giovedì 27 febbraio 2025

Io sono LEONOR FINI

A cura di Tere Arcq e Carlos Martín
Dal 26 febbraio al 22 giugno 2025
Palazzo Reale, Milano

 

Immagine allestimento mostra Io sono LEONOR FINI

Milano - Mercoledì 26 febbraio a Palazzo Reale apre al pubblico la mostra Io sono LEONOR FINI, una delle più rilevanti e complete retrospettive mai dedicate all’universo visionario e ribelle dell’artista italo-argentina Leonor Fini (Buenos Aires, 1907 – Parigi, 1996). La mostra, a cura di Tere Arcq e Carlos Martín, è promossa dal Comune di Milano - Cultura, gode del patrocinio del Ministero della Cultura ed è prodotta da Palazzo Reale e MondoMostre, con il supporto dell’Estate di Leonor Fini, con main partner Unipol.
La mostra resterà in programma fino a domenica 22 giugno 2025.
 
Io sono LEONOR FINI celebra l’eclettismo e il genio di un’artista poliedrica in un percorso intellettuale che intreccia Italia e Francia, ricostruendo le tappe principali della sua carriera artistica e le influenze che hanno plasmato la sua visione.
 
A ispirare il titolo dell’esposizione una citazione della stessa Fini: «Sono una pittrice. Quando mi chiedono come faccia, rispondo: “Io sono”», un’affermazione identitaria irrevocabile e potente che riflette la sua unicità personale e artistica, sempre coerente nello stile e nel pensiero. Leonor Fini ha incarnato la libertà creativa e intellettuale dell’artista ribelle, lontana dalle convenzioni, che ha dato forma a un immaginario visivo e concettuale capace di parlare ancora oggi.
 
Io sono LEONOR FINI rappresenta un momento cruciale di riscoperta della figura dell’artista, restituendo nuova luce al suo lavoro e rivelandone il carattere più profondo, oggi più che mai attuale, grazie ai temi che ha affrontato e messo in discussione: dal genere all’identità, passando attraverso i modelli consolidati di famiglia, il maschile e il femminile.
 
L’esposizione presenta oltre 100 opere tra dipinti, disegni, fotografie, costumi e video, scandite in un percorso di nove sezioni tematiche, e restituisce un ritratto completo dell’artista, testimoniando la versatilità della sua produzione, estranea a ogni classificazione rigida. Spaziando dalla pittura alla moda, dalla letteratura al teatro  (in una delle sezioni sono esposti bozzetti, figurini ed un costume disegnato da Leonor Fini provenienti dall’archivio Storico Artistico del Teatro alla Scala), la mostra svela l’immaginario di Leonor Fini, a partire dagli incontri e dalle impressioni, a volte sconvolgenti, della prima giovinezza, attraverso gli anni della formazione tra Trieste, Milano e Parigi, dove Fini stringe relazioni durature con intellettuali e artisti che le indicano la via della pittura.
 
Io sono LEONOR FINI procede per temi ricorrenti nell’opera dell’artista, come il macabro e il minaccioso, il rapporto con la sessualità e la famiglia, la rappresentazione del corpo, e ancora l’interesse per gli aspetti rituali e i fenomeni di metamorfosi.
 
Oltre alla pittura, Leonor Fini ha attraversato media e linguaggi differenti giocando con la sua immagine in un esercizio bizzarro e concettuale attorno al tema dell’identità.
 
L’esperienza di visita proposta dalla mostra gioca sin dal titolo con il tema dell’identificazione con la figura dirompente e poliedrica dell’artista: al termine del percorso espositivo il pubblico, accolto dal dipinto Autoritratto con il cappello rosso, è invitato a “diventare” Leonor Fini, in un ambiente che gioca con specchi, fotografie e scritte che ne evocano il carattere rivoluzionario e libero e coinvolgono i visitatori in un atto di esplorazione e riflessione sulla molteplicità dell’io. Il dipinto rappresenta un saluto simbolico dell’artista al pubblico, chiamato a scattarsi una foto e a condividerla suoi propri profili social (utilizzando l’hashtag #iosonoleonorfini), per reinterpretare il messaggio visionario di Leonor Fini, capace di parlare alle nuove generazioni ispirando e stimolando riflessioni profondamente contemporanee.

“È un'emozione, oltre che un orgoglio, poter accogliere a Milano la mano, la creatività, la genialità di Leonor Fini, dedicandole la prima mostra istituzionale in città nelle sale di Palazzo Reale - ha detto l'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi -. Leonor Fini è stata un’artista straordinaria, poliedrica, capace di sovvertire ogni schema con il suo immaginario potente e visionario. La sua opera, trasversale a generi e discipline, è un manifesto di libertà creativa, una dichiarazione d’indipendenza che oggi risuona più attuale che mai - dichiara l'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi -. La mostra a Palazzo Reale ne celebra la grandezza e la modernità, offrendo al pubblico l’opportunità di riscoprire una figura che ha attraversato il Novecento con coraggio e anticonformismo, anticipando molte delle istanze che animano il dibattito culturale contemporaneo”.
 
“Presentare una mostra dedicata a un’artista della grandezza di Leonor Fini è una responsabilità che mi riempie di orgoglio. Io sono Leonor Fini non è solo una retrospettiva, ma un’opportunità unica per immergersi nell’universo di una creativa visionaria, capace di intrecciare arte, moda, letteratura, teatro e cinema in un linguaggio originale e senza confini. Grazie al lavoro instancabile dei curatori Tere Arcq e Carlos Martín e alla collaborazione con Palazzo Reale e il Comune di Milano, questa mostra restituisce tutta la modernità e la profondità delle opere di Leonor Fini, offrendo al pubblico un’esperienza straordinaria che ne valorizza la visione, capace di anticipare temi ancora oggi centrali nel dibattito culturale” commenta Simone Todorow di San Giorgio, Amministratore Delegato di MondoMostre.
 
“Unipol è orgogliosa di avvicinare al grande pubblico un’artista affascinante, poliedrica e complessa come Leonor Fini” afferma Vittorio Verdone, Direttore Communication and Media Relations Unipol, “sponsorizzando una delle più complete e importanti retrospettive dedicatele. La mostra nasce dall’intento di approfondire il suo esplosivo percorso e i modi con cui ha raccontato il suo tempo e le sue frequentazioni artistiche e mondane. Attraverso la sua arte Fini (la “furia italiana di Parigi” come la definì Max Ernst) mette in discussione tutto: il genere, l’identità, l’appartenenza, i modelli consolidati borghesi. Per il Gruppo condividere la visione dell’arte significa esprimere la sua vicinanza alle passioni che arricchiscono la vita delle persone con un costante sostegno alla comunità”.

Io sono LEONOR FINI

«Sono una pittrice. Quando mi chiedono come faccia, rispondo: IO SONO.»
Con queste parole Leonor Fini sintetizza la visione della sua identità artistica. Non un semplice atto di presentazione, ma una dichiarazione di esistenza piena e senza compromessi. Pittrice, costumista, scenografa, illustratrice e performer, per Leonor Fini l'essere rappresenta la somma delle infinite possibilità del fare.
 
Artista enigmatica e visionaria, Leonor Fini è riuscita ad affermarsi in un contesto prevalentemente maschile grazie al suo straordinario talento e a una personalità unica e mai convenzionale. La sua forza risiede nell’individualismo e nella capacità di creare un linguaggio artistico originale, in cui la donna non è musa, ma protagonista.
 
Grazie a una sensibilità straordinariamente attuale, il suo lavoro affronta temi centrali per la società contemporanea: il genere, l’identità, l’appartenenza, i modelli di famiglia, il maschile e il femminile. Precorrendo i tempi, Leonor Fini si è affermata come un’artista all’avanguardia, capace di intrecciare arte, moda, letteratura e spettacolo in un percorso libero da ogni convenzione.

 

Immagine allestimento mostra Io sono LEONOR FINI


 
LA PITTURA: UN UNIVERSO ONIRICO E SIMBOLICO
 
I mondi di Leonor Fini si collocano tra il reale e l'immaginario, in un delicato equilibrio dove simbolismo e visione si intrecciano. Le sue figure femminili, forze primordiali e indomabili, popolano tele dense di mistero, insieme a sfingi, donne-gatto e uomini ambigui. Le sue opere offrono un viaggio nell'inconscio, in cui l’essenza dell’essere prende forma, andando oltre ogni apparenza superficiale. Il lavoro di Fini, ricco di stratificazioni culturali e influenze letterarie, riflette il dialogo con i maestri del passato, come dimostra l’uso di tecniche pittoriche tradizionali per trasmettere messaggi di grande innovazione. Le sue esplorazioni psicoanalitiche, ispirate dalle letture di Freud, si manifestano nelle raffigurazioni del sogno e dell'inconscio. È visibile l’influenza dei grandi maestri del passato, come Piero della Francesca, Michelangelo e i pittori manieristi; da loro Fini assorbì le lezioni sul colore e sulla figura umana, utilizzandole per veicolare messaggi rivoluzionari.
 
L’ARTE
 
Leonor Fini è una figura magnetica nella scena artistica del XX secolo, che ha intrecciato rapporti profondi e complessi con molte personalità artistiche dell’epoca. Insieme al pittore Fabrizio Clerici, con cui condivide una vita di amicizia e un immaginario artistico indipendente dai movimenti ufficiali, frequenta i circoli intellettuali di Trieste, Parigi, Roma, Milano e oltre. Con Max Ernst, che la definisce "la furia italiana", Leonor Fini entra in contatto con Man Ray, Dora Maar, Salvador Dalì e il Surrealismo. Pur condividendo con questi un'affinità sui temi del subconscio e del sogno, Fini costruisce un universo artistico unico, che sfida ogni convenzione, mantenendo una visione autonoma e rivoluzionaria, libera da etichette rigide, inclusa quella del Surrealismo.
Tra le sue relazioni più significative, spicca l'amicizia con Leonora Carrington. Le due artiste si incontrano a Parigi, dove nasce un legame profondo di stima e amicizia. Nonostante la differenza di età di circa dieci anni, Carrington vede in Fini una "strana combinazione di grazia felina e potere amazzone". La loro unione – affettiva, emotiva, artistica – rappresenta il segno tangibile di una comunanza di intenti che si nutre dell’incontro tra anime femminili. In modo simile a quanto accade nelle opere di Remedios Varo, il loro sguardo controcorrente attinge dai desideri inconsci, dando forma all'invisibile e rendendo visibile una forza che sfida ogni pregiudizio.

 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

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