giovedì 27 febbraio 2025

Kunst Meran Merano Arte | nuova mostra Aerolectics di Belinda Kazeem-Kamiński | Merano

Kunst Meran Merano Arte
presenta
 
Belinda Kazeem-Kamiński
Aerolectics
The Invention of Europe YEAR 1
 
A cura di Lucrezia Cippitelli e Simone Frangi
16 marzo – 9 giugno 2025

 



Kunst Meran Merano Arte presenta la prima personale in Italia di Belinda Kazeem-Kamiński, parte del programma triennale ideato e curato da Lucrezia Cippitelli e Simone Frangi The Invention of Europe

Kunst Meran Merano Arte presenta, da domenica 16 marzo a lunedì 9 giugno 2025, Aerolectics la prima personale in Italia dell’autrice, artista e ricercatrice austriaca Belinda Kazeem-Kamiński.
 
La mostra si concentra, attraverso una serie inedita di lavori, sul ruolo giocato dal sistema missionario in Alto Adige nella costruzione del rapporto coloniale tra Europa e Africa, analizzando storie di diaspora africana forzata, concentrate soprattutto nelle aree di lingua tedesca. Nell’Ottocento infatti, i missionari europei trasferiti nel continente africano con scopi di evangelizzazione, organizzavano spedizioni in Europa di bambini e bambine, predicando la loro salvezza. Con la scusa di “salvare le loro anime”, alcuni di questi missionari compravano ragazze e ragazzi africani e li deportavano in Europa.
 
A ispirare la ricerca di Aerolectics è la vicenda biografica di Asue*, in cui l’artista si è imbattuta nel corso delle sue ricerche. Asue* fu portata involontariamente dal sacerdote Niccolò Olivieri nel convento delle Orsoline di Brunico l'11 gennaio 1855 insieme ad altre due ragazze africane, Gambra* e Schiama*. Mentre le altre due ragazze sembravano adattarsi alla vita monastica, le suore del convento consideravano il comportamento di Asue* impulsivo e inadeguato. I documenti del monastero la paragonano a una tempesta che non poteva essere domata neppure con la forza fisica.
 
Ed è proprio una tempesta quella che l’artista evoca negli spazi di Kunst Meran Merano Arte: una tempesta di memoria e simboli, intrecciando la cosmologia Yoruba, gli elementi naturali – terra, acqua, fuoco e aria – e le storie dimenticate di queste ragazze. Attraverso questa potente forza simbolica, emergono le voci di bambini africani di cui si era persa ogni traccia. La mostra porta alla luce le connessioni tra sistema missionario e colonialismo e invita il pubblico a riflettere su quali storie siano state di fatto cancellate dalla memoria collettiva.
Rifacendosi alla metafora della Linea Insubrica, il punto di congiunzione formato dall’incontro della placca africana e quella europea (esplorato nel primo capitolo del percorso The Invention of Europe), Kazeem-Kamiński richiama con Aerolectics immagini geologiche e meteorologiche. I simboli della tempesta e delle placche tettoniche rappresentano lo scontro in corso tra culture, ideologie e dottrine morali di matrice cristiana.
 
L’artista riscrive gli spazi della Kunsthaus in un percorso multimediale e immersivo, fatto di vuoti e di pieni, di voci e di silenzi, in cui oggetti, narrazioni, suoni e immagini ripercorrono e indagano l’esperienza della nerezza in Europa, vissuta attraverso lo sguardo bianco. Con questa mostra l’artista sperimenta pratiche ancestrali riparative che onorano l'esistenza di Asue* e delle altre ragazze, senza ridurle a oggetti di ricerca, attraverso un’esperienza che evoca, più che rappresentare. La pratica artistica di Belinda Kazeem-Kamiński si nutre del pensiero di scrittrici, artiste e autrici femministe nere e si traduce in maniera multiforme. L’artista si affida a linguaggi diversi, dal video alla fotografia, dalla performance alla scrittura, passando per la narrazione di storie a più voci della diaspora africana, per svelare, tra documentazione e finzione, la presenza di persone nere, spesso passate inosservate nella storiografia, nel paesaggio fisico e nello spazio pubblico europeo.

 

COME DA COMUNICAZIONE RICEVUTA

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