martedì 25 marzo 2025

Cinque minuti con Antonella Botticelli



1) Come e quando nasce la tua creatività di artista visivo?
Fin da piccola amavo disegnare. Qualsiasi superficie bianca- si trattasse di un foglio o di una parete- mi ispirava. Non ho più smesso: il disegno e in seguito la pittura sono stati da sempre il mio “gioco” preferito.
Mi sono diplomata al liceo artistico, e poi una scuola privata di pittura.  In seguito, ho preso lezioni private dal prof. Crescenzo Del Vecchio, grande artista sannita e docente presso l’Accademia di Brera. È stato per me un vero maestro. Mi ha introdotto con professionalità alle discipline pittoriche, soprattutto sul piano tecnico, mi ha incoraggiato, mi ha indirizzato. Dopo la sua scomparsa ho continuato da sola facendo tesoro della sua esperienza.

 




2) Quali sono state le tappe più importanti che hanno caratterizzato la tua produzione artistica?

La mia ricerca ha subito, d’altra parte, una certa evoluzione. Sono partita dal figurativo per poi passare ad una pittura materica e informale, sperimentando l’uso di vari materiali e varie tecniche ed avendo anche un tema generale di fondo: la dimensione ecologica e la salvezza del pianeta. Molti lavori degli anni duemila ed oltre sono ispirati da questo sentire, in me davvero profondo. Negli ultimi anni è iniziata una nuova fase, più tematica e maggiormente legata alla interpretazione didascalica e creativa di un’opera letteraria. Ho dedicato un’ampia serie di immagini – essenzialmente tempere su carta, ma anche oli- alla Divina Commedia. È stata una ricerca davvero interessante e coinvolgente, che mi ha costretta ad approfondire l’opera di Dante e i suoi episodi più conosciuti. È stata una produzione molto apprezzata, soprattutto negli ambienti scolastici e soprattutto dai giovani.
Ho tenuto molte mostre personali e collettive, in spazi pubblici e privati, anche di prestigio. Ho avuto molti riconoscimenti, hanno scritto di me critici di valore. Oggi mi segue un critico importante, il prof. Giorgio Agnisola, mi da consigli, come ha fatto un tempo il prof. Del Vecchio.

 

 

3) Quali sono i tuoi progetti per il futuro? 

Il mio obiettivo è un cammino professionale serio, ispirato, soprattutto rappresentativo del mio mondo, delle mie scelte umani ed emozionali. Punto ad un mio stile, ad una mia identità di artista. Che poi questo possa coincidere con un successo sul piano pubblico e sociale, non può che farmi piacere, ma è un obiettivo che non deve sopravanzare il bisogno di essere autentica, di restare me stessa.


 


4) Cosa ti aspetti, dal punto di vista emotivo, da questa esperienza al MAV?
Sarà, senza dubbio, un'esperienza intensa e coinvolgente. Mi affascina l’idea del confronto con i colleghi artisti. Sperimentare l'assenza di luce artificiale, con l’unico contributo della luce naturale che filtra da una piramide di acciaio e vetro sospesa sopra lo spazio, varierà durante la giornata, influenzando l’intensità e la qualità della luce e, di conseguenza, i nostri stati emotivi. Questo renderà l’esperienza un’occasione unica, anche una vera e propria sfida, rispetto a un approccio creativo che solitamente rimane celato, senza mai esporsi completamente nei propri processi.

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