, Parigi. Successione Alberto Giacometti / Adagp, Parigi 2024. Centre Pompidou / MNAM-CCI / Biblioteca Kandinsky, Fondo Kandinsky. Biblioteca Kandinsky, Fonds Marc Vaux

 


15 novembre 2024 - 2 marzo 2025
Institut Giacometti
5, rue Victor-Schoelcher
75014 Paris
www.fondation-giacometti.fr
 

A distanza di 25 anni dalla mostra che ebbe luogo al Museo Morandi a Bologna, Alberto Giacometti. Disegni, sculture e opere grafiche, curata da Marilena Pasquali, l’Institut Giacometti di Parigi, in collaborazione con il Settore Musei Civici Bologna e con il suo Museo Morandi, presenta Giacometti/Morandi. Moments immobiles, esposizione che riavvicina due dei massimi artisti del XX secolo - Alberto Giacometti (Borgonovo, 1901 - Coira, 1966) e Giorgio Morandi (Bologna, 1890 - ivi, 1964) - per esplorare le affinità che accomunano le rispettive poetiche.

La mostra, a cura di Françoise Cohen, è visibile dal 15 novembre 2024 al 2 marzo 2025 all'Institut Giacometti, che dal 2018 ospita la ricostruzione dello studio di Alberto Giacometti conservato nella sua interezza dalla moglie Annette, con mobili, oggetti personali, pareti dipinte dall'artista e opere originali, alcune delle quali mai esposte prima.

Vissuti in un periodo coevo, Giacometti e Morandi non si sono mai incrociati ma condividono molte caratteristiche essenziali: la loro singolare pratica dello studio, l'attaccamento a un ambiente e a modelli familiari, una ricerca originale nata dall'attenzione alla realtà.
Entrambi hanno fatto dei loro atelier, quello di Morandi situato in via Fondazza a Bologna e quello di Giacometti nel quartiere parigino di Montparnasse in rue Hippolyte-Maindron, la matrice della loro ricerca artistica che nello svilupparsi ha espresso il senso medesimo della loro vita.

I due pittori condivisero la persistenza dei loro modelli di riferimento: gli oggetti collezionati e poi raffigurati nelle tele per Giorgio Morandi, le figure centrali della moglie Annette e del fratello Diego, all'interno di una ristretta cerchia di personalità che si sarebbe poi allargata, per Alberto Giacometti.

Le loro vite furono caratterizzate, per scelta, da pochi viaggi e pochi consueti spostamenti. Morandi si divise tra la natia Bologna e Grizzana, un paese sugli Appennini dove trascorse la maggior parte delle sue estati. Giacometti, che visse a Parigi dal 1922, si recò quasi ogni anno a Stampa e Maloja, nelle case della sua infanzia in Val Bregaglia.

Artisti di spicco del XX secolo, emersero come voci singolari che, dopo aver vissuto le avanguardie, tornarono a ispirarsi ai modelli classici: la natura morta e il paesaggio per Morandi, la figura umana per Giacometti. Entrambi con i loro lavori incarnarono, negli anni del dopoguerra, una visione universale della condizione umana.
In un momento in cui a infuriare fu il dibattito tra figurazione e astrazione, gli artisti del periodo furono chiamati a scegliere tra l'uno e l'altro campo; Giacometti e Morandi svilupparono un'arte legata alla realtà, ma non realista, che, trascrivendo il mondo visibile, mirava alla raffigurazione della sua essenza.

La mostra riunisce le collezioni della Fondation Giacometti con prestiti del Museo Morandi e di collezioni private europee, offrendo una panoramica della carriera dei due artisti dal 1913 al 1965 suddivisa in quattro capitoli: L’Atelier; Le familier; La traversée des avant-gardes; Regarder le réel.

Il Museo Morandi ha per l'occasione concesso in prestito alla Fondazione Giacometti 17 opere (9 dipinti, 1 acquerello, 4 disegni e 3 acqueforti).
Tra questi, Paesaggio, 1913 (V. 7), dipinto dal giovane Morandi nella sua prima estate grizzanese, interessante per l’impostazione cézanniana della composizione, per i toni chiari e polverosi e per lo studio della luce; Natura morta, 1956 (V. 1013), opera caratterizzata da una calcolata geometria degli oggetti che occupano il centro dello spazio con decisa fermezza; Natura morta, 1963 (V. 1323), ultima composizione dipinta nello studio di Grizzana dove la smaterializzazione e l'astrazione delle forme si fanno tangibili.

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue francese/inglese riccamente illustrato, pubblicato dalla Fondation Giacometti di Parigi e da FAGE éditions di Lione.

L'esposizione è realizzata con il sostegno di Franck Giraud e Ruth Stanton Foundation.

Françoise Cohen, direttrice artistica dell’Institut Giacometti, dichiara: “Artisti tra i più importanti del XX secolo, Alberto Giacometti (1901-1966) e Giorgio Morandi (1890-1964), rappresentano due voci singolari nel mondo dell’arte. Pur essendo contemporanei, non si incrociarono mai. Giacometti/Morandi. Moments immobiles propone l’incontro inedito delle loro opere partendo da due collezioni monografiche nate grazie al generoso sostegno delle famiglie degli artisti - Annette Giacometti, moglie di Alberto Giacometti e creatrice della Fondazione Alberto e Annette Giacometti, e Maria Teresa Morandi, sorella di Giorgio Morandi - per la trasmissione delle loro opere alle generazioni future. Questa mostra è stata concepita e realizzata con la preziosa assistenza del Museo Morandi del Settore Musei Civici Bologna. Ringrazio sentitamente Eva Degl’Innocenti, direttrice del Settore Musei Civici Bologna, Lorenzo Balbi, Direttore del Museo Morandi, Alessia Masi, responsabile del Museo Morandi e il loro team”.

Eva Degl’Innocenti, direttrice del Settore Musei Civici Bologna, commenta: “Morandi e Giacometti sono due degli artisti maggiori del XX secolo che hanno molti elementi in comune: dalla pratica dello studio e dello spazio, all'attaccamento ad ambienti e modelli familiari, alla ricerca nata dall'attenzione alla realtà. Siamo molto felici di questa importante mostra e della collaborazione scientifico-culturale tra l’Istitut Giacometti e il Settore Musei Civici Bologna con il nostro Museo Morandi. Desidero ringraziare vivamente Catherine Grenier, direttrice della Fondation Giacometti e Presidente dell’Istitut Giacometti, Françoise Cohen, direttrice artistica dell’Istituto Giacometti, e tutto lo staff della Fondation Giacometti per questo progetto di grande levatura, di dialogo culturale e di futuri sviluppi".

“Morandi esprime in negativo il bisogno di dare alla parola un oggetto, un garante al di fuori di sé, il bisogno fondamentalmente umano di attestare l'essere. E cosa avrà mai fatto il suo contemporaneo Giacometti se non, con lo sguardo fisso sul viso del suo modello, appunto attestare che questo altro esiste, qui e ora, che ha dell'essere, e che è questo fatto a contare, che è in lui soltanto che la vita ha luogo: qualcosa di reale, un po' di verità compare così in questa apparenza esteriore, dimenticata se non disprezzata, del gioco fra significante e sé stesso? Morandi ci fa misurare il pericolo di questo gioco. Giacometti invece rovescia il tavolo da gioco. (Yves Bonnefoy, Osservazioni sullo sguardo: Picasso, Giacometti, Morandi, Donzelli Editore, 2003, p. 119)” - cita Lorenzo Balbi, direttore del Museo Morandi. - “Con queste parole il grande poeta e scrittore francese Yves Bonnefoy scrive del rapporto concettuale tra i dipinti di Giorgio Morandi e le opere di Alberto Giacometti, artisti contemporanei accomunati da una profonda riflessione sul significato del fare arte e sulle dinamiche della rappresentazione della realtà, che troviamo riuniti per la prima volta in questa importante mostra di cui il Museo Morandi di Bologna è partner, e in cui viene presentata un'accurata selezione di opere e proposte importanti relazioni tra numerosi capolavori dei due artisti capaci di sollecitare nel pubblico un confronto e contrasto molto profondo. La mostra rappresenta anche un ponte tra istituzioni, le quali testimoniano l'incredibile vicinanza tra i due autori, e tra luoghi, basti pensare agli studi dei due artisti oggi ricostruiti e visitabili al pubblico a Montparnasse e in via Fondazza a Bologna”.

 

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125 VOLTE FIAT - La modernità attraverso l'immaginario FIAT

15 novembre 2024 - 04 maggio 2025 

 

Courtesy MAUTO Museo Nazionale dell'Automobile, Torino. Ph. Cosimo Maffione

 

In esposizione opere pittoriche, manifesti, bozzetti, documenti d’archivio, materiali grafici,  fotografici e audiovisivi d’eccezione: un caleidoscopio di immagini per raccontare 125 anni  dell’azienda che ha rappresentato la via italiana alla modernità a partire dal patrimonio visivo che ha prodotto o ispirato.

Nove vetture iconiche completano l’esposizione: dalla mitica Eldridge Mefistofele del 1923 alla  popolarissima Panda disegnata da Giorgetto Giugiaro nel 1982, dalla 508 Balilla del 1932 alla 124  Abarth del 1973, la mostra è un viaggio attraverso decenni di sperimentazione e innovazione.

Museo Nazionale dell'Automobile
Corso Unità d'Italia, 40 - Torino

 

Courtesy MAUTO Museo Nazionale dell'Automobile, Torino. Ph. Cosimo Maffione

 

In occasione dell’anniversario dei 125 anni dalla fondazione della FIAT, il MAUTO - Museo Nazionale dell’Automobile presenta la mostra 125 VOLTE FIAT. La modernità attraverso l’immaginario FIAT che ripercorre la lunga e avvincente storia, unica nel contesto industriale novecentesco, della fabbrica automobilistica torinese, offrendone una rilettura che ne evidenzia l’impatto sociale e la produzione artistica. Il progetto espositivo, curato da Giuliano Sergio e realizzato in collaborazione con Centro Storico FIAT e Heritage HUB, è visitabile dal 15 novembre 2024 al 4 maggio 2025 negli spazi al piano terra del Museo.

Nata nel 1899, la Fabbrica Italiana Automobili Torino ha saputo cogliere le opportunità della rivoluzione industriale e dell’unità nazionale italiana per imporsi quale principale interprete privato della modernizzazione del Paese nel secolo scorso. Attingendo al vasto patrimonio visivo prodotto o ispirato da FIAT, la mostra 125 VOLTE FIAT. La modernità attraverso l’immaginario FIAT ripercorre il legame che ha unito l’azienda automobilistica torinese allo sviluppo culturale, industriale ed economico dell’Italia. Un racconto – disseminato di approfondimenti su arte, cinema, comunicazione, design, architettura, pubblicità, musica e letteratura – che, attraverso la potenza evocativa degli oggetti e delle immagini, racconta oltre un secolo di storia e sperimentazioni, non solo in campo automobilistico, offrendo uno sguardo approfondito sul modello imprenditoriale unico di un’azienda che ha rappresentato la via italiana alla modernità, esplorando linguaggi, settori produttivi e ambiti geografici.

Il percorso espositivo si sviluppa a partire da un approccio polidisciplinare, ben rappresentato dal team di co curatori che hanno affiancato Giuliano Sergio: Davide Lorenzone e Ilaria Pani, rispettivamente Conservatore e Responsabile del Centro di Documentazione del MAUTO; Maurizio Torchio, Responsabile Centro Storico Fiat e Roberto Giolito, Head of Heritage Stellantis Italy. Insieme a loro, in qualità di esperti dei rispettivi campi d’indagine e autori dei saggi in catalogo: Clino Trini Castelli, Designer, Maurizio Cilli, Architetto e Artista, Mauro Coppini, Giornalista, Manuel Orazi, Architetto e Roberto Vaccà, Pubblicitario.



Il Presidente del MAUTO Benedetto Camerana dichiara “125 anni di FIAT: è una data importante per tutti, per l’azienda come per il MAUTO da essa partecipato, ma lo è soprattutto per Torino, che si conferma una delle grandi motown globali. La mostra è una rilettura della storia FIAT dalla fondazione al futuro – non una, ma sei FIAT, come ho raccontato nella mia introduzione al Catalogo Skira – una miniera rivelata di sorprese e di produzioni non solo meccaniche e industriali in senso lato, ma anche artistiche, grafiche, architettoniche, letterarie, sociali, pubblicitarie, musicali. È la linea critica del MAUTO: ripensare l’automobile come punto di incontro di un sistema di valori, discipline, linguaggi e culture differenti. Il carico culturale dell’auto sta nella sua straordinaria capacità di evocazione, di riprodurre e comunicare memorie, sogni, viaggi, luoghi, emozioni, individuali e collettive. Ma la mostra va oltre il ‘’fenomeno’’ auto ed indaga la struttura organizzata della sua produzione: è il racconto dell’espressione e della modernità culturale di una grande industria del Novecento che si avvia al domani, alle battaglie dei prossimi decenni”.

Il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio dichiara “La mostra racconta la storia della Fiat, che è la storia industriale e produttiva del nostro territorio. Una panoramica di 125 anni di ingegno, tecnologia e capacità di fare che ancora oggi caratterizzano Torino e il Piemonte, oggi a disposizione del pubblico e dei turisti che hanno l’opportunità di scoprire un patrimonio unico e prezioso della storia del nostro Paese”.

Il Sindaco della Città di Torino Stefano Lo Russo dichiara: “Nel corso dei suoi 125 anni di storia Fiat ha rappresentato una pietra miliare della tradizione industriale italiana portando il nome di Torino nel mondo. Una storia nel corso della quale ha sempre saputo guardare al futuro anticipando stili, tendenze, tecnologie. Un patrimonio che certamente questa mostra valorizza al meglio offrendo uno sguardo su un percorso unico nel panorama dell’industria automobilistica e non solo. Il Museo Nazionale dell’Automobile offre così un’occasione per scoprire la storia industriale della nostra città alle tantissime persone che stanno arrivando e arriveranno a Torino per le Atp Finals, l’Assemblea Nazionale dell’Anci e i tanti eventi di questi mesi ricchissimi”.

 

Courtesy MAUTO Museo Nazionale dell'Automobile, Torino. Ph. Cosimo Maffione


“L’ambizione di questa mostra e del catalogo che la accompagna è di raccontare i 125 anni della Fiat attraverso un caleidoscopio di immagini, un turbinio di oggetti, una miriade di tracce e documenti inattesi – dichiara Giuliano Sergio, Curatore della mostra -. Vorremmo sorprendere un pubblico troppo avvezzo a considerare la Fiat come una semplice fabbrica di automobili e già pronto a ammirare la lunga e ordinata carrellata dei prodotti che hanno fatto la storia industriale italiana e internazionale. Dietro l’immaginario ufficiale e un po’ polveroso dell’ammiraglia nazionale dell’automotive si nasconde una storia sorprendente e mobile, la capacità che l’ha sempre contraddistinta di saper interpretare le tumultuose vicende storiche del Novecento per proiettarsi nel contemporaneo”.

"Siamo molto felici di collaborare con il Museo Nazionale dell'Automobile in occasione della mostra 125 volte FIAT. La modernità attraverso l'immaginario FIAT – dichiara la Prorettrice dell’Università di Torino Giulia Carluccio – La mostra rappresenta infatti un'opportunità unica per esplorare il patrimonio visivo prodotto e ispirato dalla FIAT raccontando la cultura e l'immaginario che hanno accompagnato l'industrializzazione italiana. Attraverso la partecipazione dei nostri docenti al ciclo di incontri con il pubblico, l'Università prosegue la sua missione di dialogo con il territorio e i suoi attori promuovendo il ruolo dell'Università come motore di sviluppo sociale e culturale attraverso la condivisione di competenze e energie per contribuire alla diffusione della cultura e alla crescita collettiva della società".


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Ercolano dei popoli e la nuova offerta didattica del Parco



 

I nuovi Servizi al pubblico del Parco Archeologico di Ercolano, gestiti da quest’anno da Coopculture, sono occasione per il rilancio dei programmi didattici indirizzati principalmente a favore degli istituti scolastici del ciclo di istruzione tanto primario quanto secondario. D’intesa con il Parco sono state elaborate una serie di proposte per l’anno scolastico 2024-2025 rivolte alle varie classi d’età e di istruzione tutte mirate ad evidenziare le specifiche caratteristiche dell’antica Ercolano, sito UNESCO dal 1997. Dopo la giornata di presentazione del 27 ottobre, si entra ora nel vivo delle attività che si svolgeranno sino all’inoltrata primavera integrandosi con tutte le altre iniziative del Parco a favore dei pubblici più giovani: dai Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento  al videogioco Lost in Herculaneum, dalle nuove App dedicate proprio ai più piccoli ai laboratori di comunità già in corso di svolgimento già in corso in collaborazione con l’associazione Variabile K, senza dimenticare i nostri visitatori con speciali esigenze quali i ragazzi con sindrome autistica, ipovedenti e non vedenti, visitatori con disabilità motoria ed inoltre il nuovo sito web del Parco consente una navigazione accessibile ad un ampio spettro di disabilità da quella visiva a quella cognitiva attraverso un apposito menu. Tra queste attività segnaliamo per il 24 novembre il prossimo appuntamento del programma  Ercolano dei popoli, sulla scia delle celebrazioni per  la Giornata Internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre,  l’evento, totalmente gratuito e parte dell’offerta Coopculture per il Parco consiste in una visita guidata speciale nell’area archeologica con un racconto dell’infanzia nel mondo romano, sulla nascita dei giochi, del rapporto tra scuola e famiglia.

 
Ercolano dei Popoli, una lettura del sito basata sulle persone per riempire di contenuti gli spazi fisici del sito archeologico, proseguirà con un calendario di appuntamenti mensili fino a febbraio 2025, ogni ultima domenica del mese, con ulteriori visite guidate di approfondimento con un tema diverso per volta.

 
 “L’antica Ercolano è un luogo ideale per costruire un’esperienza di conoscenza su misura e commisurata alle esigenze di ciascun visitatore che è sempre al centro di ogni nostra iniziativa. Tutti i nostri visitatori vanno accolti con un’offerta personalizzata, dalle uscite didattiche delle scolaresche alle visite con amici e in famiglia, – dichiara il Direttore Sirano – è questa la nostra mission nella quale si è lasciata coinvolgere Coopculture, con attività ludico-didattiche che avvicinano i bambini dell’Infanzia al patrimonio culturale attraverso il gioco, fino alle visite partecipative ed esperienziali in cui le studentesse e gli studenti possono esercitare il pensiero critico e l’interazione con i compagni attraverso discussioni e attività collaborative. E l’offerta didattica si prolunga sino alle visite puntuali e fatte su misura per gli adulti che possono spaziare sui temi a loro più confacenti”.

 
Le visite all’interno del progetto Ercolano dei popoli sono inserite all’interno dei servizi compresi nel biglietto di ingresso. Nella fase di avvio si svolgeranno dalle 11:30 alle 13:30 per gruppi contingentati con prenotazione obbligatoria sul sito di Coopculture o direttamente  in biglietteria, anche nel giorno stesso dell’evento.

 

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“Inno napoletano a Federico II”, Elio Notarbartolo presenta il suo libro alla Bottega di Mani Tese




Pubblicato dalla Giannini Editore, il libro apre un dibattito tra i docenti della FNISM: federazione nazionale insegnanti.

Napoli. Ritorna a parlare dello Stupor Mundi lo scrittore, giornalista e docente Elio Notarbartolo che giovedì 21 novembre alle ore 17 presenterà il suo ultimo libro “Inno napoletano a Federico II”, pubblicato dalla Giannini Editore nella collana Sorsi, presso la Bottega di Mani Tese Campania, piazza Cavour, 190 Napoli.

Saluterà il pubblico la presidente FNISM Clara Pellegrino, dialogherà con l’autore il presidente di Mani Tese Campania Renato Briganti. Modererà la presentazione, la giornalista e scrittrice Tiuna Notarbartolo.

Un breve escursus sulle grandi realizzazioni di Federico II a Napoli. Magnifico condottiero, abile stratega e, soprattutto, cosa rarissima per sovrani o amministratori di tutti i tempi, uomo di cultura. Intellettuale e sostenitore di artisti e intellettuali. Con tutto il potere che aveva avrebbe potuto tralasciare la cultura, ma lui ne capì la portata, il valore e le potenzialità, come arma e come risorsa, come luce e come moneta per l’eternità.

Elio Notarbartolo è ingegnere e uomo di cultura. Ha fondato e diretto il periodico Il Confronto. Insegnante per 40 anni, è stato presidente della FNISM, Federazione nazionale insegnanti. Fa parte di 3C, Coordinamento dei Comunicatori della Cultura.



EDITORE: GIANNINI EDITORE

TITOLO: INNO NAPOLETANO A FEDERICO II

AUTORE: ELIO NOTARBARTOLO

COLLANA: SORSI VOL. 4

PAGINE: 68

PREZZO: 6,00 €

 

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Marina Tagliaferri presenta il suo libro “Un posto in scena” ad Avellino

Riflessioni e ricordi di una folle professione per l’attrice che racconta i suoi primi 50 anni di carriera nel suo libro

 




Avellino. Attesa per la presentazione dell’attrice e scrittrice Marina Tagliaferri che presenterà il suo libro “Un posto in scena”, mercoledì 20 novembre alle ore 18 presso la libreria L’Angolo delle storie, via Fosso Santa Lucia, 4 Avellino.

Dialoga con l’autrice Emilia Bersabea Cirillo, le letture saranno a cura di Puck TeaTrè. Saluterà il pubblico Giulia Giannini della Giannini Editore.

Marina Tagliaferri, amatissima dal pubblico italiano per essere una delle protagoniste della fiction televisiva di Rai 3 “Un posto al sole”, dona al suo pubblico un libro che racconta scena e retroscena della sua lunga ed intensa carriera teatrale, narrando, con piglio vivace, travolgente e autentico, storie, ricordi, trucchi e modalità di quello che lei chiama il mestiere più bello del mondo.
È il lungo racconto di una carriera, ma anche di una passione e di vita, tanto più universale quanto più nasce dalla sua vicenda personale.
Racconta di quelle “sliding doors” che sono nell’esistenza di ciascuno, di quelle scelte, spinte dalla folle passione, e che poi ti cambiano la vita. La recitazione è uno dei pochi modi per entrare in connessione con la parte più profonda di noi, il nostro ‘SE’. In questo ‘SE’ in realtà, c’è tutto quello di cui avremmo veramente bisogno. Può curarci il corpo e l’anima.
Lo studio, l’Accademia, le tournées: i capitoli si susseguono veloci, dando spazio anche ai numerosi incontri con personaggi speciali, da Carmelo Bene a Vittorio Gassman, da Paola Borboni a Giorgio Albertazzi, a tanti, tanti altri. E nel finale trova spazio anche la sensazionale esperienza di ‘Un posto al sole’.

 
Marina Tagliaferri nasce a Roma il 13 dicembre. Entra giovanissima all’Accademia Nazionale d’arte Drammatica “Silvio d’Amico”.
Lavora per quindici anni quasi esclusivamente in teatro, con grandi interpreti quali Carmelo Bene, Vittorio Gassman, Giancarlo Sbragia, Enrico M. Salerno, Gabriele Lavia, Giorgio Albertazzi e tanti altri.
Approda poi alla televisione con fiction di successo tra cui “Un cane sciolto”, “I ragazzi del muretto”, “Un prete tra noi” ed altre ancora. Contemporaneamente si occupa con passione del doppiaggio dando la sua voce ad attrici del calibro di Meryl Streep.
Nel 1996 inizia l’avventura della prima soap opera italiana “Un posto al sole” che la vede ancora oggi protagonista nel ruolo di Giulia Poggi.
Nel 2024 festeggia i 50 anni di carriera.

 

EDITORE: GIANNINI EDITORE

TITOLO: UN POSTO IN SCENA

AUTRICE: MARINA TAGLIAFERRI

PREZZO: 20,00 €

PAGINE: 240

COLLANA: ART’S VOL 1

 

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Mostra fotografica "Ultras Youth. Our body is ours"

Sabato 23 novembre alle 12 nella sede del Maschio Angioino Sala Litza Cittanova Valenzi

vernissage della mostra fotografica "Ultras Youth. Our body is ours"

un fenomeno sociale e culturale quello degli Ultras che va oltre il semplice tifo calcistico


La mostra fotografica che si inaugura sabato 23 novembre alle 12 sarà visitabile dal 23 novembre 2024 al 13 dicembre 2024 e di nuovo dal 7 gennaio 2025 all'11 gennaio 2025, dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 17. Le foto sono di Giovanni Ambrosio, la curatela di Michela Fabbrocino e Roberta Fuorvia, segretari di produzione Teresa Napoli e Napoleone Zavatto, allestimento Sabrina Del Gaudio, relazioni esterne Rosanna Mesce.

L'obiettivo è di far immergere lo spettatore nelle atmosfere da stadio avvicinandolo alla filosofia Ultras. La mostra, nata dalla ricerca di Giovanni Ambrosio e Sébastien Louis, nella versione attuale per Fondazione Valenzi, esplora il fenomeno Ultras attraverso una prospettiva unica, un aspetto spesso trascurato, ma fondamentale per comprendere la complessità di questo universo: il ruolo delle donne all'interno di un contesto prevalentemente maschile.

Nato in Italia negli anni Settanta del secolo scorso, il movimento Ultras si è diffuso a livello globale, creando una rete di identità collettive e di espressione che incarna ribellione, solidarietà e appartenenza. Attraverso pratiche visive e rituali come coreografie, striscioni e graffiti, gli Ultras rafforzano la coesione interna e rivendicano il proprio spazio. L’installazione fotografica esplora anche gli oggetti degli Ultras come veri e propri manufatti culturali, analizzati dal punto di vista di un'archeologia contemporanea. Questi oggetti, ben oltre la loro funzione primaria, si presentano come simboli tangibili di un'identità collettiva e di una subcultura che va oltre gli stadi, radicandosi nella moda streetwear. Da una prospettiva antropologica, la cultura Ultras si distingue per il concetto di "densità sociale". Le curve non sono solo luoghi di tifo, ma veri e propri spazi di costruzione identitaria e di solidarietà collettiva.

Per info: segreteria@fondazionevalenzi.it

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Alla Cappella Sansevero la performance site specific di Mauro Maurizio Palumbo ispirata alle invenzioni del Principe Raimondo di Sangro

 



Performance art di Mauro Maurizio Palumbo

Con Ilaria Tucci e Ciro Riccardi

21, 22 e 23 novembre 2024 | ore 20:30

Una coproduzione Museo Cappella Sansevero e Ente Teatro Cronaca

 



La Cappella Sansevero, gioiello barocco di Napoli che custodisce il Cristo velato, ispira Blusansevero la performance ideata e diretta dall’artista Mauro Maurizio Palumbo che si terrà al Museo Cappella Sansevero il 21, il 22 e il 23 novembre 2024 (ore 20:30).

Una narrazione che utilizza il linguaggio del corpo, in una costruzione scenica che oscilla tra il visivo e il sonoro, con l’ausilio della voce e della musica del soprano drammatico Ilaria Tucci e del Maestro Ciro Riccardi alla tromba.

Strutturata come un’azione site specific per gli spazi del museo, Blusansevero è una coproduzione Museo Cappella Sansevero e Ente Teatro Cronaca. Il progetto è frutto di un'intensa ricerca artistica, che si basa su fonti scientifiche e storiche pur mantenendo le caratteristiche del linguaggio della performance art, cioè quelle di essere flessibile e adattabile alle influenze del pubblico e del luogo in cui avrà vita.

 


 


I biglietti sono in vendita online sul sito www.museosansevero.it al costo di €22,00.


 

Partendo dall’iconografia della statua del Cristo velato, protagonista indiscussa del tempio della sperimentazione settecentesca, il progetto intende portare all’attenzione dell’osservatore non solo il bianco e venato marmo che la contraddistingue, ma anche il blu oltremare.

Recenti ricerche, condotte dall’Università degli Studi di Bari, hanno infatti dimostrato che fu proprio il Principe di Sansevero a produrre per primo il lapislazzuli artificiale utilizzato per la cornice dell’altare maggiore: una scoperta nata dall’esigenza di sostituire il costoso pigmento mantenendo però lo stesso effetto di intensità. L’invenzione del principe sarebbe avvenuta più di cinquant’anni prima di Jean-Baptiste Guimet, il chimico francese che nel 1828 riuscì per la prima volta, ufficialmente, a sintetizzare l’oltremare, il costosissimo pigmento blu ottenuto in natura dal lapislazzuli. E più di dieci anni prima del resoconto siciliano di Goethe, il più antico indizio della produzione artificiale di tale pigmento.

 




Da qui nasce l’ispirazione di Mauro Maurizio Palumbo per Blusansevero: attraverso il linguaggio del corpo, l’artista intende creare un dialogo tra la dinamicità del movimento e la monumentalità del marmo, in un tempo sospeso tra l’esigenza di raccontare e la necessità di scoprire e riscoprire.

 

Blusansevero testimonia l’attenzione della direzione del Museo a forme d’arte innovative e alla contaminazione delle espressioni contemporanee, e conferma come l’eredità di Raimondo di Sangro, la sua incessante attività di sperimentazione e la sua poliedrica personalità possano essere di stimolo e di ispirazione per le generazioni di oggi.

 
 



 
“Blusansevero è un qualcosa da svelare piano piano, perché è una storia intima. È un tempo che non si ripete ma che si trasforma. È una performance che porta con sé un sogno? Forse. Un misterioso fatto, sicuramente! È un progetto che nasce dallo studio di una ricerca scientifica e dalla relativa attribuzione dell’invenzione del blu artificiale al Principe Raimondo di Sangro. È un desiderio di trasformare in performance un dato scientifico, renderlo visibile attraverso il linguaggio performativo che si innesta e si contamina con quello del teatro minimo, del canto lirico e del suono della tromba. Un'idea che prende forma che diventa corpo, colore. Nel tempio delle sperimentazioni, capolavoro riconosciuto in tutto il mondo, gli spettatori diventeranno coautori dell’azione. Entreranno a far parte di un esperimento emozionale che si basa sulle suggestioni tra il luogo e l’interazione performativa. Si troveranno immersi in un gioco dell’anima, in una triangolazione ripetuta e capovolta, che rievoca quello che è visibile e ricerca quello che non lo è. Blusansevero è un segreto che ho tenuto nel cuore per mesi e che oggi si svela agli occhi chi vorrà esserci.” Mauro Maurizio Palumbo.

 


BLUSANSEVERO

Performance art di Mauro Maurizio Palumbo

Con Ilaria Tucci e Ciro Riccardi

Una coproduzione Museo Cappella Sansevero e Ente Teatro Cronaca

Giovedì 21 - Venerdì 22 – Sabato 23 novembre 2024 | ore 20:30

Museo Cappella Sansevero

Napoli, Via Francesco De Sanctis 19/21 

Biglietti acquistabili solo online su www.museosansevero.it

Costo € 22,00

Durata: 45 minuti circa

www.museosansevero.it

 

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